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Sala alla Camera ardente di Vanoni: rappresentava la libertà

di TMNews domenica 23 novembre 2025
1' di lettura

Milano, 23 nov. (askanews) - Ornella Vanoni rappresentava "la libertà, il fatto di essere capace di ragionare fino all'ultimo con la sua testa, di non adeguarsi al mainstream che a volte condiziona tutta la nostra vita". Lo ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala all'apertura della Camera ardente della cantante morta a 91 anni al Piccolo Teatro.

Il sindaco ha annunciato il lutto cittadino per il giorno dei funerali, lunedì, "doveroso, è un modo per richiamare l'attenzione dei cittadini su qualcosa che è avvenuto e farli riflettere" e ha annunciato "la piena disponibilità del Comune a creare qualcosa che permetta di far sì che Ornella sia sempre tra di noi, però sentendo la famiglia". "Bisogna trovare una formula non solo per ricordarla ma per mandare avanti il suo insegnamento, ha detto. Tutte le volte mi chiedono 'quindi una via o una piazza', ma penso che in questo caso bisogna trovare una formula più viva perché il suo insegnamento è stato veramente grande".

Poi il ricordo personale dell'ultimo incontro: "Quando veniva da me non mi chiedeva del mio lavoro, di Milano voleva solo sapere della vita privata, di cosa mi amareggiava, cosa mi rendeva felice nell'ultima fase della vita ha fatto questo per tutti, ha cercato da aprirsi ancora di più e di essere une esempio di dialogo, qualcosa di impagabile".

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"È stata non solo un'artista di grandezza primaria, c'è una delle più grandi artiste italiane, sono la più grande, perché comunque originale, ha un patrimonio musicale pazzesco, ma anche generosissima, il che non è così scontato per un'artista del suo pari", ha aggiunto descrivendola come "una donna sarcastica, una donna ironica, ma soprattutto generosissima, con le nuove generazioni, con chi le chiedeva un consiglio".

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"Durante questo periodo ci siamo sentiti sollevati, pensavamo fosse una tregua e ci sentivamo al sicuro. Ma poi, all'improvviso, sono caduti due missili che hanno ucciso 13 o 14 persone della mia famiglia la famiglia Shawish, ndr . Oltre alle ferite e alle amputazioni, quattro persone sono rimaste ferite. Perché? Nessuno lo sa", dice Ahmed Abu Shawish.

"Erano al sicuro, convinti che la guerra fosse finita. Ma improvvisamente un missile li ha colpiti, uccidendoli tutti. Solo la figlia e il padre, che è in terapia intensiva, sono sopravvissuti", gli fa eco Umm Muhammad Muhaysin.

"Il mio messaggio è che vogliamo vivere in pace e sicurezza, e siamo stanchi delle uccisioni, della morte, degli sfollamenti e della perdita dei nostri cari", aggiunge.

TMNews