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Politiche attive e passive del lavoro: il modello dell'Artigianato

di TMNews giovedì 10 luglio 2025
3' di lettura

Milano, 10 lug. (askanews) - "Le politiche passive e attive del lavoro: il modello dell'Artigianato". È il titolo del convegno nazionale promosso dall'Ente Bilaterale Nazionale dell'Artigianato (EBNA) e dal Fondo di solidarietà bilaterale dell'artigianato (FSBA) che si è svolto a Montepulciano, nel contesto della manifestazione "Luci sul Lavoro".

L'incontro ha rappresentato un'importante occasione di approfondimento sul ruolo strategico della bilateralità dell'artigianato nella costruzione di un mercato del lavoro più equo, dinamico e resiliente.

Al centro del dibattito, l'integrazione tra ammortizzatori sociali e politiche attive, con un'attenzione particolare all'esperienza del sistema bilaterale dell'artigianato, capace di coniugare il sostegno al reddito con percorsi concreti di formazione e riqualificazione professionale. Un modello avanzato che, attraverso l Fsba e Fondartigianato per la formazione continua, dimostra come sia possibile offrire risposte efficaci alle crisi aziendali e alle transizioni occupazionali.

"Noi - ha dichiarato Riccardo Giovani Presidente EBNA e FSBA - vorremmo incrociare nell'ambito dell'attività, della bilateralità, questi due aspetti fondamentali del mercato del lavoro. Naturalmente investendo sulla formazione. Già adesso ci sono esempi concreti di sinergie fra il Fondo di solitarietà bilaterale dell'artigianato che eroga ammortizzatori sociali e Fondo Artigianato che fa formazione continua, ma anche attraverso le altre potenzialità che l'ente bilaterale nazionale ha in termini di mercato del lavoro, in termini di competenze, in termini di matching".

Tra i relatori intervenuti, esponenti delle istituzioni, del mondo accademico, delle parti sociali e dei sistemi regionali del lavoro.

Il contributo del Ministero del Lavoro ha posto l'attenzione sulle linee di intervento nazionali che si muovono nella stessa direzione, come il Fondo Nuove Competenze, GOL (Garanzia Occupabilità dei Lavoratori) e i fondi europei per la riqualificazione nei casi di crisi industriale.

"L'importanza è anche intervenire in maniera prospettica - ha sottolineato Alessandro Gaetani, Dirigente della Direzione generale delle politiche attive del lavoro, dei servizi per il lavoro e degli incentivi all'occupazione, Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali

- e quindi con delle politiche attive del lavoro, quindi legate alla formazione, al miglioramento delle competenze oppure alla diversificazione delle competenze, perché nel momento in cui un lavoratore è a rischio di licenziamento, quindi è sì importante la politica passiva per sostenere in quel momento, ma se deve immaginare in prospettiva ciò che potrebbe essere, rafforzare quelle competenze per farlo rimanere in azienda, oppure molto più probabilmente immaginare di andare verso altri lidi, quindi significa migliorare le competenze per poter in qualche modo arrivare e andare a lavorare in altri e diversi mercati del lavoro".

Un altro punto centrale emerso nel corso del convegno è stato il valore aggiunto del sistema bilaterale nel produrre dati e analisi di scenario: EBNA, in particolare, si conferma un importante provider di dati utili alla programmazione delle politiche del lavoro e allo sviluppo di interventi mirati sul territorio.

"Noi vogliamo dare delle effettive possibilità alle imprese e ai lavoratori di riprendersi dopo il periodo di crisi - ha affermato Stefano Di Niola, Direttore EBNA e FSBA - e crediamo fortissimamente nel valore della formazione continua e quindi, abbinando un periodo di formazione durante i periodi in cui i lavoratori sono in sospensione dell'attività produttiva, in cassa integrazione, riteniamo che si possano avere delle maggiori chance di successo della ripresa produttiva e quindi anche che questo possa contribuire in modo molto rilevante alla conservazione dei posti di lavoro".

Il convegno si è concluso con un rinnovato impegno a consolidare il modello dell'artigianato come leva per una crescita inclusiva, fondata sulla formazione permanente, la qualità del lavoro e la partecipazione delle parti sociali. Un messaggio chiaro: il futuro del lavoro si costruisce attraverso la cooperazione, l'innovazione e la capacità di rispondere con strumenti integrati ai bisogni reali di persone e imprese.

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