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Giovani, Sciscioli: a Lampedusa proposte da protagonisti

di TMNews lunedì 4 dicembre 2023
1' di lettura

Roma, 4 dic. (askanews) - "L'Italia chiamò. Il coraggio di essere protagonisti", questo il titolo della due giorni tenutasi a Lampedusa dove l'Agenzia Italiana per la Gioventù, promotrice dell'iniziativa, si è confrontata con i ragazzi dell'isola, tutti coinvolti in attività di formazione.

Presente anche il Capo Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, Michele Sciscioli:

"Le ragazze e i ragazzi di Lampedusa ci dimostrano come parlare di giovani generazioni che non hanno voglia di impegnarsi è un falso mito. Hanno invece dimostrato con la loro presenza e le loro proposte le richieste che vogliono essere protagonisti non solo del futuro ma anche del presente è far si che Lampedusa non venga tenuta solo presente per le emergenze o per le questioni che arrivano alla ribalta nazionale soltanto perchè c'è un problema. Mi hanno riempito il cuore, quindi con gli strumenti come Carta giovani nazionale e il Servizio civile universale cercheremo di dare loro sempre più attenzione per far sì che possano sì restare a Lampedusa ma anche andare fuori per poi tornare con competenze ed esperienza che daranno a Lampedusa un presente ed un futuro luminoso e positivo".

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La corsa a sindaco di New York City è sempre seguita con attenzione, poiché la città è la capitale finanziaria della nazione e le decisioni dei suoi leader spesso influenzano il dibattito politico nazionale, almeno per quanto riguarda il Partito Democratico, che detiene la maggioranza locale. Il 111esimo sindaco della città più grande degli Stati Uniti entrerà in carica il primo gennaio.

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"In questi giorni arrivano notizie drammatiche da el-Fasher che, dopo mesi di assedio, è caduta nelle mani delle Forze di supporto rapido - racconta - Le testimonianze che ci arrivano parlano di violenze diffuse, esecuzioni, saccheggi e migliaia di persone intrappolate senza acqua, cibo o assistenza sanitaria. È una tragedia dentro la tragedia di un conflitto che oramai dura da oltre due anni".

Attualmente 30 milioni di persone in Sudan, su 60 milioni di abitanti, hanno bisogno di aiuti umanitari. La metà sono bambini.

"Emergency è presente nel Darfur meridionale, a Nyala, con un ospedale pediatrico con degenza. Anche qui la situazione resta gravissima - prosegue D'Alonzo - Dall'inizio della guerra la città è martoriata da violenze, mancanza di elettricità, scarsità di acqua pulita e di cibo. Nel nostro centro pediatrico ogni giorno vediamo tantissimi bambini, molti dei quali malnutriti o con patologie aggravate dalle condizioni di vita. Ogni ricovero racconta quanto profonda sia la crisi umanitaria che sta affrontando il Sudan".

Anche nella capitale Khartoum che ad aprile era stata riconquistata dall'esercito governativo (SAF) la situazione resta tesa. Qui Emergency, rimasta per tutta la durata del conflitto anche nei mesi di assedio, è presente con il Centro Salam di cardiochirurgia e un ambulatorio con reparto pediatrico.

"Nei giorni scorsi l'aeroporto, che era prossimo alla riapertura, è stato nuovamente bombardato da droni - spiega D'Alonzo - abbiamo sentito notizie della presa della città di Barra, che dista circa quattro ore di auto dalla zona più a ovest della città di Khartoum. Tutto questo alimenta il timore che la guerra possa estendersi ancora e riportare il Paese indietro, proprio mentre si sperava in qualche segnale di tregua. A Port Sudan invece in questi due anni si sono riversate le centinaia di migliaia di profughi in fuga e lo abbiamo visto anche nell'alto numero di visite nel nostro ospedale pediatrico. Nei mesi scorsi anche lì, dove la guerra non era mai arrivata, si sono verificati duri attacchi con droni".

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