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L'Unità di crisi al lavoro h24 per gli italiani in Iran e in Israele

di TMNews giovedì 19 giugno 2025
1' di lettura

Roma, 19 giu. (askanews) - "Qui dalla sala operativa rispondiamo a tutte le telefonate degli italiani che ci chiamano da Israele e dall'Iran ma sopratttuto dai famigliari dei rispettivi gruppi. Lavoriamo in questo modo: pubblichiamo

i testi controllati che possiamo comunicare ai cittadini. Nel caso dell'Iran abbiamo anche creato un indirizzo speciale, d'accordo con l'ambasciata, che si chiama assistenza.iran@esteri.it , pensato per fare da casella postale, raccogliere le segnalazioni di italiani in Iran e anche famigliari in Italia e superare in qualche modo il problema di comunicazione che c'è con l'Iran": lo ha dichiarato il capo dell'Unità di crisi Nicola Minasi, parlando con i giornalisti nella sala operativa della Farnesina, dove si lavora h24 per contattare gli italiani che hanno fatto richiesta di assistenza per uscire da Israele (circa 250 segnalazioni), in particolare di connazionali non residenti, ma di passaggio, mentre in Iran, dove le comunicazioni sembrano più complicate, sono meno di 100, 30 dei quali sono già partiti, che hanno fatto richiesta di partire dal Paese".

"Continuiamo a seguire le notizie continuamente da varie fonti, non solo dai media, ma anche dai social media e altri sistemi. La raccomandazione che diamo a tutti per non perdere i contatti è quella di registarsi sulla app viaggiare sicuri oppure sul sito Dove siamo nel mondo", ha ribadito il capo dell'Unità di crisi.

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Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace, è stata incarcerata per decenni dalla giunta militare, fra prigione e domiciliari, prima di essere liberata nel 2010, da lì l'ascesa ai vertici della politica birmana, con grandi critiche per non aver fatto nulla per fermare il genocidio dei musulmani Rohingya; poi dopo un nuovo colpo di Stato militare è stata di nuovo condannata e imprigionata, nel 2021.

"Per quanto ne sappiamo, è stata tenuta in isolamento - spiega il figlio - È difficile saperlo, ma abbiamo sentito che potrebbe essere stata ferita durante il terremoto e che ha problemi di salute, tra cui problemi alle gengive, alle ossa e al cuore. Oggi ha 80 anni, quindi non è più giovane come un tempo".

Il figlio chiede l'impegno della comunità internazionale per il suo rilascio e per la fine del regime militare nel suo Paese, su cui pesa il silenzio dell'Occidente.

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