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Bridget Jones è tornata. Zellweger: siamo tutte cambiate insieme a lei

di TMNews venerdì 14 febbraio 2025
2' di lettura

Roma, 14 feb. (askanews) - E' arrivato in anteprima in alcune sale solo il giorno di San Valentino ma uscirà in tutti i cinema italiani il 27 febbraio "Bridget Jones - Un amore di ragazzo". L'ultimo capitolo della romantica saga interpretata da Renée Zellweger, diretto da Michael Morris, ci mostra una Bridget madre single, dopo che Mark (Colin Firth) è stato ucciso in una missione umanitaria in Sudan. La sua vita è sempre un po' pasticciata, e ora deve crescere due figli, elaborare un lutto, e non ha tempo per l'amore. Fin quando non incontra per caso un ragazzetto prestante, interpretato da Leo Woodall, e l'insegnante dei suoi figli, interpretato da Chiwetel Ejiofor.

"Io credo che nel corso degli anni tutte noi abbiamo attraversato situazioni simili a quelle di Bridget. La società, il modo in cui le donne vengono raccontate, quello che chiedono in termini di rispetto e considerazione sono cambiati. In questo film la troviamo in un momento in cui affronta cose più serie. Alla nostra età tutte più o meno abbiamo avuto a che fare con la tristezza e la perdita, e lei deve far fronte ad un momento più complicato. Tutte noi ci possiamo rispecchiare".

E alla domanda cosa rappresenti Bridget per lei Renée ha risposto: "Dal momento in cui ho incontrato Bridget Jones, leggendo i libri ho pensato: lei ti toglie l'ansia, ridi con lei di cose in cui ti riconosci, capisci quanto sia sciocco essere preoccupati per tutto. Capisci che ci sono cose che succedono a tutte, che non c'è bisogno di controllare il caos. Secondo me tutto questo è meraviglioso e assolutamente liberatorio".

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Durante il suo intervento, Trincia ha proposto una riflessione sul ruolo degli archivi come strumenti per leggere il presente e come incubatori di futuri possibili.

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Ancora Trincia: "Mi hanno colpito in particolare le storie di due impiegate, una degli anni Trenta e una di fine anni Quaranta, perché ci ho visto umanità, sofferenza, speranza. Sono due storie che ho intercettato in pochissime righe, ma quelle persone mi è davvero sembrato di vederle".

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In piazza, tra grandi bandiere palestinesi, delle forze politiche organizzatrici del corteo e della pace, slogan come "Palestina libera", striscioni con scritto "Stop al genocidio di Gaza" e "Basta massacro" e dei finti bambini morti avvolti in lenzuola bianche, anche Klaus Davi con una bandiera arcobaleno con la stella di David e una bandiera israeliana.

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"Milarepa", Murray Abraham: oggi soldi per armi ma no per cibo e arte

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