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Unesco, i Nuraghi parlano al mondo

di TMNews giovedì 27 novembre 2025
2' di lettura

Roma, 27 nov. (askanews) - Ha preso il via a Cagliari la settimana nuragica organizzata dall'Associazione la Sardegna verso l'Unesco. Quattro giorni di mostre, incontri ed eventi racchiusi in un programma articolato, pensato per celebrare la potenza narrativa della civiltà nuragica che adeguatamente raccontata al mondo può trasmettere una nuova immagine di Sardegna. Da qui il titolo dell'iniziativa: "I nuraghi parlano al mondo".

Cuore della settimana nuragica, giovedì 27 novembre, è stata la Conferenza internazionale, giunta alla sua terza edizione, nel corso della quale è stato presentato il progetto strategico di valorizzazione della civiltà nuragica della Regione Sardegna.

"Si è trattato di una settimana importante non solo per La Sardegna verso l'Unesco, ma per tutta la comunità sarda" racconta Pierpaolo Vargiu, presidente dell'associazione La Sardegna verso l'Unesco "perché abbiamo raccontato in una settimana di incontri, conferenze, dibattiti con le scuole, visite guidate, l'attività di Sardegna verso l'Unesco e il grande progetto istituzionale che la Regione Sardegna ha messo in campo per garantire la conservazione, la tutela e la valorizzazione dei monumenti della civiltà nuragica. Monumenti che rendono la Sardegna unica al mondo e che possono dare una vera carta di identità alla Sardegna nell'immaginario collettivo mondiale".

Centrale all'interno della settimana nuragica l'avvio del progetto dell'Atlante della Sardegna nuragica, una grande opera di mappatura degli antichi monumenti della civiltà nuragica che prevede il coinvolgimento della comunità scientifica ma anche della popolazione sarda.

"Quando raccontiamo la Sardegna, i nuraghi e la sua antica civiltà al mondo" continua Vargiu "la prima domanda che ci fanno è: ma quanti sono questi monumenti nuragici? Bene, è difficile raccontare quanti siano perché neanche noi sardi lo sappiamo con precisione. Sono forse più di diecimila ed è questo il motivo per cui con le istituzioni, con gli archeologi, con il controllo quindi dei referenti istituzionali, stiamo cercando di raccogliere tutte le segnalazioni presenti tra il web e i cataloghi cartacei che ci consentano di raccontare al mondo una straordinaria forza della nostra Sardegna: quella della sua antica civiltà. Dalle radici della nostra storia nascono le chiome del nostro futuro albero".

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Per aggiudicarsi questo uovo imperiale, testimone degli sconvolgimenti della storia russa del XX secolo, bisogna essere pronti a spendere più di 20 milioni di sterline (22,8 milioni di euro), secondo la casa d'aste.

"L'uovo dell'inverno è senza dubbio la migliore creazione di Fabergé che si possa ancora acquistare. È il pezzo forte per eccellenza, per così dire. E non solo per i collezionisti di Fabergé, ma per qualsiasi collezionista che apprezzi capolavori rari e ricchi di storia. Quindi ci aspettiamo che stabilisca il nuovo record mondiale che merita", ha spiegato Margo Oganesian, di Christie's.

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Questo oggetto fu commissionato dallo zar Nicola II per sua madre, l'imperatrice vedova Maria.

Come altri beni dei Romanov, porta con sé la sua parte di storia russa. Fu trasferito da San Pietroburgo a Mosca negli anni '20, dove fu venduto dai bolscevichi.

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Continua la guerra russa contro Kiev anche in tribunale

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"Cambiano i governi però le cose che ci dicono sono sempre le stesse, ecco perché nella serie si ipotizza che lo fanno apposta, vogliono tenere il sud così, perché non c'è altra spiegazione. Abbiamo fatto la prima Repubblica, la seconda, siamo nella terza, dove siamo?" ha detto Valentino Picone, mentre Salvatore Picarra ha ironizzato: "Però, sai, se un copione funziona, perché lo devi cambiare? Loro hanno questo copione, che funziona: 'Uniamo il nord al sud, meno tasse, più posti di lavoro', perché lo devono cambiare? Non fa ridere ma funziona".

E anche se i siciliani sono cambiati, in questa politica sempre uguale spesso tornano personaggi condannati e poi riesumati, come Totò Cuffaro. I due attori la prendono a ridere: "Noi li votiamo e li rivotiamo per vedere come si fanno beccare, e soprattutto fino a che punto voglio arrivare. Il problema della stampa è che confonde, quello è un refuso: è il nipote di Cuffaro.. Si chiama Totò come il nonno, la fa ancora nel vasino, si chiama Totò Vasino Vasino, non Totò vasa vasa".

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