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Accenture: col 5G su i ricavi imprese, può valere 96 mld di pil

di TMNews venerdì 4 novembre 2022
2' di lettura

Milano, 4 nov. (askanews) - Chi ha investito nel 5G nel 2023 avrà ricavi fino a sei volte superiori rispetto ai competitor, ma di aziende pionieristiche in Italia ce ne sono poche: solo il 22% delle imprese ha integrato il 5G nelle strategie di business. E' quanto emerge da una ricerca di Accenture. Per oltre il 70% degli intervistati italiani, evidenzia la studio, ad ostacolare l'adozione del 5G sono la scarsa maturità della rete pubblica e timori in merito alla cybersecurity. Paolo Baile, Communications & Media Lead for Strategy and Consulting di Accenture. "Le imprese italiane che hanno investito nel 5G si proietteranno entro un anno verso una crescita di ricavi 6 volte superiore a chi non l'ha fatto. Il dato è chiaro e forte: il beneficio esiste. Il 5G può innescare un circolo virtuoso e portare, direttamente o indirettamente, fino a 96 miliardi di crescita del pil italiano entro il 2025".

Un ruolo centrale nello sviluppo del 5G lo giocano le telco, forti di un patrimonio di infrastrutture e di una presenza sul territorio capillare. Secondo Accenture, dovranno accelerare il loro percorso di trasformazione e costruire nuovi modelli di business. "Il 5G è parte fondamentale del processo di innovazione delle imprese per recuperare competitività sul mercato globale. Accelera la trasformazione del business delle imprese integrando cloud computing, AI, Iot, creando i presupposti per nuovi processi operativi e processi. Favorendo la crescita dei margini, efficienze operative, sicruezza e governance dei dati. Il gap tra il 5G e la sua implementazione è molto ampio, ci sono ampi margini di esecuzione. La maturità delle reti pubbliche e i timori connessi alla sicurezza ne stanno ostacolando la messa in opera". Per migliorare serve anche scommettere sulla formazione: il 68% delle imprese italiane indica nella mancanza di competenze il principale ostacolo all'implementazione del 5G.

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Non solo; la novità riguarda l'accesso ai musei civici e ai monumenti di competenza di Roma Capitale che sarà gratis per tutti i residenti della Città Metropolitana mentre pagheranno un ingresso turisti e non residenti alla Fontana di Trevi e ad altri 5 siti e musei finora gratuiti. Ma la Fontana è quella che fa più discutere: si pagherà l'accesso all'invaso, regolamentando l'afflusso turistico così come durante i recenti lavori di manutenzione. Una novità che non piace a tutti.

"Non dovrebbe essere così, i turisti che vengono da fuori già spendono, già lasciano qualcosa al Comune di Roma, non lo trovo giusto, mi sembra un eccesso". "Da un lato potrebbe essere giusto perché c'è bisogno di pagare la pulizia della fontana, ci sono delle spese, dall'altro penso che la cultura debba essere accessibile a tutti". "Sono a favore - dice invece una turista spagnola - non penso che sia una cattiva idea perché capisco che con questi soldi potranno mantenere la città, che è piena di turisti, e credo che la questione del super-turismo sia molto importante".

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