CATEGORIE

Protesi anca e ginocchio: numeri record

di TMNews mercoledì 17 settembre 2025
3' di lettura

Roma, 18 sett. (askanews) - Il mercato delle protesi articolari in Italia sta vivendo una crescita esponenziale, con oltre 200.000 interventi di protesi d'anca e ginocchio effettuati ogni anno e un incremento annuo del 5%. Questo boom è determinato non solo dall'invecchiamento della popolazione, ma anche da un cambiamento culturale: gli anziani di oggi non accettano più la disabilità e richiedono soluzioni che permettano loro di mantenere uno stile di vita attivo.

Il fenomeno riflette un'evoluzione sociale significativa, come spiega il dottor Luca Marega, uno dei chirurghi ortopedici più esperti in Italia nel campo delle protesi articolari: 'L'allungarsi della vita porta come conseguenza un maggiore consumo delle cartilagini, che sono un po' come le gomme di un'automobile. Ma c'è un altro fattore determinante: anche le persone anziane non accettano più la disabilità. Abbiamo tantissimi pazienti ottantenni che giocano ancora a golf o fanno escursioni in montagna. Una volta un sessantenne si accontentava e si fermava, oggi l'idea della disabilità non è più accettata'.

I dati mostrano che in Italia il numero di interventi di protesi di ginocchio e di anca è in crescita, con un trend che non accenna a diminuire. Parallelamente, si assiste a un'evoluzione delle tecniche chirurgiche e dei materiali utilizzati, che permettono risultati migliori e una ripresa rapida.

'Il terzo fattore che ha contribuito all'aumento degli interventi è la migliore prestazione delle nostre protesi', continua il dottor Marega. '40 anni fa la protesi al ginocchio o all'anca la proponevamo a chi aveva esigenze funzionali modeste, come fare quattro passi o andare al supermercato. Oggi la proponiamo a persone che vogliono tornare a sciare, giocare a tennis o fare ciclismo. Un mio paziente settantenne mi ha mandato una foto dopo essere salito in cima allo Stelvio in bicicletta con una protesi di ginocchio, qualcosa che anni fa sarebbe stato impensabile'.

Particolarmente interessante è il caso delle protesi di rivestimento, una nicchia specialistica che sta guadagnando terreno per i pazienti più giovani e attivi.

'Con le protesi di rivestimento abbiamo operato un maestro di arti marziali che è tornato a insegnare, uno scialpinista che è tornato a fare la guida alpina, e altri pazienti che sono tornati a giocare a tennis a livello amatoriale', racconta il dottor Carlo Marega che lavora a tempo pieno nell'equipe. Con il fratello Filippo, che sta terminando la specializzazione in Ortopedia a Verona, proseguono il percorso tracciato dal nonno Tarcisio Marega nel lontano 1941.

Un altro aspetto rilevante è l'introduzione della robotica nelle sale operatorie, che sta rivoluzionando il settore. 'La robotica ci permette di mettere le componenti protesiche in maniera più precisa, con tensioni muscolari più corrette e orientamenti delle componenti più precisi', spiega Carlo. 'Anche se al momento gli studi a 7-8 anni non mostrano ancora benefici significativi in termini di funzionalità o tassi di revisione rispetto alle tecniche tradizionali, siamo convinti che rappresenti il futuro del settore'.

Il sistema sanitario italiano, nonostante le critiche ricorrenti sulle criticità, mostra in questo settore specifico, un'efficienza notevole. 'Il nostro sistema sanitario, confrontato con quello degli altri paesi, rimane probabilmente il migliore al mondo', afferma con orgoglio il dottor Luca Marega. 'Abbiamo un livello di chirurgia ai massimi livelli mondiali, con mediamente meno di due mesi di lista d'attesa per questi interventi chirurgici negli ospedali in cui lavoro.

Si parla sempre di un anno o due di attesa, ma i nostri pazienti riescono ad essere operati entro due mesi al massimo, e con risultati che attirano chirurghi da tutto il mondo che vengono a vedere le nostre tecniche'.

La sfida sarà mantenere l'eccellenza clinica e l'accessibilità del sistema sanitario di fronte a una domanda in costante aumento.

tag

Ti potrebbero interessare

Crosetto: serve cambio di regole epocale su attività dei militari

Roma, 4 dic. (askanews) - C'è un intero sistema di regole che oggi incide sull'attività dei militari e che, semplicemente, non è più compatibile con ciò che i militari devono fare. "Abbiamo bisogno di Forze Armate pienamente professionali, di uomini e donne che possano svolgere il compito per cui sono stati formati". A spiegarlo il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenuto alle commissioni Difesa congiunte di Senato e Camera sul Documento Programmatico Pluriennale della Difesa per il triennio 2025-2027.

Le missioni all'estero, nella visione del ministro, hanno una funzione chiara: servono a creare condizioni di sicurezza che permettano sviluppo e pace. I contingenti non sono un simbolo: sono uno strumento concreto di stabilità. I militari devono poter fare i militari. E per questo bisogna sostenerli, rafforzarli, renderli parte di un sistema più efficace.

"Tutte queste regole non posso proporle io al Parlamento, perché? Perché non voglio che siano di parte".

Il Parlamento, ha detto Crosetto parlando della necessità di una condivisione, deve confrontarsi, comprenderlo, ascoltare non solo il ministro o i sottosegretari, ma soprattutto chi vive ogni giorno il terreno operativo. Saranno loro a spiegare perché certe regole non funzionano.

Più in generale, per il ministro, il contesto globale è evidentemente segnato da una diffusa instabilità.

"Il conflitto russo-ucraino dal canto suo è giunto al quarto anno e prosegue con intensi attacchi russi contro infrastrutture energetiche e obiettivi civili" ha detto. "Intanto constatiamo come questa sia ormai una 'war of drones' caratterizzata da un sempre più rapido ciclo di innovazione tecnologica. Le tecnologie emergenti e dirompenti assumono un ruolo chiave nelle dinamiche strategiche, militari, industriali e la crescente accessibilità a nuove tecnologie consente anche a soggetti ostili di acquisire strumenti avanzati a basso costo, difficili da identificare e contrastare, come droni e mini droni, impiegabili individualmente o in sciame. L'intenso confronto armato fra Iran e Israele, d'altra parte, ha ribadito, ove ce ne fosse bisogno, il ruolo insostituibile dei sistemi difensivi aggiornati e performanti, oggi messi alla prova dell'aumento significativo della portata della velocità dei vettori offensivi, balistici, cruise e unmanned, che si avvalgono di capacità sempre più insidiose messe a disposizione dell'intelligenza artificiale. Ne discende la necessità di un ciclo di adattamento rapido, costante, il cui ritmo e bontà dipendono dall'accuratezza e dalla velocità di raccogliere informazioni rilevanti, di renderle immediatamente disponibili alla catena operativa, quella logistica e poi a quella del procurement".

TMNews

Hong Kong, dopo maxi incendio al bando le reti di sicurezza

Hong Kong, 4 dic. (askanews) - Nelle immagini gli operai rimuovono le reti di sicurezza dalle impalcature degli edifici di Hong Kong, dopo che il governo ne ha ordinato la rimozione entro sabato. Le autorità affermano che l'incendio della scorsa settimana nel complesso residenziale Wang Fuk Court, che ha causato la morte di 159 persone, è stato probabilmente aggravato dall'uso di reti di sicurezza non conformi agli standard di resistenza al fuoco.

TMNews

Al via a Skopje la 32esima riunione dei ministri OSCE

Skopje, 4 dic. (askanews) - Si è aperta A Skopje la 32esima riunione del Consiglio ministeriale dell'OSCE, il principale appuntamento annuale dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa. Al centro dei lavori: conflitti regionali, sicurezza energetica, tutela dei diritti umani e il futuro dell'OSCE in un contesto geopolitico sempre più instabile.

Fondata nel 1975 per attenuare le tensioni tra Est e Ovest durante la Guerra fredda, l'OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) conta 57 Paesi membri.

TMNews

Pecoraro Scanio: da Milano volata finale per #cucinaitalianaUnesco

Milano, 4 dic. (askanews) - "La cucina italiana merita il riconoscimento mondiale dell'Unesco. La settimana prossima, il 10 dicembre, si deciderà a Delhi in India. Questa è l'ultima settimana di mobilitazione, di raccolta firme, di iniziative a sostegno di una candidatura motivata dalla sostenibilità e diversità bioculturale della nostra cucina che è da sempre considerata una delle più famose e rilevanti al mondo, ma soprattutto una cucina sana e legata ai prodotti agroalimentari tradizionali". Lo ha detto Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione Univerde e promotore della rete #EcoDigital, durante l'evento a Milano "Digitale e Tavola: la cucina italiana verso l'UNESCO", un appuntamento che

ha riunito mondo della ristorazione, istituzioni, innovatori e realtà della comunicazione.

"Non è un caso - ha sottolineato - che da Milano abbiamo rilanciato proprio con i Pat, prodotti agroalimentari tradizionali, che sono alla base del riconoscimento della diversità bioculturale della cucina italiana, abbiamo rilanciato insieme alla Federazione Italiana Cuochi e a Eurotoques questa necessità. Vogliamo davvero coinvolgere i cittadini, i ristoratori, il mondo dei produttori agroalimentari in quest'ultimo rush finale per ottenere il riconoscimento Unesco, ma soprattutto per fare in modo che la cucina italiana sia il simbolo del no fake food, cioè della contrarietà a cibi ultraprocessati, cibi che sono spesso definiti cibo spazzatura che sono dannosi alla salute. Una cucina italiana come simbolo di sostenibilità e di diversità bioculturale. Ringrazio tutti gli esperti e i giovani di EcoDigital che hanno partecipato a questo evento anche raccontando le potenzialità del digitale per diffondere una sana cultura di un'alimentazione buona, sostenibile, amica dell'ambiente e della salute".

TMNews