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Cisf, nel 2024 60% popolazione ha sofferto di ansia e stress

di TMNews giovedì 13 novembre 2025
4' di lettura

Roma, 13 nov. (askanews) - Il dato è contenuto nel report annuale del Centro Internazionale Studi Famiglia, "Il fragile domani. La famiglia alla prova della contemporaneità": tra le cause di ansia e stress troviamo la salute in famiglia (45,2%), le difficoltà economiche (34,7%) e i problemi lavorativi (32,2%). Secondo il report da oggi in libreria, il benessere personale, gestione della casa e la salute sono le prime tre voci di spesa a cui le famiglie hanno dovuto rinunciare. Intanto, le case sono sempre più digitali: il 58% dei nuclei con figli fa uso di ChatGPT quotidianamente. Come il benessere psicologico e relazionale delle persone può essere protetto e salvaguardato nel rapporto tra famiglia e società? È la domanda da cui è si è mosso il nuovo CISF Family Report 2025, indagine annuale del Centro Internazionale Studi Famiglia, realizzato in collaborazione con la società Eumetra su un campione di 1.600 famiglie italiane.

Attraverso le risposte di questo campione rappresentativo a livello nazionale, è stato possibile analizzare, in modo capillare e senza precedenti, come la salute fisica e psicologica delle famiglie dipenda dalle relazioni, in particolare interne alle famiglie e nel proprio contesto sociale: "Il fragile domani non è solo questione personale o individuale - spiega il direttore CISF, Francesco Belletti - ma riguarda la qualità di vita, la coesione sociale e il benessere dell'intera collettività. Per questo abbiamo voluto scattare una fotografia sullo stato di salute della società tra solitudini, difficoltà economiche e sfide educative".

Come stanno gli italiani? Dal Report 2025 emerge come la maggior parte delle famiglie italiane si trovi nella categoria economica intermedia. Da qui l'indagine sulle "economie della rinuncia", ossia le spese che le famiglie italiane non sono riuscite a sostenere nel corso del 2024: il 32,5% ha dovuto rinunciare alle spese dedicate al benessere personale e tempo libero; il 32,4% alle spese per la casa; mentre il 18,5% alle spese sanitarie. Dal punto di vista della salute, emerge una diffusa "vulnerabilità psicologica": mentre oltre un terzo della popolazione (35,2%) segnala almeno un problema di salute, il 60% dichiara di soffrire di ansia e stress (24,9% "spesso"; 37,3% "a volte"). A causarli, per il 45% del campione sono i problemi di salute personali e familiari, per il 34,7% i problemi economici, per il 32,2% i problemi lavorativi.

Infine, secondo l'indagine, il bisogno di migliorare il proprio benessere psichico è decisamente sentito: sempre nel corso del 2024, 4 persone su 10 hanno ricercato supporto o avrebbero voluto farlo, per ansia, depressione e stress. Strettamente connesse sono le aspettative/previsioni per il futuro: in merito all'Italia e al mondo, il 57% degli italiani esprime un orientamento decisamente pessimista ("peggiorerà"), mentre sulla propria famiglia troviamo previsioni meno sbilanciate, con il 56,7% del campione che lo prevede stabile. I giovani, tra solitudine e difficoltà economiche: dal punto di vista economico un dato da rilevare è come il 74,1% dei giovani-adulti ancora residenti nella famiglia d'origine si trovi in una condizione di basso o medio-basso status socioeconomico.

Per coloro che invece sono riusciti a crearsi una propria indipendenza, uno dei principali fatti di sofferenza identificato è la solitudine (mangiare da soli, vivere da soli e sentirsi soli) intesa come assenza di reti sociali e un "dispositivo strutturale di vulnerabilità emotiva che condiziona profondamente il benessere personale". C'è poi la difficoltà a costruire una famiglia, nucleo che si viene a formare in età più adulta quando, in contemporanea, la famiglia di origine avanza con l'età e i genitori (futuri nonni) richiedono a loro volta attenzioni e cura. Ecco la nascita della "generazione sandwich", fortemente esposta a criticità e rischi: nel campione dell'indagine CISF 2025, quasi una famiglia con figli su due (il 42,6%) è interessata anche da compiti di caregiving nei confronti dei familiari non autosufficienti, di cui il 53% dichiara di sentirsi sopraffatta con più frequenza dalle responsabilità di caregiving rispetto ai compiti genitoriali. Addio figli, benvenuti pet: se per il 58,7% del campione, il figlio unico sta lentamente diventando prevalente nella struttura familiare - anche monogenitoriale - l'animale domestico sta diventando parte integrante della famiglia: il 59,8% dichiara di avere almeno un animale domestico, dato che sale al 71% per coppie con figli e 74,9% per nuclei monogenitoriali. Una scelta vista come "domanda di legame", frutto di un vero e proprio bisogno relazionale, ma anche la nascita di fenomeni come il "dog parenting", in cui l'animale rischia di essere assimilato a un figlio.

Smartphone e IA: l'ultimo aspetto indagato parte da una semplice domanda: quali sono gli ambiti della vita dei figli che generano timori nei genitori? Al secondo posto, dopo la gestione dei soldi (29,3%), troviamo l'uso delle tecnologie (21,7%). Da qui lo sviluppo dell'indagine: tra le famiglie con almeno un figlio minorenne, il conflitto causato dell'uso del cellulare diventa condizione presente per il 55,4% dei casi (d'altra parte non si tratta solo di un problema dei ragazzi: il conflitto si estende al coniuge per il 30,5% dei casi). E come si comportano i genitori? Il report ha fotografato degli stili educativi che vedono, sulla base della maggiore o minori permissività, un 36,7% di genitori "domatori"; 24,4% "disarmati"; 15,7% "accompagnatori"; 23,2% "liberi battitori". Un dato molto rilevante, infine, è l'uso dell'intelligenza artificiale: in ambito domestico l'utilizzo di ChatGPT riguarda il 58,4% delle famiglie con almeno un minore, per attività informativa dei ragazzi ma anche scopi scolastici.

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"La sovranità digitale è una scelta strategica, non è una scelta tecnologica - spiega Francesco D'Angelo, SVP of Central and Local Government Market di TIM Enterprise - soprattutto in un momento come questo in cui lo scenario geopolitico a livello europeo, ma anche a livello globale, è molto particolare e ci ha fatto rendere conto di alcune debolezze intrinseche dei sistemi. Il nostro patrimonio informativo risiede nei dati e i dati sono decentralizzati, sono a disposizione in tutti i microterritori del nostro sistema paese, nelle economie locali, nel turismo, nei beni culturali, nell'agricoltura, insomma a disposizione di quelli che sono tutti i nostri comuni e soprattutto le nostre piccole pubbliche amministrazioni".

Per garantire la sicurezza e la diffusione democratica della potenza di calcolo, l'azienda si affida a infrastrutture capillari e certificate, fondamentali anche per il Polo Strategico Nazionale. "Abbiamo una rete di 16 data center su tutto il territorio nazionale che costituisce circa un quinto della potenza di calcolo dei data center a livello nazionale - ricorda D'Angelo -. Questa infrastruttura è anche alla base del polo strategico nazionale al quale noi mettiamo a disposizione queste infrastrutture e che ancora oggi è una best practice a livello europeo proprio di cloud sovrano. Queste infrastrutture devono essere sempre e ovunque a disposizione dell'ultimo comune, l'ultimo borgo per numero di abitanti, ma non certo per importanza".

Un'evoluzione che richiede investimenti concreti per portare la capacità di calcolo sempre più vicina ai territori, supportando la domanda di innovazione anche attraverso partnership europee. Come precisa il Senior Vice President of Central and Local Government Market di TIM Enterprise. "Abbiamo partecipato a un progetto europeo, in cui sostanzialmente prevediamo di investire circa un centinaio di milioni nei prossimi 3 anni nell'ambito di un un investimento più ampio che vale circa 1 miliardo tutte le nostre infrastrutture per portare questa potenza di calcolo sempre più vicina ai territori con Ledge Cloud".

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