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Taranto, scongiurato un disastro ambientale da rifiuti radioattivi

di TMNews giovedì 30 gennaio 2025
2' di lettura

Taranto, 30 gen. (askanews) - Un disastro ambientale è stato scongiurato con le operazioni di trasferimento degli ultimi 141 fusti degli oltre 16.600, contenenti rifiuti radioattivi, dal deposito Cemerad di Statte in provincia di Taranto agli impianti della Casaccia di Nucleco, Società controllata da Sogin. La conclusione di questa attività ha permesso di risolvere una delle maggiori criticità ambientali del Paese: complessivamente, sono stati allontanati 16.640 fusti contenenti sorgenti, filtri contaminati dall'evento Chernobyl, rifiuti radioattivi prodotti da attività mediche, industriali e di ricerca, che si trovavano all'interno di una struttura fatiscente, raccolti dalla società Cemerad fra la metà degli anni Ottanta e il 2000, quando il sito è stato sottoposto a sequestro giudiziario da parte della Procura di Taranto.

"È una giornata importantissima, è una giornata veramente fondamentale per questo sito - ha detto Vannia Gava, viceministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica - perché oggi chiudiamo una brutta pagina di storia. È stato un lavoro importante, un lavoro portato avanti in maniera egregia e anche se vogliamo in poco tempo, se andiamo poi a vedere e a togliere i tempi morti di tutta la parte anche iniziale. Quindi l'impegno del governo anche nel mettere le ultime risorse nella legge di bilancio del 2021 e l'impegno di tutti, perché è un impegno corale, nel voler portare avanti velocemente la risoluzione di questa partita. A monte dobbiamo dire che queste cose non dovrebbero succedere però abbiamo dimostrato che quando succedono siamo in grado anche di riparare e di intervenire in estrema sicurezza e anche velocemente".

Le operazioni di allontanamento dei fusti presenti nel sito erano iniziate il 15 maggio del 2017. I trasporti, interrotti per mancanza di fondi nell'ottobre 2020, erano poi ripresi nell'ottobre 2023 grazie all'iniziativa del commissario straordinario che è riuscito ad assicurare la disponibilità dei fondi necessari per concludere le operazioni. "Non è stato sempre facile - ha detto il commissario straordinario Vera Corbelli - non è stato facile perché all'inizio sono stati destinati 10 milioni. Poi abbiamo avuto bisogno per tutta una serie di situazioni tecniche che sono verificate, il rinfustamento dei fusti, la messa in sicurezza di questo capannone perché presenta dei problemi, come si può vedere, un capannone fatiscente. E quindi un capannone che si prestava a vari attacchi anche di persone senza scrupoli. Quindi avrebbe potuto creare dei seri problemi".

Nella prima fase della bonifica ogni fusto è stato identificato e catalogato rispetto alle sue caratteristiche radiologiche ai fini del trasporto e del successivo trattamento. La seconda fase ha riguardato la valutazione delle condizioni di integrità fisica dei fusti, che ha richiesto spesso il loro "riconfezionamento" per evitare sversamenti. Nella terza fase, dopo la preparazione dei documenti di trasporto, i fusti sono stati trasferiti negli impianti di operatori autorizzati e specializzati. I rifiuti radioattivi, trattati e messi in sicurezza, resteranno ora stoccati nei depositi temporanei di Nucleco in attesa del loro conferimento finale al Deposito Nazionale, una volta disponibile.

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