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Colpi su una tendopoli, altri morti a Khan Younis nel sud di Gaza

di TMNews venerdì 23 maggio 2025
1' di lettura

Khan Younis, 23 mag. (askanews) - Palestinesi all'ospedale Nasser di Khan Younis nel sud della Striscia di Gaza piangono i familiari uccisi da un bombardamento israeliano su una endepoli. Secondo i servizi di protezione civile guidati da Hamas, i morti sono almeno 16.

"Dormivamo quando a mezzanotte abbiamo sentito il rumore del bombardamento. Sono morti i bambini, il padre e la madre, mio marito e mio figlio" dice Samira Abu Teir. "Non avevano fatto niente di male, erano bambini innocenti, il padre e la madre erano povera gente. E lei era incinta di sette mesi, di sette mesi!"

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"Alessia, Martina, Renée e Desirée erano mie allieve, le ho viste crescere, sognare, danzare. E adesso sono qui a parlare di loro al passato. La violenza non è solo un pugno, è uno sguardo che spoglia, è una parola che ferisce, è una porta chiusa a chiave, è un amore malato che controlla, umilia e isola, è un telefono che vibra di insulti, un no che non viene ascoltato. È uno stupro, un femminicidio, un padre che uccide le figlie, è un fidanzato che si crede padrone, è una società che spesso guarda altrove. Eppure queste ragazze, le mie ragazze volevano solo vivere, sognare, ballare, esistere. Vi prometto che danzerò per voi, farò danza per voi e urlerò il vostro nome finché il mondo non mi ascolti. Perché ogni bambina, ogni ragazza ha diritto a un futuro e non a una lapide", ha detto commossa Maria Grazia Angeletti.

Dopo tre edizioni di successo a Milano, Terre des Hommes ha presentato a Roma "Stand Up for Girls!", l'evento che invita a ripartire dai diritti delle bambine e delle ragazze per costruire una società più equa e consapevole. L'evento si è tenuto presso il Teatro Nazionale, in Via del Viminale 51. Organizzato nell'ambito della campagna indifesa di Terre des Hommes, "Stand Up for Girls!" è stato un momento speciale in cui riflettere e trovare ispirazione, attraverso gli short talk curati da speaker provenienti dal mondo dello spettacolo, della cultura e dello sport, allo scopo di offrire nuovi spunti sulle questioni di genere.

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Fra i suoi progetti fotografici più famosi "Terra", "Exodus", "Amazzonia" e "Genesi", che in oltre 245 scatti di grande formato, e in bianco e nero, raccontava l'esistenza di un Pianeta ancora incontaminato.

A spingerlo, come sempre, "un'enorme curiosità di vedere il mondo e conoscerlo", aveva raccontato in occasione della presentazione della mostra a Milano, nel 2014.

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