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Moro: Airbus e l'Italia, un legame che dura da oltre 50 anni

di TMNews venerdì 1 agosto 2025
3' di lettura

Roma, 1 ago. (askanews) - Airbus e l'Italia. Un legame che dura da oltre mezzo secolo e che ha importanti ricadute sul tessuto sociale ed economico del nostro Paese. Una presenza industriale e tecnologica in crescita e foriera di ulteriori sviluppi. Askanews ne ha parlato con Valerio Moro, da pochi mesi head of Airbus in Italia. "L'Italia ha un ruolo fondamentale per Airbus da più di 50 anni. L'Italia è nella Top 10 della supply chain mondiale di Airbus, ha un ruolo assolutamente vitale e con delle ricadute di fatto in termini di posti di lavoro che vanno al di là dei 13mila diretti. E' una cifra importante, una dinamica che prosegue anche nei prossimi anni grazie al rump up, all'aumento della produzione che stiamo proiettando su tutti i nostri grandi programmi di aerei commerciali e anche nel comparto della difesa dove operiamo in partnership storiche con aziende come Leonardo, citiamo a tale proposito il successo di Mbda che è leader nel suo settore, una leadership costruita grazie alla forte cooperazione tra varie nazioni e grosse realtà industriali, poi Atr, che è leader nel settore del trasporto regionale".

Nell'ambito di queste partnership tecnologiche e industriali, si segnala l'accordo dello scorso mese di giugno relativo al modello civile A220:

"L'annuncio che abbiamo fatto recentemente di voler affidare la produzione della fusoliera posteriore dell'A220 a Leonardo, che sarà prodotta nella regione Campania. E' una scelta molto importante che testimonia la fiducia che abbiamo per il sistema paese in termini di capacità industriali e di competenze".

Oltre a quello civile, la collaborazione di Airbus con le aziende italiane riguarda anche la difesa, in particolare con il consorzio Eurofighter. Nelle scorse settimane la Turchia ha annunciato un importante accordo per la fornitura di 40 jet. "Per noi l'Eurofighter è un programma chiave su cui abbiamo fiducia e commitment per il lungo termine. Salutiamo con piacere questo annuncio e contiamo sulla continuazione e lo sviluppo e l'ammodernamento per gli anni successivi di questo prodotto e programma di grande successo che ha una valenza chiave per la sicurezza di tutti noi".

Airbus e tutta l'industria aeronautica sono fortemente impegnate sull'obiettivo globale di Net zero entro il 2050 con l'utilizzo dei Saf, i sustainable aviation fuel e, in prospettiva, dell'idrogeno: "La decarbonizzazione per Airbus è una sfida vitale, lo è non solo per noi ma per l'industria stessa. Riguardo l'idrogeno, continuiamo i nostri sviluppi tecnologici legati a poter poi operare e certificare un certo tipo di velivolo. Quello che abbiamo deciso però è che purtroppo in questo frangente non ci sono ancora le condizioni per poter lanciare il programma. La road map di decarbonizzazione si può vedere in tre step: primo, rinnovo della flotta, gli aerei di nuova generazione sono in media un 20-25% più efficienti della generazione precedente. Secondo punto l'introduzione su larga scala dei Saf. Gli aerei di nuova generazione sono già 50% compatibili con una miscela fino al 50% Saf. Terzo punto l'idrogeno. Assolutamente chiave sia per una filiera Saf e ovviamente per utilizzare l'idrogeno nel velivolo stesso come fonte di energia".

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Rugby World Cup under 20, successo sportivo

Roma, 1 ago. (askanews) - "La progettazione del torneo si è rivelata vincente: non volevamo un semplice evento targato FIR, destinato a esaurirsi nel tempo, ma un'iniziativa capace di coinvolgere attivamente i territori e i club del movimento. È esattamente ciò che è accaduto: le piazze si sono animate e l'esperienza sta coinvolgendo un numero sempre crescente di persone".

Con queste parole Antonella Gualandri, Vice Presidente della Federazione Italiana Rugby, sintetizza lo spirito che ha guidato l'organizzazione della Rugby World Cup Under 20 appena conclusa.

Un lascito ai territori in termini sociali, ambientali e valoriali. La rassegna, che ha visto i migliori talenti mondiali della palla ovale contendersi il titolo fino al trionfo del Sud Africa, non è stata soltanto un grande evento sportivo per il nostro Paese, ma anche un'occasione senza precedenti di partecipazione e condivisione. Il programma di legacy promosso dalla FIR insieme a World Rugby ne ha rappresentato il cuore pulsante.

Secondo Leonardo Ghiraldini, Consigliere della Federazione Italiana Rugby, "il Mondiale Under 20 rappresenta non solo un grande appuntamento sportivo, ma anche un'importante occasione per coinvolgere club, territori, giovani atleti e atlete. Fin dall'inizio, la FIR - insieme a World Rugby - ha lavorato a un piano di legacy, con l'obiettivo di lasciare un'eredità duratura, non solo sul piano sportivo, ma anche con un impatto positivo di carattere sociale e ambientale".

Una delle parole chiave del piano di legacy messo in atto da Fir è stata sicuramente sostenibilità. Con la collaborazione con Ministero dell'Ambiente e Conai sono stati posizionati più di 100 contenitori per la raccolta differenziata, installati erogatori d'acqua, usati 35mila bicchieri riutilizzabili e distribuite 500 boracce alle squadre, installati 61 cartelli con le linee guida per un comportamento responsabile e 7 affissioni con il Manifesto sulla sostenibilità.

E poi tante altre azioni concrete come l'attenzione allo spreco alimentare e diverse attività di riqualificazione delle aree circostanti gli impianti sportivi coinvolti. "Tra le azioni intraprese, la riduzione al minimo dell'uso di plastica e materiali monouso, accompagnata da un importante lavoro di sensibilizzazione sul riciclo dei rifiuti, che ha coinvolto non solo le squadre, ma anche i club e il pubblico. Sul piano sociale, sono state promosse iniziative per diffondere il più possibile questi comportamenti virtuosi e i valori che il rugby porta con sé", spiega Ghiraldini.

La socialità, appunto, rappresenta un altro pilastro fondamentale del lascito che la Coppa del Mondo Under 20 ha voluto trasmettere ai territori. Un'eredità concreta, testimoniata dai tre Rugby Festival organizzati a Verona, Mantova e Brescia, momenti simbolici di un programma più ampio di iniziative diffuse, realizzate con il pieno coinvolgimento delle società sportive locali.

"Anche i giocatori delle nazionali sono stati parte attiva di queste esperienze. Famiglie, bambini e bambine, anche con disabilità, hanno avuto l'occasione di vivere momenti emozionanti e condivisi, a stretto contatto con atleti di livello internazionale. Un'opportunità che ha reso l'inclusione un valore tangibile e imprescindibile del nostro sport", conclude Ghiraldini.

TMNews

Giubileo, al Circo Massimo migliaia di giovani per confessioni

Roma, 1 ago. (askanews) - Gazebo bianchi ordinatamente allineati. Sacerdoti e religiosi a disposizione, alcuni "accampati" anche nei punti più impensati, a disposizione dei giovani. Si è presentato così oggi il Circo Massimo a Roma con un crogiuolo di lingue e nazionalità che è convenuto già dalle 10:30 della mattina nell'antico catino in occasione della "Giornata penitenziale" preludio, nel corso del giubileo dei giovani, al rush finale di domani e domenica a Tor Vergata con Papa Leone.

Giornate che vivranno due momenti clou: quello della veglia notturna e della messa finale, con i tantissimi giovani giunti a Roma da tutto il mondo.

Intanto quest'oggi è stata la giornata delle confessioni che, per otto ore, ha visto i ragazzi, già dalle 10:30 del mattino, convergere al Circo Massimo per accostarsi al sacramento, uno dei più problematici soprattutto per le nuove generazioni ma tanto caro ad un pontefice come Papa Francesco.

Nel grande spazio, una delle tante attrazioni della Città Eterna, sono stati allestiti oltre 200 confessionali con mille sacerdoti pronti a ricevere confessioni e confidenze dei giovani, che si sono messi ordinatamente in fila per appartenenza linguistica davanti agli improvvisati confessionali sfidando il caldo sole romano. A supportarli ed a vigilare che tutto si svolgesse nel migliore dei modi, centinaia di uomini delle forze dell'ordine, della Protezione Civile e dei Vigili del fuoco.

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Raid a Kiev, concluse operazioni di soccorso: 31 morti

Kiev, 1 ago. (askanews) - Sono 31 i morti dell'attacco russo su Kiev del 31 luglio, fra loro cinque bambini secondo quanto riferito dalle autorità ucraine e dai soccorritori che hanno dichiarato ormai concluse le operazioni di ricerca: tutti i corpi sono stati recuperati dalle macerie degli edifici colpiti dai droni e dai missili russi.

È cominciato invece il pellegrinaggio dei residenti del quartiere per rendere omaggio alla vittime.

"Sono fiori perché sono morti dei bambini - dice Iryna Drozd madre di tre bambini - I nostri figli vivono dall'altra parte della strada. Questi bambini sono morti oggi, i nostri figli avrebbero potuto morire".

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Protesta davanti al consolato Usa a San Paolo contro i dazi di Trump

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Il presidente degli Stati Uniti ha inferto un duro colpo alla più grande economia dell'America Latina firmando un ordine esecutivo che impone supplementi tariffari del 50% su una larga parte delle sue esportazioni verso gli Stati Uniti.

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