A Roma manifestazione contro le esecuzioni in Iran: "Adesso basta"
Roma, 31 lug. (askanews) - Decine e decine di foto di persone uccise in Iran dagli anni '80 ad oggi. L'installazione a Roma per condannare l'ultima, recente, esecuzione di due cittadini iraniani, Behrouz Ehsani e Mehdi Hassani, rispettivamente di 69 e 48 anni, impiccati il 27 luglio nella prigione Ghezel Hesar di Karaj, nella provincia dell'Alborz, dopo un processo secondo Amnesty International "gravemente iniquo", c durato solo cinque minuti.
Erano stati condannati, riporta Amnesty, per generiche e vaghe accuse di ribellione armata contro lo Stato, guerra contro Dio e corruzione sulla terra.
In piazza Santi Apostoli bandiere iraniane e cartelli con scritto "Fermate le esecuzioni in Iran"; alla manifestazione era presente anche Maryam Rajavi, presidente eletta del Consiglio nazionale della resistenza iraniana. "Molto dolore, molta lotta, ma alla fine l'Iran sarà libero con il popolo iraniano e con la resistenza iraniana" ha dichiarato.
"Il mondo deve dire basta a questo regime. Non può rimanere in silenzio. Deve reagire per la libertà in Iran e nel mondo intero", ha affermato un manifestante. "Questo non è un regime con cui puoi sederti e dialogare - ha detto una manifestante - questo è un regime contro cui bisogna essere fermi, è tempo che i governi occidentali, in particolare l'Italia, l'Europa, chiedano fermezza. È davvero giunto il momento".
Le Nazioni Unite hanno esortato l'Iran a smettere di usare la pena di morte, citando un "preoccupante aumento delle esecuzioni" quest'anno. Secondo i dati dell'Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, almeno 612 persone sarebbero state giustiziate in Iran nella prima metà dell'anno.