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Matteo Donghi (RIS): Per l'uso dell'AI nei processi ancora molto da fare

di TMNewslunedì 10 novembre 2025
1' di lettura

Parma, 10 nov. (askanews) - "Le novità forti che ci sono nel settore delle investigazioni scientifiche sono ad oggi novità strumentali. Ma è una normale evoluzione che non abbandona mai un percorso già tracciato. Questo è fondamentale per mantenere quella scientificità tale da presentare una prova a un tribunale" lo spiegha Matteo Donghi in un estratto della seconda puntata di SGUARDI, le interviste di approfondimento di Askanews. "Sicuramente la sfida dell'intelligenza artificiale è la sfida attuale. Però ancora effetti benefici concreti dell'utilizzo di algoritmi o approcci di intelligenza artificiale a fini forensi non ne ho visti. Ci sono algoritmi software, che danno degli esiti: ad esempio algoritmi di invecchiamento delle persone, quindi io do una foto all'intelligenza artificiale di un soggetto di venti anni e l'algoritmo lo invecchia a 60 anni, a 40 anni. Non ho però la possibilità di utilizzare questo algoritmo, se non è chiaro come funziona, se non è certificato. Sulla trasparenza di tanti algoritmi di intelligenza artificiale, anche i più sofisticati, su questo c'è ancora molto da lavorare".

L'intervista di SGUARDI a cura di Alessandra Quattrocchi è visibile in integrale sul sito www.Askanews.it