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"Mani nude", Gassmann: c'è assuefazione alla violenza, è pericoloso

di TMNews giovedì 5 giugno 2025
2' di lettura

Roma, 5 giu. (askanews) - "Mani nude", nei cinema dal 5 giugno, è un noir che si interroga sulla nostra vera natura, sulla violenza che alberga in noi, su quanto siamo predisposti a scatenarci contro il prossimo. Mauro Mancini dirige un film teso e crudo in cui un ragazzo qualunque, interpretato da Francesco Gheghi, viene rapito e costretto a combattere per la sopravvivenza, sotto il controllo ferreo di un uomo interpretato da Alessandro Gassmann. Quest'ultimo aveva già girato con Mancini un film su rabbia e violenza, "Non odiare", ed è particolarmente interessato ad approfondire questi temi. "E soprattutto nelle forme, nei due film che abbiamo fatto insieme, Mauro ha voluto costruire. - ha spiegato - Appunto, fare un tuffo nel nero, nel nulla, dove sembra non esserci nessuna via d'uscita e trovare un barlume di luce che ci può condurre ad una soluzione".

Gassmann, Gheghi e il regista accompagneranno il film in sala a Roma nel primo week end, il 7 e l'8 giugno. Un'occasione per riflettere proprio sulla violenza diffusa nella nostra società. "Noi scorriamo così velocemente sui nostri device immagini di violenza in una maniera quotidiana, ormai. - ha detto il regista - E passando da un contenuto di intrattenimento e uno invece reale, concreto, di violenza enorme, di morte, di sopraffazione, è questo, secondo me, il vero punto di svolta". Gassmann ha aggiunto: "Non si ha più possibilità, per alcune persone, di discernere tra il reale e il finto e quindi c'è assuefazione in questo senso, e questa è la cosa più pericolosa secondo me".

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Durante il suo intervento, Trincia ha proposto una riflessione sul ruolo degli archivi come strumenti per leggere il presente e come incubatori di futuri possibili.

"Gli archivi sono il mio lavoro: ogni volta che ricostruisco una storia, mi sento un animale da archivio. Sono ciò che rendono viva una storia e ti permettono di capire le dinamiche sociali o anche il linguaggio di una determinata epoca. Ma bisogna avere gli occhi per vederli, per guardarli. Non si può essere superficiali, occorre avere tanta curiosità. Anche perché in un archivio come questo, così denso di numeri e di dati amministrativi, trovare storie è complesso. Ma è una bella operazione, molto sfidante".

Ancora Trincia: "Mi hanno colpito in particolare le storie di due impiegate, una degli anni Trenta e una di fine anni Quaranta, perché ci ho visto umanità, sofferenza, speranza. Sono due storie che ho intercettato in pochissime righe, ma quelle persone mi è davvero sembrato di vederle".

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Elly Schlein e Giuseppe Conte: "Questa è un'altra Italia - ha detto la segretaria del Pd - un'Italia che non tace come fa il governo Meloni, è un'Italia che invece vuole la pace". "Questa è la piazza dell'umanità contro uno sterminio sistematico che va avanti da 20 mesi con tanti governi, a partire da quello italiano, che stanno facendo finta di non vedere e ancora oggi balbettano" ha aggiunto Conte.

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In piazza, tra grandi bandiere palestinesi, delle forze politiche organizzatrici del corteo e della pace, slogan come "Palestina libera", striscioni con scritto "Stop al genocidio di Gaza" e "Basta massacro" e dei finti bambini morti avvolti in lenzuola bianche, anche Klaus Davi con una bandiera arcobaleno con la stella di David e una bandiera israeliana.

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"Milarepa", Murray Abraham: oggi soldi per armi ma no per cibo e arte

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