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L'ironia motore dell'arte italiana, una mostra al MAMbo

di TMNews venerdì 7 febbraio 2025
2' di lettura

Bologna, 7 feb. (askanews) - Una mostra sull'idea di ironia, intesa come socratica "arte di fare domande", ma anche come strategia estetica e critica capace di alludere a significati profondi senza esprimerli direttamente. Il MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna ha inaugurato, nei giorni di Arte Fiera, l'esposizione collettiva "Facile ironia. L'ironia nell'arte italiana tra XX e XXI secolo", curata da Caterina Molteni e dal direttore del MAMbo, Lorenzo Balbi. "La mostra è una passeggiata degli ultimi decenni di arte italiana - ha detto Balbi - attraverso opere che sono accomunate dall'uso del filtro ironico, una strategia che molti artisti e artisti italiani hanno usato per esprimere la loro arte".

Il progetto gioca su più livelli, sfrutta i colori e le immagini apparentemente "facili", per aprire però, ovviamente, prospettive più complesse, spinose, metafisiche o politiche attraverso più di cento opere di 70 artisti dagli anni Cinquanta a oggi. Uno dei punti centrali è quello del linguaggio, che assume rilevanza particolare nella prospettiva dell'ironia, e passa attraverso le opere di Agnetti, Salvo o Giuseppe Chiari, ma anche attraverso le interpretazioni di De Dominicis, che accoglie il pubblico con la sua letterale "Mozzarella in carrozza", così come quelle di Eva & Franco Mattes, con il loro notevole "CopyCat".

E poi spazio all'orso d Paola Pivi così come ai dipinti di Alberto Savinio, alle istanze femministe e ai disegni scolastici di Aldo Mondino, ma anche alle strutture di Pino Pascali e a vere e proprie icone del Novecento come la "Merda d'artista" di Piero Manzoni, di cui in mostra è esposto anche un più raro "fiato d'artista".

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Durante il suo intervento, Trincia ha proposto una riflessione sul ruolo degli archivi come strumenti per leggere il presente e come incubatori di futuri possibili.

"Gli archivi sono il mio lavoro: ogni volta che ricostruisco una storia, mi sento un animale da archivio. Sono ciò che rendono viva una storia e ti permettono di capire le dinamiche sociali o anche il linguaggio di una determinata epoca. Ma bisogna avere gli occhi per vederli, per guardarli. Non si può essere superficiali, occorre avere tanta curiosità. Anche perché in un archivio come questo, così denso di numeri e di dati amministrativi, trovare storie è complesso. Ma è una bella operazione, molto sfidante".

Ancora Trincia: "Mi hanno colpito in particolare le storie di due impiegate, una degli anni Trenta e una di fine anni Quaranta, perché ci ho visto umanità, sofferenza, speranza. Sono due storie che ho intercettato in pochissime righe, ma quelle persone mi è davvero sembrato di vederle".

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Elly Schlein e Giuseppe Conte: "Questa è un'altra Italia - ha detto la segretaria del Pd - un'Italia che non tace come fa il governo Meloni, è un'Italia che invece vuole la pace". "Questa è la piazza dell'umanità contro uno sterminio sistematico che va avanti da 20 mesi con tanti governi, a partire da quello italiano, che stanno facendo finta di non vedere e ancora oggi balbettano" ha aggiunto Conte.

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In piazza, tra grandi bandiere palestinesi, delle forze politiche organizzatrici del corteo e della pace, slogan come "Palestina libera", striscioni con scritto "Stop al genocidio di Gaza" e "Basta massacro" e dei finti bambini morti avvolti in lenzuola bianche, anche Klaus Davi con una bandiera arcobaleno con la stella di David e una bandiera israeliana.

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"Milarepa", Murray Abraham: oggi soldi per armi ma no per cibo e arte

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"La protagonista di questo film è una giovane donna, con uno spirito indipendente, giovane. Io sono anziano, ho 85 anni, e solo ora penso di aver iniziato la mia redenzione, mi ci è voluto moltissimo tempo. Lei riesce a farlo da giovane, spero sia un esempio per i giovani, far capire che c'è sempre possibilità di redenzione, speranza, umanità".

Il film è ambientato in un mondo distrutto da ignoranza, guerre, in cui regna l'avidità e lo spirito di vendetta. Qualcosa che, secondo Mr. Abraham, ci ricorda molto il mondo di oggi. "Un'altra cosa che mi è piaciuta di questo film è che mostra un perfetto parallelismo con il nostro mondo, che oggi può essere distrutto dalle armi nucleari. Ma la differenza è un'altra: può essere veramente la fine dell'umanità? Ne continuiamo a parlare ma sembra che nessuno voglia fare niente per evitarla. Purtroppo si continuano a spendere soldi per gli armamenti, invece che in cibo e in arte".

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