Torino, 7 nov. (askanews) - Si è svolto oggi, presso la Fondazione "Sandretto Re Rebaudengo" di Torino, il primo congresso di Slow Fiber, che ha presentato la sua visione per un nuovo futuro del settore tessile: un modello produttivo fondato sulla bellezza etica e responsabile, dove i capi e i tessuti non siano soltanto belli, ma anche buoni, puliti, giusti e durevoli.
Nata nel 2022 dall'incontro tra Slow Food e una rete di aziende italiane virtuose, Slow Fiber si pone l'obiettivo di trasferire i valori del "buono, pulito e giusto" dal cibo al tessile, promuovendo una cultura industriale che rispetti la dignità dei lavoratori, la salute dei consumatori e gli equilibri della natura.
"Slow Fiber nasce dall'incontro con Slow Food con l'idea di portare la filosofia del buono, sano, giusto e pulito anche nel tessile. Le simmetrie e le vicinanze sono enormi: entrambe le industrie purtroppo hanno una grandissima parte di produzione che viene sprecata, hanno un tema di rifiuto di sovraconsumo e sovrapproduzione. L'idea è quella di portare i medesimi valori che Slow Food ha ben inculcato in 40 anni di attività anche nel settore del tessile. L'obiettivo è quello di partire con uno studio multidisciplinare e provare a fare della ricerca per creare modelli di produzione di consumo nuovi, che non siano fondati appunto sullo spreco". Durante la presentazione, Dario Casalini, presidente di Slow Fiber, ha sottolineato come la sfida più grande sia quella culturale: educare i consumatori a riconoscere la qualità vera, a informarsi sull'origine dei prodotti e a chiedere trasparenza, per superare la logica dell'iperconsumo e dell'usa e getta.
A portare il punto di vista della ricerca è stata Ada Ferri, docente e ricercatrice del Politecnico di Torino, che ha evidenziato il legame profondo tra innovazione e sostenibilità: nuovi materiali, processi più puliti e tracciabilità digitale rappresentano la chiave per ridurre l'impatto ambientale dell'industria tessile e restituire valore alle filiere locali: "I consumi di prodotti tessili sono aumentati come i consumi di tutti i prodotti. Tutto questo va di pari passo con l'aumento del PIL mondiale, ed è sicuramente un grosso problema che anche il comparto tessile, abbigliamento, moda, che è un comparto enorme che fa 1,8 trilioni di dollari di fatturato e impiega 60 milioni di persone nel mondo. Ovviamente anche questo comparto industriale deve fare i conti con gli aspetti legati alla sostenibilità".
Slow Fiber promuove una rete di aziende che rispettano precisi criteri di sostenibilità: dal controllo dell'impatto ambientale alla parità di genere, dall'uso di materie prime certificate alla valorizzazione dei saperi tradizionali. L'obiettivo è cambiare il paradigma del settore, dimostrando che la bellezza può e deve essere anche sinonimo di responsabilità.
Con questo progetto, Torino conferma il proprio ruolo di laboratorio d'innovazione e di capitale etica del Made in Italy, dove l'eccellenza artigiana incontra la ricerca scientifica per costruire un futuro più sostenibile, dentro e oltre le nostre case.



