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Art Basel Unlimited, quando una fiera diventa anche una Biennale

di TMNews giovedì 15 giugno 2023
2' di lettura

Basilea, 16 giu. (askanews) - Forse è banale ripeterlo ogni anno, ma la sezione Unlimited di Art Basel è uno di quei luoghi del sistema dell'arte dove i confini si fanno ancora più porosi, dove diventa difficile distinguere tra ricerca e mercato, tra la forza museale dei lavori e la loro possanza economica. È il luogo delle installazioni monumentali, dei grandi video, delle performance, ma è anche, pur nel contesto di una fiera di altissimo profilo, la sezione nella quale si potrebbe tranquillamente pensare di trovarsi in una grande biennale internazionale. Con la differenza che, comunque, anche queste opere poderose sono in vendita.

Curata da Giovanni Carmine, Art Basel Unlimited per il 2023 presenta alcuni lavori straordinari, come l'installazione video di Anne Imhof, "Jester", nata dalle registrazioni di backstage per una performance portata nel 2021 al Palais de Tokyo di Parigi. Un percorso dentro il modo di pensare dell'artista tedesca, dentro il suo immaginario visivo e teatrale, in un panorama sotterraneo.

Altro lavoro video rilevante e magnetico è "Doors" di Christian Marclay, film di 54 minuti del 2022 costruito con la stessa tecnica di "cut-up" cinematografico del leggendario "The Clock", in questo caso dedicato alle scene in cui le porte si aprono e si chiudono, in un'atmosfera sospesa e narrativa che è la forza di questo tipo di lavori di Marclay.

Ma a segnare l'esperienza della visita all'enorme spazio della Hall 1 della Fiera di Basilea è anche l'opera di Adel Abdessemed che apre il percorso: il video di una nave in fiamme che a poco a poco dall'orizzonte si avvicina a noi, permettendoci di distinguere la figura dell'artista ritto sul ponte e apparentemente incurante del fuoco. Un altro ragionamento sulle stragi nel Mediterraneo, un'altra prova della forza che l'arte sa assumere di fronte alle tematiche sociali e politiche, nonché dei contrasti che Art Basel sa raccontare: queste fiamme infatti bruciano proprio dentro il cuore del bel mondo dell'arte e dei suoi vip.

L'elenco dei lavori di indiscusso valore museale potrebbe proseguire a lungo: c'è Bruce Nauman, con le mani e il corpo; c'è un monumentale Richard Long e, poco distante, una sorprendente scala di luce di Brigitte Kowanz o ancora un'installazione multicolore di Gerhard Richter. Ci sono i finti telegiornali di Stan Douglas e una curiosa performance ginnico-filosofica di Augustas Serapinas. Tutto sembra normale, è questo il bello, ma in fondo si tratta di una selezione di progetti che probabilmente non si possono vedere tutti insieme in nessun'altra parte del mondo.

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Un discorso molto sentito peraltro, che ha descritto la grande differenza che può fare un contingente italiano all'estero, grazie non solo alla professionalità, ma anche all'umanità e alla capacità di comunicare degli italiani. Di farsi partecipi.

Il tutto mentre il mondo sta cambiando sempre più velocemente, le sfide si moltiplicano. Ieri ancora una volta i rapporti dell'intelligence statunitense hanno avvertito che il presidente russo Vladimir Putin intende conquistare tutta l'Ucraina e rivendicare parti dell'Europa che appartenevano all'ex impero sovietico. "Noi non siamo pronti ad affrontare la follia di nessuno e quindi non saremmo pronti se quello che dice l'intelligence americana si verificasse perché non siamo pronti ad avere una guerra in casa, non lo siamo per mentalità, non lo siamo perché abbiamo disinvestito in difesa negli ultimi 40 anni, non lo siamo per mille motivi, quindi non lo siamo" ha detto Crosetto, rispondendo in conferenza stampa a Novo Selo in Bulgaria, a una domanda di askanews sulle recenti indiscrezioni trapelate dalla Intelligence Usa.

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Servizio di Cristina Giuliano

Montaggio di Gualtiero Benatelli

Immagini askanews

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