Agguato di Trump a Ramaphosa su "genocidio bianco" nello Studio Ovale
Washington, 21 mag. (askanews) - Un botta e risposta in mondovisione alla Casa Bianca fra Donald Trump e il presidente sudafricano Ciryl Ramaphosa.
Il presidente Usa ha ribadito nello Studio Ovale le accuse al governo del Paese africano di permettere quello che ha definito un "genocidio dei bianchi", a cui verrebbero sottratte le terre con la forza.
"Molte persone sono molto preoccupate per quanto riguarda il Sudafrica, ed è proprio questo lo scopo dell'incontro e vedremo come andrà a finire. Ma abbiamo molte persone che si sentono perseguitate e vengono negli Stati Uniti e le facciamo entrare se riteniamo che ci sia una persecuzione o un genocidio in corso", ha detto Trump -"in genere sono contadini bianchi e stanno fuggendo dal Sudafrica, ed è una cosa molto triste da vedere".
Ramaphosa ha respinto, con toni molto pacati ma fermi, tutte le accuse, ammettendo soltanto l'esistenza di partiti minoritari che chiedono l'espropriazione di terre ai bianchi e un problema di violenze compiute da gang di delinquenti comuni.
"Questa non è la politica del governo. In Sudafrica abbiamo una democrazia multipartitica che permette a tutte le persone di esprimersi e in molti casi, o in alcuni casi, queste politiche non vanno d'accordo con la politica del governo", ha spiegato, "La politica del nostro governo è completamente, completamente contraria a ciò che lui ha detto, anche in parlamento. Si tratta di un piccolo partito di minoranza a cui la nostra Costituzione consente di esistere".
"Ma gli permettete di prendere loro la terra", ha insistito Trump, a più riprese "No. Nessuno può prendere la terra", ha ribadito il presidente sudafricano, interrotto ancora diverse volte da Trump.