CATEGORIE

Mons. Palinuro: Nicea evento che ha segnato cristianità

di TMNews lunedì 27 gennaio 2025
2' di lettura

Roma, 27 gen. - Quest'anno si celebrano i 1700 anni dal Concilio di Nicea, un evento epocale che ha segnato profondamente la storia della cristianità. Proprio in questa città, oggi conosciuta come Iznik, si tenne nel 325 d.C. il primo concilio ecumenico, convocato dall'imperatore Costantino.

Durante la puntata de I Viaggi del Cuore di Canale5, don Davide Banzato ha avuto modo di approfondire questo straordinario avvenimento grazie a un'intervista esclusiva con S.E. Mons. Massimiliano Palinuro, vescovo e missionario italiano, vicario apostolico di Istanbul e amministratore apostolico di Costantinopoli dal 14 settembre 2021. Con grande passione e competenza, Mons. Palinuro ci ha accompagnato nella scoperta dei primi sette concili ecumenici svoltisi in Turchia, soffermandosi sull'importanza del dialogo e dell'approfondimento teologico generati da questi eventi storici. Un concilio ecumenico, infatti, è un'assemblea di vescovi chiamati a rispondere a questioni fondamentali per la fede e la vita della Chiesa. A Nicea, i vescovi provenienti da tutto il mondo cristiano si riunirono per affrontare il tema dell'eresia ariana, che contestava la divinità di Gesù Cristo. Costantino mise a disposizione il suo palazzo imperiale, situato sulle rive del lago di Nicea e oggi sommerso, per accogliere questo incontro epocale che portò alla stesura del Simbolo niceno, il Credo che ancora oggi professiamo.

Parlando di Nicea, non possiamo non citare le parole di Papa Francesco, che ha recentemente sottolineato l'importanza di questa città per la storia della fede cristiana e ha espresso il desiderio di visitarla in occasione di questa significativa ricorrenza: "Nicea ci ricorda la bellezza e la sfida dell'unità nella diversità, che la Chiesa è chiamata a testimoniare in ogni epoca. Preghiamo perché questi luoghi siano sempre segno di dialogo e di riconciliazione."

Ma la rilevanza di Nicea non si limita al primo concilio del 325. Nel 787, questa stessa città ospitò il secondo concilio di Nicea, tenutosi nella splendida basilica di Santa Sofia, oggi moschea, che ancora conserva tracce della sua antica grandezza grazie a recenti restauri. Qui si riaffermò l'importanza delle immagini sacre, risolvendo la controversia sull'iconoclastia.

Come Mons. Palinuro ci ha spiegato, la Turchia può essere considerata una vera e propria terra santa della Chiesa, non solo per la testimonianza degli apostoli e delle prime comunità cristiane, ma anche per l'importanza storica dei sette concili ecumenici che vi si sono svolti. Le eresie, seppur fonte di divisione, hanno avuto il merito di spingere la Chiesa ad approfondire la teologia e a tematizzare la fede in modo sempre più chiaro e strutturato. Un esempio lampante è proprio l'eresia ariana, che costrinse a un ritorno alle fonti del Nuovo Testamento per proclamare con fermezza la natura divina di Gesù Cristo.

Nicea, quindi, non è solo il simbolo di un momento di crisi superata, ma anche un richiamo per tutti i cristiani a ritrovare le radici della propria fede. Visitarla oggi significa immergersi in un luogo che ha visto fiorire i primi passi dell'unità cristiana e che continua ad essere un punto di riferimento per chiunque cerchi un dialogo autentico tra storia, fede e spiritualità

tag

Ti potrebbero interessare

Kallas invita Israele a indagare dopo sugli spari contro i diplomatici

Roma, 21 mag. (askanews) - Kaja Kallas, capo della diplomazia dell'Unione Europea, ha chiesto a Israele di indagare sull'incidente di oggi, in cui una delegazione diplomatica arabo-europea si è trovata sotto il fuoco di avvertimento delle Idf (Forze di Difesa israeliane) durante una visita a Jenin, in Cisgiordania.

"Invitiamo senza dubbio Israele a indagare su questo incidente e a chiamare i responsabili a risponderne", ha affermato Kallas quando gli è stata chiesta una spiegazione della questione durante una conferenza stampa tra Ue e Unione Africana.

"Qualsiasi minaccia alla vita dei diplomatici è inaccettabile.

Israele è anche firmatario della Convenzione di Vienna, che prevede l'obbligo di garantire la sicurezza di tutti i diplomatici stranieri", ha aggiunto. Un funzionario diplomatico occidentale, il cui Paese era rappresentato nella delegazione, ha definito l'evento "un incidente grave al quale reagiremo".

"Non si tratta di un inconveniente", ha affermato il funzionario, rispondendo alle scuse trasmesse dalle Idf in seguito all'evento, in cui l'esercito ha affermato di "rammaricarsi per l'inconveniente causato" ai diplomatici stranieri.

"Si tratta di un incidente grave al quale reagiremo in modo appropriato, dopo aver consultato i nostri partner", ha affermato il funzionario. Le Idf hanno affermato che i soldati hanno sparato colpi di avvertimento dopo che il gruppo non ha seguito il percorso approvato, concordato al momento del coordinamento del tour con l'esercito, visto che la zona è una zona di combattimento attiva.

TMNews

Referendum, Mancini (FdI): Non migliorativi

Roma, 21 mag. (askanews) - "Nessuno dei quesiti referendari migliora realmente le condizioni dei lavoratori. Noi come FdI abbiamo sempre lavorato con altro approccio molto più concreto, legato alle politiche attive e non all'assistenzialismo. Sono referendum tecnici che non darebbero risultati sperati. Quello che noi vogliamo è aumentare il salario e il potere d'acquisto. Bene la recente approvazione della proposta di iniziativa popolare sulla partecipazione alla gestione di impresa: un provvedimento innovativo a favore dei lavoratori, che dà finalmente attuazione all'articolo 46 della Costituzione. Oggi i giovani non vogliono soltanto un salario, ma benessere lavorativo ed equilibrio vita lavoro. La conciliazione tra vita e lavoro oggi è data anche dal welfare aziendale, le imprese garantiscono ciò che oggi non si riesce a dare. E poi sulla contrattazione ci vuole semplificazione, le facilitazioni aiuteranno il lavoro e la contrattazione di secondo livello". Lo ha detto Paola Mancini, Senatrice di Fratelli D'Italia, a Largo Chigi, il format in onda su Urania Tv.

TMNews

Ucciso in strada a Madrid Andriy Portnov, ex parlamentare ucraino

Roma, 21 mag. (askanews) - Un agente di polizia copre il corpo di Andriy Portnov, ex parlamentare ucraino sanzionato dagli Stati Uniti e collaboratore dell'ex presidente ucraino filo-russo Viktor Yanukovych, ucciso a colpi d'arma da fuoco vicino a Madrid.

Secondo quanto riportato da El Mundo, che cita fonti investigative, Portnov è stato raggiunto da cinque colpi, l'ultimo alla testa, all'ingresso della scuola americana dove aveva appena lasciato i figli. Il quotidiano spagnolo ricorda che Portnov, 52 anni, era stato accusato di alto tradimento nel suo Paese.

Avvocato ed ex alto funzionario statale ucraino, Portnov è stato membro del parlamento negli anni 2000 prima di diventare vice capo dell'amministrazione presidenziale di Yanukovych, il capo di Stato filorusso fuggito dall'Ucraina in Russia dopo aver represso nel sangue le proteste filoeuropee note come rivoluzione di Maidan nel 2014. Dopo la caduta di Yanukovych, Portnov è fuggito dal Paese e si è stabilito in Russia, poi in Austria, prima di tornare in Ucraina dopo l'elezione di Volodymyr Zelensky a presidente nel 2019.

Secondo quanto riportato dai media ucraini, Portnov, grazie alle sue conoscenze ai massimi livelli del potere, è riuscito a fuggire dall'Ucraina nel giugno 2022, dopo l'inizio dell'invasione russa, nonostante il divieto imposto agli uomini di età compresa tra 18 e 60 anni di lasciare il Paese, salvo alcune eccezioni.

Negli ultimi anni, era stato oggetto di numerose indagini. Nel 2018, il servizio di sicurezza ucraino Sbu ha aperto un'indagine contro di lui per sospetto di alto tradimento, sostenendo che Portnov fosse coinvolto nell'annessione illegale della penisola di Crimea da parte della Russia. Il procedimento penale è stato chiuso nel 2019.

TMNews

Crosetto: rispettate rigorosamente norme su import-export armi Israele

Roma, 21 mag. (askanews) - "Mi ritengo amico di Israele e Palestina e distinguo Israele dalle scelte del governo attuale che, ribadisco, non condivido. Il nostro governo rispetta con rigore la normativa nazionale e internazionale in materia di importazione ed esportazione di armamenti, nello specifico la legge 185. Le caratteristiche dell'intervento israeliano su Gaza dopo il 7 ottobre 2023 e le successive operazioni in Libano ha indotto il governo italiano a sospendere le autorizzazioni di esportazione ai sensi della legge 185. Abbiamo adottato un approccio cauto, equilibrato e particolarmente restrittivo. Per quanto riguarda le esportazioni autorizzate prima dell'intervento israeliano, è stata effettuata una valutazione circostanziale caso per caso". Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto rispondendo a una domanda sull'import export e militare italiano da e verso Israele durante il Question time alla Camera.

"Relativamente alle importazioni - ha aggiunto il ministro - la legge 185 chiarisce la posizione assunta dal governo poiché non prevede una valutazione di merito sulla provenienza dei materiali ma la valutazione sul loro utilizzo finale e sull'impatto potenziale sulla difesa e sicurezza dell'Italia".

TMNews