Santarcangelo di Romagna, 15 lug. (askanews) - La 55esima edizione di Santarcangelo Festival, storico appuntamento di teatro multidisciplinare diffuso tra Santarcangelo, Longiano, Rimini e Poggio Torriana, ha chiuso con un complessivo sold-out con oltre 24.000 presenze e 12.781 biglietti venduti. Un risultato in portante, soprattutto in un momento di grave difficoltà e di pressione politica per tutto il comparto dello spettacolo dal vivo.
"La prima cosa di cui sono molto molto felice - ha detto ad askanews il direttore artistico Tomasz Kirenczuk - è di vedere moltissima gente dalla città che partecipa al festival.Ma che non solo partecipa, ma anche si mischia con il pubblico dei professionisti, le persone che vengono da tutto il mondo, allora si crea un contesto bellissimo dal punto di vista umano in cui si vede che tutta questa città, tutta questa comunità, veramente vive questo festival".
L'aspetto della partecipazione del pubblico è centrale nella stessa natura della proposta culturale di Santarcangelo, che si muove lungo binari di ricerca e di condivisione, gli artisti che passano, come Diana Anselmo, Alessandro Sciarroni o Marah Haj Hussein hanno ovviamente una cifra artistica personale, ma si trovano in qualche modo accomunati dal modo in cui il festival pensa se stesso, come un grande dialogo aperto.
"Credo che questo sia il vero senso di una istituzione pubblica come noi pensiamo di essere - ha detto ancora il direttore - di un festival che non si concentra soltanto su presentare i lavori artistici, ma piuttosto di costruire questo spazio in cui possiamo incontrarci, riflettere, confrontarsi anche sulle tematiche difficili con e poi trovare pure una certa comunità e questo l'ho visto molto questi giorni al festival e questo chiaramente mi fa molto piacere".
La scena che si incontra al Santarcangelo festival è una scena viva, radicale, politica e contemporanea. E ci parla di danza, teatro, performance, ma anche arti visive, suoni, spettacolo nel senso più largo del termine. "Questa parte del mondo performativo che noi presentiamo - ha concluso Kirenczuk - ha molto a che fare con la diversità, anche con una certa idea dello spazio comune che si può creare, oltre le differenze che ci sono tra di noi. Perché le differenze ci sono e sono moltissime, sono anche molto importanti. Poi la cosa che noi cerchiamo sempre di fare è proprio di costruire questo spazio in cui queste diversità e differenze si possono incontrare a vedere che una non esclude l'altra".
Non escludere sembra uno dei fili rossi di tutto il festival, che il ministero della Cultura ha declassato nei finanziamenti, ma da Santarcangelo, nonostante l'amarezza, nessuno ha intenzione di fermarsi.