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Copenaghen in bici, alla scoperta di ponti e piste ciclabili

di TMNews giovedì 26 giugno 2025
2' di lettura

Copenaghen, 26 giu. (askanews) - L'ultimo ponte ciclabile è stato inaugurato solo alcuni giorni fa. Dal 2015, è stata classificata più volte come la capitale più bike-friendly del mondo: con 750mila biciclette (cinque volte il numero di automobili) e 662mila abitanti. Benvenuti a Copenaghen, lungo le ciclabili più innovative d'Europa e non solo. Si va dai ponti a forma di serpente, al Circle Bridge del 2015, fino alle ciclabili lungo la costa dell'Oresund. Sono 397 i chilometri di piste ciclabili, e il 45% (secondo Bicycle-friendly Copenhagen -Wonderful Copenhagen) degli abitanti le utilizza tutti i giorni per recarsi a lavoro o all'Università, per una distanza media di 9 chilometri al giorno. Il 75% degli abitanti della capitale danese non possiede una auto. In forte crescita anche le cargobike, principalmente elettriche: una famiglia su quattro a Copenaghen ne possiede una.

Lars Weiss, sindaco di Copenaghen, spiega l'importanza di investire in ciclabili. "Abbiamo investito molto nelle infrastrutture per le bici. Si tratta della principale azione politica intrapresa. Copenaghen è una città relativamente in pianura, quindi è facile spostarsi in bicicletta. E oggi, per la maggior parte degli abitanti, il modo più semplice e veloce di spostarsi in città è scegliere la bicicletta".

Nel 2022, la città ha investito 10 milioni di euro in infrastrutture ciclabili per mantenere e migliorare il proprio status di città più bike-friendly al mondo. "A Copenaghen abbiamo circa 400 chilometri di piste ciclabili, e non ci fermiamo qui. Lo stesso vale per ulteriori ponti da costruire. Continueremo a investire sulle ciclabili".

Sicurezza, velocità nel muoversi e soprattutto zero inquinamento. Sono i tre fattori trainanti che fanno di Copenaghen la capitale della bici. Come spiega Line Barfod, Assessore agli Affari Tecnici e Ambientali della Città di Copenaghen e Presidente della Commissione Tecnica e Ambientale. "Ci sono due aspetti da sottolineare. Il primo è che abbiamo realizzato delle piste ciclabili in modo che sia sicuro andare in bicicletta. L'altro è che la città è stata progettata per le biciclette. In 15 minuti si può avere tutto ciò di cui si ha bisogno. La scuola, l'asilo, il supermercato, gli eventi culturali e così via. Non c'è bisogno dell'auto".

Progetti per il futuro? "Stiamo pianificando i prossimi ponti attraverso il porto; ogni volta che ne costruiamo uno nuovo, ancora più ciclisti lo utilizzano. Sono ponti che uniscono i quartieri, sia in senso letterale del termine, che metaforico, perché in questo modo è molto più facile spostarsi, imparare a conoscere la propria città, fare nuove amicizie. È un ponte non solo materiale". Per il prossimo ponte ci vorrà qualche anno. Ma non troppi. Copenaghen è in continua trasformazione. Intanto, si pedala...

Per i turisti che desiderano fare esperienza di passeggiate in bici lungo la città consigliamo "Cycling Copenaghen" (www.cycling-copenhagen.dk) che organizza anche dei tour. Se invece si intende andare molto fuori la città e percorrere uno dei tratti delle ciclabili europee, suggeriamo "Onewaybiketours.com". Per informazioni sulla città e sulla Danimarca, VisitCopenhagen (https://www.visitcopenhagen.com) e VisitDenmark (https://www.visitdenmark.it)

Servizio di Serena Sartini

Montaggio e immagini di Carla Brandolini

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Kenya, dopo proteste i famigliari chiedono giustizia: almeno 16 morti

Nairobi, 26 giu. (askanews) - Il giorno dopo che le proteste in Kenya hanno causato almeno 16 morti, secondo Amnesty International, le famiglie in lutto chiedono giustizia. Davanti all'obitorio a Nairobi è un via vai di auto, tra gli abbracci e le lacrime dei famigliari.

"Non so cosa dire, sono senza parole. Voglio giustizia per lui perché era tutto per me", afferma una donna, Winfred Mwangi, il cui marito è morto durante le proteste, rimasta con due figli piccoli.

Una zia, Fatuma Opango, il cui nipote adolescente è stato ucciso durante la protesta, chiede giustizia per il figlio del fratello, e racconta: "Mi è stata mandata una foto perché girava voce che due ragazzi fossero stati uccisi a Rongai, ed è così che sono arrivata qui all'obitorio comunale, dove ho mostrato alle guardie di sicurezza la foto di Ian Opango (il nipote, ndr), e mi hanno detto che il suo corpo era all'obitorio. Sono stata chiamata per identificare il ragazzo, ed era sicuramente lui. È stato colpito sotto l'occhio e il proiettile è uscito dalla nuca".

Le marce del 25 giugno - organizzate per ricordare l'anniversario della mega protesta contro l'aumento delle tasse un anno fa, culminata nell'assalto al parlamento - si sono concluse con decine di persone uccise dalle forze di sicurezza.

"Condanniamo questo uso eccessivo della forza - denuncia Hussein Khalid, Direttore esecutivo di Vocal Africa - Crediamo che la polizia avrebbe potuto mostrare moderazione. Non era necessario uccidere così tanti kenioti in tutto il Paese, e questo è il problema in cui ci troviamo. Se protestate contro le uccisioni compiute dalla polizia, ne uccidono ancora di più. Quindi riteniamo che ci sia ancora molta strada da fare e chiediamo giustizia per tutti coloro che sono stati uccisi", ha concluso.

TMNews

60 anni di Lega del Filo d'Oro, un video con Neri Marcoré

Roma, 26 giu. (askanews) - In occasione della Giornata Internazionale della Sordocecità (27 giugno), la Fondazione Lega del Filo d'Oro ETS - Ente Filantropico porta all'attenzione del pubblico le difficoltà di chi non vede e non sente con un video firmato dalla voce di Neri Marcoré, testimonial dell'associazione. La Lega, da 60 anni punto di riferimento in Italia per la sordocecità e la pluridisabilità psicosensoriale, riaccende l'attenzione su questa disabilità unica e specifica, per dare voce alle istanze di chi non vede e non sente e delle tante famiglie che chiedono soluzioni concrete per il futuro dei propri figli, che rappresentano una fascia non trascurabile di popolazione, spesso invisibile, che rischia di essere confinata nell'isolamento imposto dalla propria disabilità a causa delle barriere e delle disuguaglianze che è costretta ad affrontare, anche nelle attività quotidiane e più importanti. Una persona con sordocecità, ad esempio, non può andare in ospedale senza essere accompagnata da un interprete, bambini e ragazzi non possono frequentare la scuola senza programmi adeguati, gli adulti non possono accedere al mondo del lavoro, senza politiche realmente inclusive.

Sulla sordocecità gli italiani hanno un livello di informazione solo discreto: sanno che è una condizione che si può presentare già dalla nascita, congenita, legata a infezioni durante la gravidanza, a nascita prematura, a rare malattie genetiche (70.4%) e - meno - che è una condizione che si può acquisire nel corso della vita, a seguito di traumi, gravi malattie, etc. (58.9%) . Un quinto (19.7%) è erroneamente convinto che la sordocecità sia una disabilità rara, con pochissimi casi in Italia, e un sesto (16.9%) non è a conoscenza delle possibilità per comunicare con il mondo ("la persona sordocieca dalla nascita non ha alcun modo di comunicare con il mondo esterno").

Nonostante una conoscenza ancora parziale, la sensibilità rispetto a questi temi è in crescita: se negli ultimi 10 anni molte 'buone cause', aree di intervento degli Enti del Terzo Settore, hanno visto una diminuzione del numero di sostenitori tramite donazione, la più rilevante eccezione è costituita dall'"assistenza alle persone con disabilità motorie, cognitive e sensoriali", passata dal 9.4% del 2016 al 16.4% del 2025 . E dal 2016 al 2025 la parte degli italiani che dichiarano di conoscere la Lega del Filo d'Oro non solo di nome ma, in modo qualificato, è passata dal 31.0% al 46.2%.

Al fine di porre l'attenzione su alcuni temi centrali per promuovere un reale cambiamento, la Lega del Filo d'Oro ha presentato nel marzo del 2024, alla Camera dei deputati, il Manifesto delle Persone Sordocieche, un documento in dieci punti in cui si chiede alle Istituzioni un maggior impegno affinché ogni persona sordocieca venga riconosciuta e sostenuta, ovunque e sempre, con accesso a cure, interpreti e strumenti che possano davvero fare la differenza nella vita di tutti i giorni. Perché l'inclusione scolastica, la mobilità autonoma, l'accessibilità dei luoghi di sport e cultura, la possibilità di lavorare e abitare in spazi pensati per le esigenze specifiche di chi non vede e non sente non sono solo diritti, ma passi fondamentali verso una società in cui nessuno venga lasciato indietro.

"Da 60 anni il lavoro della Lega del Filo d'Oro è animato dalla passione e, soprattutto, dal coraggio di vedere e ascoltare "oltre" ciò che è possibile, per dare voce ai bisogni delle persone sordocieche e delle loro famiglie, costruendo un futuro in cui ognuno possa autodeterminarsi e vivere una vita dignitosa e autonoma - dichiara Rossano Bartoli, Presidente della Fondazione Lega del Filo d'Oro - Questa Giornata rappresenta un'occasione preziosa per fare il punto su quanto è stato fatto negli anni, ma soprattutto su quanto resta ancora da fare per garantire la piena inclusione di chi non vede e non sente, a partire dal pieno riconoscimento da parte delle Istituzioni della sordocecità come disabilità specifica. La Lega del Filo d'Oro crede fermamente che con il sostegno di tutti si possano superare le sfide attuali per creare una società più equa e accessibile, capace di riconoscere il potenziale delle persone sordocieche come una risorsa preziosa per l'intera collettività".

Da sessant'anni, la Lega del Filo d'Oro è impegnata in prima linea nel portare all'attenzione delle Istituzioni politiche e dell'opinione pubblica le istanze delle persone sordocieche e con pluridisabilità psicosensoriale e delle loro famiglie, promuovendo l'autonomia, l'inclusione sociale e il pieno riconoscimento dei loro diritti. In particolare, molti sforzi sono stati condotti affinché non fosse fermato l'iter per la revisione e la piena applicazione della Legge 107/2010 sul riconoscimento della sordocecità come disabilità unica e specifica. A tal proposito, nel marzo dello scorso anno il Consiglio dei Ministri ha approvato un importantissimo disegno di legge (il cosiddetto semplificazioni-bis) volto a garantire il riconoscimento della sordocecità a tutte le persone che manifestano compromissioni totali o parziali combinate della vista e dell'udito, congenite o acquisite, a prescindere dall'età di insorgenza. Tale misura si inserisce nel più ampio disegno di riforma avviato con la Legge Delega per la Disabilità (Legge 22 dicembre 2021, n. 227), che accompagnerà l'aggiornamento della definizione di sordocecità a una semplificazione dei criteri e delle modalità di accertamento.

La nuova definizione di sordocecità - che si auspica possa essere approvata anche dal Parlamento - segna un cambio di passo fondamentale per le persone sordocieche. Avere una definizione che finalmente riconosca la sordocecità, indipendentemente dall'età, è di cruciale importanza per garantire pienamente il diritto alla salute e all'assistenza, nonché per promuovere una reale autodeterminazione. La sfida del pieno riconoscimento della sordocecità come disabilità specifica non deve, pertanto, esaurirsi in un - auspicato e necessario - miglioramento della presa in carico sanitaria e sociosanitaria, ma consiste nel tradurre le politiche di inclusione in diritti pienamente esigibili.

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LEGA DEL FILO D'ORO - Oggi la Lega del Filo d'Oro è presente in undici regioni e segue oltre 1.250 utenti provenienti da tutta Italia svolgendo le sue attività di assistenza, educazione e riabilitazione delle persone sordocieche e con pluridisabilità psicosensoriale nei Centri e Servizi Territoriali di Osimo (AN), Sede principale dell'Ente, Lesmo (MB), Modena, Molfetta (BA) e Termini Imerese (PA) e nelle Sedi Territoriali di Novara, Padova, Pisa, Roma, San Benedetto dei Marsi (AQ) e Napoli. Per maggiori informazioni visita: www.legadelfilodoro.it

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La Russa riceve il neo ambasciatore americano Tilman J. Fertitta

Roma, 26 giu. (askanews) - Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha ricevuto a Palazzo Madama l'Ambasciatore degli Stati Uniti, Tilman J. Fertitta, come si vede nelle immagini di Senato Web Tv.

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Orban: no a Ucraina in Ue, con Kiev entra anche la guerra

Bruxelles, 26 giu. (askanews) - Il premier ungherese Viktor Orban ha detto di essere contrario all'ingresso dell'Ucraina nell'Unione europea.

"Se ci integriamo, se integriamo l'Ucraina nell'Unione Europea, integriamo la guerra - ha dichiarato poco prima del Consiglio europeo a Bruxelles - non vogliamo stare insieme in una comunità con un Paese che è in guerra e rappresenta un pericolo imminente per noi. Perché se un membro dell'Unione Europea è in guerra, significa che l'Unione Europea è una guerra e questo non ci piace".

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