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Epilessia e dieta chetogenica: arma contro la farmaco-resistenza

di TMNews giovedì 20 luglio 2023
2' di lettura

Milano, 24 lug. (askanews) - La dieta chetogenica è un regime alimentare povero carboidrati ma dall'elevato contenuto di acidi grassi nobili e proteine che, sul piano metabolico, simula gli effetti del diguino. E' particolarmente indicata nel trattamento di pazienti epilettici farmaco resistenti, quelli cioè che non rispondono alle terapie farmacolgiche tradizionali.

"Anche in quei pazienti in cui tutta una serie di farmaci antiepilettici non ha efficacia - racconta ad askanews Valentina De Giorgis, ricercatore all'Università di Pavia e responsabile Centro di Epilettologia dell'Infanzia e dell'Adolescenza alla Fondazione Mondino di Pavia - la dieta chetogenica ha efficacia nella riduzione delle crisi epilettiche, ha molti meno effetti collaterali rispetto ai comuni farmaci antiepilettici, e ha anche effetti benefici e più favorevoli sugli aspetti di attenzione, memoria e cognitivi. Si è visto come questa dieta abbia un'efficacia molto buona"

Una tarapia di lunga durata - da 2 anni a tutta la vita - che proprio per questo richiede un approccio interdisciplinare. E' dunque fondamentale intervenire attraverso un vero e proprio keto team composto da neurologi, dietologi, dietisti e psicologi.

"Se dando un farmaco l'unica persona che gestisce effettivamente il paziente epilettico è il neurologo, che al massimo prescrive esami del sangue o un elettroencefalogramma - spiega ancora Valentina De Giorgis -, quando si prescrive una terapia dietetica è molto importante che ci siano tutta una serie di specialisti che possano controllare e monitorare l'efficacia e la tollarabilità della dieta".

Una partita in cui Dr. Schaer, multinazionale di primo piano nel gluten free e nello sviluppo di alimenti per esigenze nutrizionali specifiche, intende giocare un ruolo di protagonista.

"Il problema è che c'è una bassa compilance perchè le persone non ce la fanno ad attenersi a questa dieta. E quindi il ruolo dei nostri prodotti è fondamentale - ci spiega Virna Cerne, Senior Director of Global Research & Development del Dr. Schaer R&D Centre di Trieste -. La nostra missione è fare dei prodotti che intanto riportino la qualità di vita alle persone, sappiamo che mangiare è una cosa molto importante nella nostra vita, è un piacere. Sviluppiamo dei prodotti che siano sensorialmente buoni, ma poi di dare anche una diversificazione. Abbiamo già sviluppato tanti prodotti e ne stiamo sviluppando altri per ampliare la scelta e facilitare la dieta".

Fiore all'occhiello del gruppo è il Centro di Ricerca e Sviluppo di Trieste, che quest'anno festeggia i 20 anni di attività. La sfida sta tutta nello sviluppo di nuove soluzioni chetogeniche "su misura" anche per il trattamento di altre patologie.

"Ci sono tantissimi studi che adesso comprovano che la dieta chetogenica può aiutare tantissime altre malattie neurodegenertive, forse la più studiata è l'Helzheimer, ma ci sono l'emicrania, c'è il Parkinson, ci sono varie condizioni neudegenetive che sembrano che possano in futuro avere un beneficio con questa dieta - sottolinea ancora Virna Cerne -Questo è sicuramente un settore che ci sta molto a cuore e ci stiamo impegnando tanto".

Inviati del 20/07/23 16:33 -- Audio - Epilessia e dieta chetogenica: arma contro la farmaco-resistenza

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Prevost diventa così il 267mo Papa. Sessantanove anni, tocca a lui raccogliere il lascito di Bergoglio, che lo aveva creato cardinale nel Concistoro del 30 settembre 2023.

Profilo discreto, conosce bene le 'periferie esistenziali' tanto care a Francesco. Considerato il candidato di centro, ha riscosso il voto della Sistina per il suo essere un pastore universale, lontano dagli schieramenti più estremi. Una lunga esperienza maturata in anni di attività missionarie e di gestione di diocesi e seminari in Perù. Prevost conosce i vescovi di tutto il mondo per il suo ruolo a capo del dicastero per i Vescovi,. Incaricato di consigliare il Papa sulle nomine episcopali e anche presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina.

Il nuovo Papa aveva conosciuto Jorge Mario Bergoglio quando era arcivescovo di Buenos Aires. Dopo l'annuncio della morte, l'aveva ricordato così: "Era un uomo che voleva vivere autenticamente, con coerenza, il Vangelo. Voleva una Chiesa povera, che cammina con i poveri, che serve i poveri". Con Francesco condivide l'attenzione ai drammi dei migranti e del cambiamento climatico. Su questa scia, molto probabilmente, andrà il suo pontificato.

Certamente Leone XIV ha riunito i voti di America latina e America del nord. Qualcuno dice che a influenzare la scelta ci sarebbe stata anche la mano di Donald Trump, attraverso il negoziato del cardinale di New York, Timothy Dolan. Il presidente ha reagito subito su Truth Social: congratulazioni, è un grande onore rendersi conto che è il primo papa americano, non vedo l'ora di incontrarlo.

Il nuovo Papa però in passato non ha temuto di scontrarsi con la Casa Bianca. In un tweet di febbraio, contestava direttamente il vicepresidente ripubblicando un articolo della rivista National Catholic Reporter: JD Vance si sbaglia, Gesù non ci chiede di fare graduatorie nel nostro amore per gli altri.

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