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"Pantafa", Kasia Smutniak: l'horror che parla di noi donne

di TMNews martedì 28 marzo 2023
1' di lettura

Roma (askanews) - E' un horror basato su una leggenda popolare e allo stesso tempo una riflessione su cosa voglia dire essere madre "Pantafa", nei cinema dal 30 marzo. Nel film diretto da Emanuele Scaringi Kasia Smutniak interpreta una donna che per il bene della figlia, che soffre di paralisi del sonno, si trasferisce in un paesino di montagna. Lì i sintomi della bambina peggiorano, nei suoi incubi appare una figura spettrale, la Pantafa, che nella leggenda popolare è una creatura che ruba il respiro.

"Volevamo creare un nostro mostro e questo mostro rappresenta appunto un disturbo tra una madre e una figlia, e ci sembrava che il modo migliore per raccontarlo fosse un horror" spiega Scaringi. "E' un film molto femminile, c'è l'universo femminile raccontato tramite vari personaggi. Penso che essere inadeguati, sentirsi inadeguati nel ruolo di genitori, può provocare tantissime paure e questo è proprio alla base del mio personaggio, questo sentirsi non all'altezza" aggiunge Smutniak.

I sacrifici che la protagonista del film fa per cercare di essere una buona madre richiamano quelli che, ancora oggi, compiono anche molte madri. "Questi sacrifici portano dei segni spesso, i sacrifici che non sono i tuoi, che magari non sono neanche tue scelte, anche dal punto di vista emotivo" continua Smutniak, "portano con sé dei segni, degli strascichi, e quindi anche tante paure".

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"Alle imprese - ricorda il direttore scientifico di IPSOS, Enzo Risso - non solo è richiesto di fare buoni prodotti, di offrire qualità, ma anche di avere un ruolo attivo nella società, di contribuire al miglioramento della società proprio perché ci sono contraddizioni che crescono".

E' in questo scenario che si è tenuta a Rimini la 29 edizione del Premio Nazionale Avedisco. Un momento di bilancio per un settore che, secondo il presidente Giovanni Paolino, nonostante le difficoltà economiche generali rimane un mestiere conveniente. "Il nostro mestiere raccoglie quelli che sono gli elementi principali che si cercano nel lavoro oggi: libertà e autonomia, meritocrazia, la possibilità di iniziare e concludere l'esperienza senza avere grandi vincoli formali. Una flessibilità che ci garantisce la crescita costante".

"Chi è alla ricerca di un'occupazione, di un un'integrazione dei propri guadagni e una sorta di libertà personale. Penso soprattutto alle signore, alle donne impegnate ancora con la famiglia che quindi hanno scarso tempo a disposizione per un lavoro, diciamo, di quello tradizionale. Qui c'è lo sbocco perfetto", ha dichiarato Paolino.

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"Alessia, Martina, Renée e Desirée erano mie allieve, le ho viste crescere, sognare, danzare. E adesso sono qui a parlare di loro al passato. La violenza non è solo un pugno, è uno sguardo che spoglia, è una parola che ferisce, è una porta chiusa a chiave, è un amore malato che controlla, umilia e isola, è un telefono che vibra di insulti, un no che non viene ascoltato. È uno stupro, un femminicidio, un padre che uccide le figlie, è un fidanzato che si crede padrone, è una società che spesso guarda altrove. Eppure queste ragazze, le mie ragazze volevano solo vivere, sognare, ballare, esistere. Vi prometto che danzerò per voi, farò danza per voi e urlerò il vostro nome finché il mondo non mi ascolti. Perché ogni bambina, ogni ragazza ha diritto a un futuro e non a una lapide", ha detto commossa Maria Grazia Angeletti.

Dopo tre edizioni di successo a Milano, Terre des Hommes ha presentato a Roma "Stand Up for Girls!", l'evento che invita a ripartire dai diritti delle bambine e delle ragazze per costruire una società più equa e consapevole. L'evento si è tenuto presso il Teatro Nazionale, in Via del Viminale 51. Organizzato nell'ambito della campagna indifesa di Terre des Hommes, "Stand Up for Girls!" è stato un momento speciale in cui riflettere e trovare ispirazione, attraverso gli short talk curati da speaker provenienti dal mondo dello spettacolo, della cultura e dello sport, allo scopo di offrire nuovi spunti sulle questioni di genere.

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