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Incendio alle Hawaii, il fuoco devasta l'isola di Maui, 36 morti

di TMNews giovedì 10 agosto 2023
1' di lettura

Roma, 10 ago. (askanews) - Una città storica ridotta in cenere, 36 morti, è lo spaventoso bilancio dell'incendio divampato sull'isola di Maui alle Hawaii. Il rogo è scoppiato all'improvviso nella notte di martedì mettendo a rischio trentacinquemila persone. Molti hanno cercato rifugio in acqua e sono stati salvati dalla Guardia Costiera.

Oltre 270 edifici sono andati distrutti nella città di Lahaina, ha spiegato il governatore Josh Green. La località sul mare, dodicimila abitanti, è molto frequentata dai turisti che sono fuggiti dall'isola come potevano.

Maui è una delle isole maggiori dell'arcipelago statunitense nel Pacifico; vanta 30 miglia di spiagge e un parco naturale che ne fanno una popolare attrazione turistica.

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In anteprima il video "Non Ne Posso Più" di Carlo Pontevolpe

Milano, 27 giu. (askanews) - In anteprima il video "Non Ne Posso Più" di Carlo Pontevolpe, il brano è una sorta di manifesto ironico sulle piccole frustrazioni quotidiane, trasformate in un inno pop autoironico e ballabile.

Il videoclip girato nella Biblioteca degli Alberi a Milano amplifica questo tono surreale e divertito: Carlo canta e balla in modo volutamente impacciato, circondato da ballerine che rappresentano un mondo frenetico e fuori misura rispetto a lui. Il contrasto è cercato e gioca tutto sull'effetto "nonsense", che riflette perfettamente lo spirito della canzone.

C'è chi si alza con il piede storto, chi incolpa la sveglia, il traffico o l'algoritmo di Facebook. E poi c'è Carlo Pontevolpe, che con il suo nuovo singolo "Non Ne Posso Più", trasforma la lamentela quotidiana in un inno pop dal ritmo serrato e contagioso.

Scritto e composto dallo stesso artista, il brano è un invito a ridimensionare le frustrazioni moderne e a guardare con ironia alle piccole ossessioni del nostro tempo. Tra code infinite, notifiche fastidiose e paragoni sterili con "l'erba del vicino", Pontevolpe dà voce a un sentimento condiviso, ma lo fa con leggerezza e autoironia, trasformando l'urlo esasperato in un ritornello ballabile.

"Ho scritto 'Non Ne Posso Più' in un momento in cui mi interrogavo sui motivi del mio "insuccesso" personale. Poi ho capito che, in fondo, erano solo scuse per restare nella mia comfort zone. Sentivo spesso ripetere quella frase - non ne posso più! - e ho pensato che fosse uno slogan perfetto per una canzone. Musicalmente, ho scelto di comporre un brano veloce e orecchiabile, ma soprattutto di sfidare me stesso a creare più melodie con lo stesso giro armonico. Infatti, il giro di accordi, a meno di una variazione alla fine del ritornello, è lo stesso in tutto il brano. Quindi posso dire con orgoglio di essere riuscito a creare ben tre melodie (intro, strofa, ritornello) con un unico giro armonico. Quest'idea è nata dopo aver ascoltato Better Now di Post Malone, che ha lo stesso principio", racconta l'autore.

Il risultato è un brano dal sapore pop, immediato e orecchiabile, ma con una struttura solida e una scrittura attenta, capace di mescolare sarcasmo e introspezione senza mai scivolare nella banalità. La produzione fonde sonorità elettroniche con strumenti acustici, creando un equilibrio dinamico tra energia urbana e autenticità cantautorale.

"Non Ne Posso Più" segna una nuova tappa nel percorso artistico di Carlo Pontevolpe, che prosegue il suo cammino musicale con uno sguardo maturo e disincantato. Non un semplice sfogo in musica, ma una presa di coscienza condivisa, raccontata con un sorriso.

Ad accompagnare l'uscita del singolo, un videoclip ricco di movimento e ironia, girato nella vivace cornice della Biblioteca degli Alberi di Milano. Sullo sfondo dei grattacieli di Piazza Gae Aulenti, Carlo canta e balla in compagnia di quattro ballerine, alternando coreografie ritmate a brevi scenette esilaranti: una multa sul parabrezza, un gelato che cade a terra prima di essere assaggiato Situazioni che manderebbero chiunque su tutte le furie, ma che nel mondo di "Non Ne Posso Più" diventano pretesto per un balletto liberatorio. Un nonsense danzato che sottolinea il messaggio profondo del brano: a volte basta cambiare prospettiva, smettere di lamentarsi e imparare a lasciar correre.

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Trump "apre" sui dazi, proposta Usa su tavolo leader Ue

Bruxelles, 27 giu. (askanews) - Prima l'"apertura" sul termine del 9 luglio stabilito per l'entrata in vigore dei dazi americani sui prodotti europei, poi l'invio alla Commissione europea della proposta per trovare un'intesa. Nel giorno in cui i leader europei sono riuniti in Consiglio, arriva la 'mossa' di Donald Trump nella trattativa sugli incrementi tariffari all'importazione di merci dal Vecchio Continente che scuote le economie mondiali.

"La deadline non è definitiva, forse potrebbe essere prorogata, ma è una decisione che spetta al presidente" ha detto la portavoce del tycoon, Karoline Leavitt.

Poi, mentre i 27 erano a cena proprio per discutere dei dazi, è arrivata la notizia che Ursula von der Leyen aveva ricevuto la proposta americana. L'ipotesi che circolava negli ultimi giorni era quella di dazi generalizzati al 10%, ma non ci sono ancora dati certi.

Tra i leader europei, le posizioni sono diversificate. Mentre il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha auspicato che si chiuda "rapidamente" un accordo commerciale anche "sporco", la Francia si è detta non disposta ad accettare un'intesa "asimmetrica" con dazi generalizzati al 10% per tutte le importazioni europee in Usa.

In mezzo c'è Giorgia Meloni che ha aperto alla possibilità di accettare tariffe del 10%, che "non sarebbero per noi particolarmente impattanti", ha detto a L'Aja.

Nel caso di dazi "asimmetrici", secondo l'Europa (ed è anche la linea dell'Italia) questi dovrebbero essere "compensati".

I settori europei dell'auto, dell'alluminio e dell'acciaio hanno urgenza di avere certezze sul trattamento a cui verranno sottoposti visto che già oggi devono sottostare ai dazi del 25% introdotti dall'amministrazione Trump.

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Jeff Bezos e Lauren Sanchez alla festa pre matrimonio a Venezia

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Le nozze di Bezos; i veneziani divisi fra irritazione e convenienza

Venezia, 26 giu. (askanews) - Bezos sì, Bezos no: i veneziani si spaccano davanti alle lussuosissime nozze del patron di Amazon con Lauren Sanchez nella Serenissima, tre giorni di feste con 200 invitati.

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Chiara Trabuio, studente universitaria che risiede a Mestre: "Va bene perché porta soldi ma va contro la natura e la cultura della città".

Ma per Samuel Silvestri, negoziante, bisogna guardare il lato positivo: "L'over turismo deriva dai turisti mangia e fuggi, che vengono per un giorno, con lo zaino sulle spalle e portandosi dietro il pranzo e contribuiscono molto poco. Questo è il turismo che andrebbe limitato non quello che trasforma Venezia in una piccola Montecarlo. L'immagine è anche influenzata da queste cose".

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