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Johnson & Johnson guarda al 2030 e spinge sull'onco-ematologia

di TMNews martedì 17 giugno 2025
2' di lettura

Milano, 17 giu. (askanews) - La multinazionale statunitense Johnson & Johnson, che produce farmaci e apparecchiature mediche, spinge sulla ricerca e lo sviluppo di medicine innovative, soprattutto in ambito onco-ematologico, con l'obiettivo di arrivare, da qui al 2030, a circa cinque nuove approvazioni ogni anno a livello globale. È l'impegno preso durante un incontro a Milano, a Palazzo dei Giureconsulti, nel quale è stato presentato il futuro dell'innovazione terapeutica in onco-ematologia e sono stati condivisi i risultati dei recenti congressi internazionali Asco e Eha.

"Ci definiamo - ha detto la direttrice medica di Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia, Alessandra Baldini - una start up di 140 anni perché esistiamo dal 1886, ma sin dall'inizio cerchiamo e continuiamo di portare innovazione. Questo si traduce in grandi investimenti in ricerca e sviluppo, nel 2024 sono stati investiti 17 miliardi di dollari in ricerca, e cerchiamo di sviluppare delle soluzioni terapeutiche innovative, quindi i cosiddetti capostipiti, apripista, farmaci nuovi della classe che hanno fino ad oggi alcuni dei quali trasformato completamente la storia naturale di alcune patologie, come ad esempio il mieloma multiplo".

È il caso delle quattro immunoterapie studiate per essere utilizzate in fasi diverse della malattia e, conseguentemente, per soddisfare i bisogni insoddisfatti di pazienti, dalle linee precoci alle linee più avanzate.

"È stata straordinaria nell'ultima decina d'anni l'evoluzione - ha osservato il direttore Ematologia Universitaria ospedale Città della Salute e della Scienza di Torino, Benedetto Bruno - che ha avuto il trattamento del mieloma. Ovviamente le prospettive sono di una maggiore sopravvivenza del paziente, più di un decennio, ma soprattutto con una qualità di vita aumentata, che permette anche di programmare un po' la vita, mentre 10-15 anni fa la sopravvivenza era limitata a pochi anni. A cosa è dovuto questo cambiamento in positivo del trattamento? Alle immunterapie fondamentalmente che si possono dividere in anticorpi monoconali, bspecifici, Car-T cells che sono delle cellule del paziente ingegnerizzate e i coniugati agli anticopi, quindi un panorama molto vasto che deve essere comunque calato nella realtà del paziente e utilizzato nella maniera più idonea".

La tendenza è infatti quelle di una personalizzazione della terapia. Un cambiamento di approccio che permette ai medici di orientare la scelta terapeutica per ogni paziente non solo sulla base dell'efficacia, ma anche della tollerabilità e della modalità di somministrazione, favorendo, ad esempio, le formulazioni sottocutanee al posto delle più complesse somministrazioni per via endovenosa.

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