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Polonia, vince il sovranista Nawrocki, Tusk: chiederò la fiducia

di TMNews martedì 3 giugno 2025
1' di lettura

Varsavia, 3 giu. (askanews) - Affluenza record per il secondo turno delle elezioni presidenziali in Polonia. Gli elettori polacchi hanno scelto Karol Nawrocki, sovranista, candidato del partito Diritto e Giustizia (PiS) del presidente uscente Andrzej Duda, sconfitto Rafal Trzaskowski, sindaco europeista di Varsavia che era il candidato della coalizione di governo di Donald Tusk. Una vittoria sul filo per quasi il 51% contro poco più del 49%. "Salveremo la Polonia - ha detto il vincitore Nawrocki - non permetteremo a Donald Tusk di avere il monopolio del potere. Un cattivo governo che non si cura delle finanze pubbliche e ci priva dei grandi sogni e delle nostre aspirazioni".

Dopo il risultato, il primo ministro polacco Donald Tusk ha dichiarato che chiederà un voto di fiducia in Parlamento: "Voglio che tutti vedano, compresi i nostri oppositori, in patria e all'estero, che siamo pronti per questa situazione, che comprendiamo la gravità del momento, ma che non abbiamo intenzione di fare un passo indietro", ha sottolineato il premier in un discorso alla tv nazionale.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump h fatto le sue congratulazioni al candidato dell'opposizione polacca, definendolo suo "alleato".

"Il leale alleato di Trump vince in Polonia, sconvolgendo tutta l'Europa. Congratulazioni Polonia, avete scelto un vincitore!", ha scritto su Truth Social.

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"Non è un'innovazione particolare - spiega il segretario generale - funziona come per i tassi antiusura dove si prevede che le banche non possono fare prestiti fuori dai tassi ufficiali di interesse: noi diciamo che non si può vendere un litro di latte all'azienda di trasformazione, alla grande distribuzione, al di sotto del costo industriale di produzione, perché quello comporterebbe sfruttamento, evasione fiscale, mancata remunerazione del capitale da parte dell'azienda che investe. E' una questione di civiltà".

Per contrastare il caporalato, secondo la Fai-Cisl, non serve il salario minimo ma l'applicazione rigorosa dei contratti esistenti. La lotta al fenomeno richiede leggi efficaci, ispezioni capillari e controlli che verifichino la corrispondenza tra ettari coltivati e lavoratori impiegati. "Più controlli, più gestione degli appalti - spiega Rota - per evitare che gli appalti vengano, specialmente dalle aziende definite 'senza terra', perché rischiano di rovinare il mercato del lavoro agricolo che invece è un mercato tutelato, contrattualmente sostenuto dalla bilateralità e che va rispettato".

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