Istanbul, 3 nov. (askanews) - La Turchia prova a rilanciare il fronte diplomatico su Gaza riunendo a Istanbul i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi, Giordania, Pakistan e Indonesia. Al centro del vertice, convocato dal ministro turco degli Esteri Hakan Fidan, la ricostruzione del territorio devastato e il rischio che il cessate il fuoco negoziato a ottobre crolli definitivamente.
"Israele viola regolarmente il cessate il fuoco e impedisce agli aiuti umanitari di raggiungere il livello necessario - ha detto il ministro turco - Abbiamo ormai raggiunto una fase estremamente critica. I Paesi che partecipano all'incontro di oggi condividono la stessa posizione: non vogliamo che il genocidio a Gaza ricominci". "Israele inoltre non sta adempiendo al suo dovere di consentire la consegna degli aiuti umanitari. Secondo l'accordo, dovrebbero entrare ogni giorno seicento camion di aiuti e cinquanta autobotti di carburante. Ma, francamente, non vediamo che queste quantità vengano rispettate."
Fidan ha poi riferito che Hamas sarebbe disposta a cedere la gestione di Gaza a una struttura palestinese: "Hamas è pronta a trasferire l'autorità su Gaza a un comitato composto da palestinesi. Questi accordi dipenderanno dal tempo e dalle provocazioni, nella misura in cui riusciranno a proteggere i diritti del popolo palestinese". "È necessario ricostruire Gaza, far tornare la popolazione e curarne le ferite. Ma, come è stato detto, francamente nessuno vuole vedere nascere un nuovo regime di tutela mentre si fa tutto questo".
Nel frattempo, il presidente Recep Tayyip Erdogan, intervenendo a un incontro dell'Organizzazione per la Cooperazione Islamica, ha accusato Israele di mettere a rischio la tregua e ha chiesto ai Paesi musulmani di assumere "un ruolo guida" nella ricostruzione, sottolineando che Hamas, a differenza di Israele, sembra intenzionata a rispettare gli accordi.