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Dazi, Urso smentisce effetti negativi sull'export Italia verso Usa

di TMNews mercoledì 14 maggio 2025
1' di lettura

Roma, 14 mag. (askanews) -"In questo contesto ancora in movimento, dobbiamo prendere atto che l'annuncio dei dazi al momento non ha avuto effetti negativi sull'export italiano negli Stati Uniti, che anzi è significativamente aumentato nei primi tre mesi dell'anno".

Lo ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso durante un'audizione alla Camera sui dazi commerciali Usa.

"Nel primo trimestre del 2025, infatti, le nostre esportazioni hanno segnato più 11,8% in base ai dati Istat, rispetto a un anno prima. Non è avvenuto altrettanto per altri paesi europei" ha detto Urso. "Questo è probabilmente dovuto sia al fenomeno naturale di accumulo di scorte, che aziende e consumatori americani hanno fatto nel timore appunto dei dazi, ma anche verosimilmente alla forza intrinseca specifica in alcuni settori, davvero unica, del made in Italy - ha proseguito - a cui i cittadini americani non vogliono rinunciare".

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DR Automobiles: novità di brand e prodotto a Barcellona e Verona

Milano, 14 mag. (askanews) - DR Automobiles protagonista di due importanti appuntamenti di settore: il Salone di Barcellona per affermare la volontà di crescere all'estero con il debutto del brand dedicato DR International e il Dealer Day di Verona con importanti novità di prodotto.

"Siamo contemporaneamente a Barcellona, al Salone di Barcellona, con tantissime novità dove siamo di fatto atterrati come come gruppo, come Dr. Automobiles Group, con il portafoglio dei nostri brand, dei nostri sei brand e in contemporanea qui a Verona al Dealer Day con sette brand. Perché e qui ne debutta uno nuovo che è Katay che è quello dei veicoli commerciali", ha detto Massimo Di Tore, Direttore comunicazione, marketing e relazioni istituzionali di DR Automobiles.

Fra le novità di Verona dove DR è presente con diversi stand di cui uno dedicato a Katay che può contare su una gamma di 6 modelli elettrici e gpl, spicca la Sportequipe S8 GT un suv di 4,7 metri (7 posti 5 nella versione Thermohybrid benzina/gpl), spinto da un 1.6 turbo da 186 CV. Al debutto anche il restyling della DR 6.0 oltre alla citycar Birba, la Tiger 8 (eight) e il suv Ich-X X3.

All'estero dopo i buoni risultati registrati in Spagna grazie all'etichetta Eco per le auto a Gpl che consente l'accesso ai centri urbani, il gruppo punta a crescere in diversi altri mercati. "Non solo Spagna, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Grecia, Belgio e poi in futuro anche Germania e Francia quindi l'idea è di avere una dimensione di dare al gruppo DR Automobiles una dimensione europea insomma quindi non più soltanto mercato italiano", ha detto Di Tore.

Un piano di crescita ambizioso per un gruppo che conta oggi 7 brand e 27 modelli, nel 2024 ha venduto 32mila auto e gestisce un parco circolante di 170mila veicoli con una rete capillare di 412 show room e 421 centri assistenza in grado di consegnare ricambi in 48 ore in tutta Italia. "Tutto questo deve essere supportato ovviamente a livello industriale, quindi con un potenziamento del polo di Macchia di Isernia attraverso nuovi impianti e non solo nel Polo di Macchia di Isernia. Sono previsti altri impianti, ovviamente con un incremento anche dei livelli occupazionali. Tutto questo per avere una maggiore capacità produttiva".

Altre novità sono attese da DR nei prossimi mesi sia a livello industriale che di prodotto.

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Salute, 10+1 impegni per gestire la stomia in modo sostenibile

Roma, 14 mag. (askanews) - Oltre 75mila persone vivono con una stomia, una procedura chirurgica che crea un'apertura artificiale nel tratto digerente o urinario per il passaggio di feci od urine. Un intervento spesso necessario a causa di neoplasie o malattie croniche.

Per affrontare questa situazione serve un approccio multidisciplinare e sostenibile. A Roma nell'evento "10 + 1 Action point. Gli impegni sostenuti da Convatec per la persona con la stomia" è stato chiesto 'a che punto siamo?'. E' stata una occasione per presentare i risultati raggiunti e delineare le prossime sfide.

Ilenia Malavasi, deputato Partito democratico, dice come aiutare: "E' necessario avere una serie di professionisti che possano seguire il paziente non solo sul lato chirurgico, ma anche dal punto di vista di una presa in carico dello psicologo, del nutrizionista, del riabilitatore. Quindi una presa in carico che possa comunque aiutare il paziente non solo in un percorso chirurgico, ma un percorso di vita. Proprio perché il tempo di vita è un tempo prezioso, un tempo di cure, un tempo di qualità per garantire un processo post operatorio che permetta una vita dignitosa".

La stomia rappresenta una condizione complessa che richiede un approccio multidisciplinare e integrato. Malavasi poi aggiunge: "Oltre alla formazione medica abbiamo bisogno c'è bisogno di una formazione che riguardi il paziente ed anche il caregiver. Oggi in Italia ci sono circa 8 milioni di persone che fanno i caregiver, che si prendono cura di amici, familiari, che diventano un punto di riferimento importante per tutti quegli impegni domiciliari, che in una alleanza nuova tra territorio ed ospedale diventa sempre più importante. Quindi il diritto di essere informati, di sensibilizzare anche il caregiver insieme al paziente diventa una garanzia ed un elemento di qualità per il diritto di cura del paziente".

Francesco Murano aveva solo 21 anni quando è stato stomizzato. Influencer e motivatore è impegnato a sensibilizzare e informare. E' la visione positiva della vita con la stomia. "Tra le cose che più mi chiedono, sicuramente, ci sono tutte quelle domande legate alle avversità che si devono affrontare durante la giornata - spiega - Dal semplice farsi un bagno, una doccia normalissima, fino a cosa mangiare a tavola per non avere problemi durante diciamo la fuoriuscita degli affluenti. Oltre a questo ci sono tante piccole domande sulla vita quotidiana, l'uscire a cena con gli amici, affrontare le prime uscite con un cambiamento fisico non indifferente, andare al mare od in montagna, esporsi al pubblico. Queste sono le cose più complicate che affrontiamo, specie in un primo momento. Ma che soprattutto sono le domande che più ricevo sotto questo punto di vista".

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Università, prof. Marianelli: rimettiamo al centro cura relazioni

Roma, 14 mag. (askanews) - Prendiamoci cura. L'Università per il nostro tempo: comunità, relazioni, ricerca. E' il titolo del programma elettorale del Professor Massimiliano Marianelli, Ordinario di Storia della Filosofia, candidato a Rettore dell'Università di Perugia. Si vota a giugno. Delegato del Rettore per la Didattica, poi Presidente del Presidio della Qualità d'Ateneo, quindi Direttore di Dipartimento e membro del Senato Accademico: Marianelli punta "sulla partecipazione e la presenza nel quotidiano dei Dipartimenti e su una visione del rettorato che risponde al principio di sussidiarietà, con una grande attenzione alla riduzione delle diseguaglianze". Askanews lo ha intervistato.

Professore, l'Università italiana gode di buona salute?

"Siamo in un momento molto particolare delle Università italiane e in particolare delle pubbliche. La legge 240 ha cambiato profondamente il modo di intendere l'università, si è avviato un percorso per la sua "aziendalizzazione", con criteri che premiano la ricerca quantitativamente così come la didattica, un sistema di valutazione che mette in crisi il valore dell'università pubblica. Che prima di pensare al profitto era chiamata a pensare alla formazione dei giovani, coloro che nel nostro tempo dovranno guidare i cambiamenti sociali".

Come valorizzare allora il grande patrimonio dell'Università di Perugia:

"I grandi temi esposti sono centrali anche per comprendere lo specifico della mia università, una delle più antiche del mondo, nata nel 1308. Un valore assoluto a livello internazionale e un riferimento. Bisogna dunque avere una grande visione ma saper restare nel quotidiano dove si gioca questa visione. Dunque rimettere al centro le relazioni, quei rapporti che qualificavano alle origini le università, uno spazio di relazione tra personale docente, tecnico e studenti".

Guardando al mondo che cambia e agli studi accademici, che relazione oggi raccontano?

"Abbiamo perso la direzione, la guida dei processi e dei cambiamenti. E quindi ci siamo affidati a un progresso che non è verso il meglio per l'essere umano ma verso l'utile, l'immediato, e se perdiamo di vista quale è il centro della formazione e quindi il valore dell'Università che è l'ente più alto della formazione da più di mille anni abbiamo perso la capacità di interrogarci sul senso e la capacità di interferire con i cambiamenti di paradigma".

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Università, prof. Molinari: rimettiamo al centro cura relazioni

Roma, 14 mag. (askanews) - Prendiamoci cura. L'Università per il nostro tempo: comunità, relazioni, ricerca. E' il titolo del programma elettorale del Professor Massimiliano Marianelli, Ordinario di Storia della Filosofia, candidato a Rettore dell'Università di Perugia. Si vota a giugno. Delegato del Rettore per la Didattica, poi Presidente del Presidio della Qualità d'Ateneo, quindi Direttore di Dipartimento e membro del Senato Accademico: Marianelli punta "sulla partecipazione e la presenza nel quotidiano dei Dipartimenti e su una visione del rettorato che risponde al principio di sussidiarietà, con una grande attenzione alla riduzione delle diseguaglianze". Askanews lo ha intervistato.

Professore, l'Università italiana gode di buona salute?

"Siamo in un momento molto particolare delle Università italiane e in particolare delle pubbliche. La legge 240 ha cambiato profondamente il modo di intendere l'università, si è avviato un percorso per la sua "aziendalizzazione", con criteri che premiano la ricerca quantitativamente così come la didattica, un sistema di valutazione che mette in crisi il valore dell'università pubblica. Che prima di pensare al profitto era chiamata a pensare alla formazione dei giovani, coloro che nel nostro tempo dovranno guidare i cambiamenti sociali".

Come valorizzare allora il grande patrimonio dell'Università di Perugia:

"I grandi temi esposti sono centrali anche per comprendere lo specifico della mia università, una delle più antiche del mondo, nata nel 1308. Un valore assoluto a livello internazionale e un riferimento. Bisogna dunque avere una grande visione ma saper restare nel quotidiano dove si gioca questa visione. Dunque rimettere al centro le relazioni, quei rapporti che qualificavano alle origini le università, uno spazio di relazione tra personale docente, tecnico e studenti".

Guardando al mondo che cambia e agli studi accademici, che relazione oggi raccontano?

"Abbiamo perso la direzione, la guida dei processi e dei cambiamenti. E quindi ci siamo affidati a un progresso che non è verso il meglio per l'essere umano ma verso l'utile, l'immediato, e se perdiamo di vista quale è il centro della formazione e quindi il valore dell'Università che è l'ente più alto della formazione da più di mille anni abbiamo perso la capacità di interrogarci sul senso e la capacità di interferire con i cambiamenti di paradigma".

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