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Politecnico di Milano ha 2 nuovi edifici con 4.600 mq di laboratori

di TMNews mercoledì 17 dicembre 2025
2' di lettura

Milano, 17 dic. (askanews) - Una porzione di città ha trovato una nuova armonia: il Politecnico di Milano ha inaugurato alla presenza della rettrice Donatella Sciuto due nuovi edifici con 4.600 metri quadrati dedicati ai laboratori; un momento storico per l'ateneo, frutto di un lungo passato. Le strutture in via Bassini ospiteranno il dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica (DCMIC) che porta il nome del premio Nobel "Giulio Natta", nonché il dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (DEIB).

Per il primo un edificio a facciata nera a sei piani, la planimetria "a pettine" consente una netta separazione spaziale tra gli ambienti dedicati agli 88 laboratori e le aree per gli uffici, garantendo ulteriore sicurezza e condizioni igienico-sanitarie ideali. Vi si svolgeranno prevalentemente attività di sintesi, trattamento di materiali e analisi per mezzo di tecniche cromatografiche, di estrazione e separazione. Oltre a un grande laboratorio didattico a piano terra per gli studenti in grado di contenere fino a 40 cappe chimiche.

"Una nuova infrastruttura tecnologica all'avanguardia che consente al Politecnico e al dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica di affrontare nuove sfide del contemporaneo. Per noi significa anche un momento di prossimità, ricongiungiamo quattro sedi del nostro dipartimento, alcune storiche, e offriamo a giovani volenterosi e curiosi di futuro prospettive che nascono da questa nuova struttura e da queste nuove strumentazioni. Siamo qui per loro e siamo qui anche per il nostro territorio, perché è qui che nuovi imprenditori coraggiosi e visionari troveranno soluzioni ai loro problemi", afferma Marinella Levi, direttore del dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica del Politecnico di Milano.

E come su una tastiera di un pianoforte, oltre ai tasti neri, c'è quello bianco. I circa 3.500 metri quadri su cui si estende il nuovo stabile del dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, dagli esterni candidi, sono stati costruiti in continuità con l'Edificio 20 preesistente dove è stato riqualificato il piano terra dell'ala ovest. Il nuovo fabbricato su quattro livelli, col piano terra che ospita una grande sala conferenze da 210 posti e due laboratori informatici, punta ad espandere la capacità di fare ricerca oltre a incentivare condivisione e aggregazione.

"Abbiamo pensato molto ai giovani, che oggi per noi sono una categoria importante: abbiamo avuto tanti ingressi di giovani ricercatori che hanno esigenze particolari, quindi abbiamo cercato di creare degli spazi che fossero particolarmente adatti ai loro modi di lavoro e a facilitare i momenti di aggregazione", dichiara Sergio Savaresi, dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano. "Abbiamo capito che è un'esigenza importante per loro, abbiamo cercato non solo di andare verso spazi funzionali ma anche spazi che sono adatti a queste nuove generazioni che vogliamo valorizzare al massimo", chiosa.

Grande rilevanza nella progettazione è stata data anche al tema della sostenibilità: sui tetti sono stati collocati pannelli fotovoltaici che alimentano un impianto da 270 kW di picco; il condizionamento è garantito dal trigeneratore del Polo Città Studi. E l'acqua piovana sarà recuperata e riutilizzata per l'irrigazione delle aree verdi.

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Starmer minaccia Abramovich: i soldi del Chelsea vadano all'Ucraina

Milano, 17 dic. (askanews) - Il Primo Ministro britannico Keir Starmer minaccia l'oligarca russo Roman Abramovich di intraprendere azioni legali se l'ex proprietario del Chelsea FC non accetterà di versare all'Ucraina i 2,5 miliardi di sterline ricavati dalla vendita del club.

"Il mio messaggio ad Abramovich è questo: il tempo stringe", ha dichiarato il leader laburista alla Camera dei Comuni. "Onorate l'impegno preso e pagate ora. E se non lo fate, siamo pronti ad andare in tribunale affinché ogni centesimo raggiunga coloro le cui vite sono state distrutte dalla guerra illegale di Putin". Il governo ha rilasciato un'autorizzazione per aprire la strada al trasferimento di questi fondi attualmente congelati a una fondazione dedicata a cause umanitarie in Ucraina.

E le cose vanno davvero veloci. La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen afferma che l'Ue deve prendere una decisione sul finanziamento all'Ucraina in occasione di un vertice cruciale questa settimana, con i leader sotto pressione per concordare un piano per l'utilizzo dei beni russi congelati.

Nel frattempo esponenti dell'estrema destra europea, appartenenti al gruppo Patriots for Europe, si incontrano alla vigilia del vertice europeo per discutere il tema, che guardano con occhi decisamente diversi. Marine Le Pen è tra i primi ad arrivare. Come l'ungherese Viktor Orban: "Sul serio, non siamo stupidi. Stiamo dicendo che se si vuole finanziare una guerra, bisogna pagarla. Qui, c'è stata un'illusione creata dai leader, e comunque accettata da voi, che sia possibile finanziare la guerra e la ricostruzione in Europa senza i soldi nelle tasche dei cittadini europei, basandosi solo sui cosiddetti beni congelati, che sono un'illusione. Pagherete voi. Pagheremo tutti. È una pessima strategia, un errore enorme, e ne pagheremo tutti", dice Orban.

Andrej Babis, Primo Ministro della Repubblica Ceca fa notare che sul tema paesi "come l'Italia hanno cambiato posizione". "Il Belgio - dice - è il Paese più importante in questo dibattito. Sono stato qui la settimana scorsa e ho parlato con il Primo Ministro belga. Mi ha spiegato il problema. Vedremo quindi quale sarà la posizione, perché anche altri Paesi, come l'Italia e altri Paesi, hanno cambiato posizione. Quindi ci saranno negoziati fino all'ultimo momento del Consiglio e vedremo quale sarà la proposta finale".

Riaffermando il suo sostegno al congelamento dei beni russi, la premier Giorgia Meloni ha ribadito di non aver ancora "approvato... alcuna decisione sul loro utilizzo", aggiungendo che qualsiasi risultato "deve essere raggiunto su solide basi giuridiche". Le dichiarazioni giungono in vista di una cruciale riunione del Consiglio europeo a Bruxelles di domani e venerdì.

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Germania, inaugurato un centro anti-droni a Berlino

Berlino, 17 dic. (askanews) - Il ministro degli Interni tedesco ha inaugurato un nuovo centro anti-droni a Berlino. Intervenendo in conferenza stampa presso il centro, Alexander Dobrindt, ha affermato che la Germania è "l'obiettivo di una guerra ibrida", mentre i droni sono controllati da "potenze ostili".

"Il nostro Paese non è in guerra, ma siamo l'obiettivo di una guerra ibrida, e questo accade quasi ogni giorno. Parte di questa guerra ibrida è l'uso dei droni. Nelle ultime settimane e mesi, abbiamo assistito a un numero crescente di avvistamenti di droni e in molti casi presumiamo che questi droni siano controllati da potenze ostili", ha affermato Dobrindt.

"Le minacce ibride, proprio perché così diffuse - come osserviamo con i droni ma anche nel settore informatico - sono fattori di erosione della fiducia nello Stato", ha aggiunto il ministro degli Interni tedesco, annunciando una risposta rapida per ristabilire la fiducia, proprio con questo "centro congiunto per la difesa dai droni, che riunisce le competenze a livello federale e statale, dei servizi segreti, delle autorità e delle forze armate".

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A vigilia vertice Ue Merz chiede di "aumentare la pressione su Putin"

Berlino, 17 dic. (askanews) - In un intervento al Bundestag, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha esortato l'Ue ad aumentare "la pressione su Putin" alla vigilia del vertice Ue a Bruxelles che dovrebbe adottare una decisione sull'utilizzo o meno degli asset russi per sostenere Kiev.

"Non basta prosciugare le fonti di reddito della macchina da guerra russa con ulteriori sanzioni. Non basta che in Europa continuiamo a fornire sostegno finanziario all'Ucraina come prima. Non basta investire tutto il nostro peso politico nei negoziati di pace. Senza dubbio lo stiamo facendo. Ma è chiaro che la pressione su Putin deve essere ulteriormente aumentata per spingerlo a negoziati seri".

"Da una parte una pace duratura non può e non deve essere raggiunta a spese dell'Ucraina o della sicurezza dell'Europa. Ciò significa anche che l'Ucraina non deve essere costretta a concessioni territoriali unilaterali e inaccettabili. Dall'altra parte, l'Ucraina deve essere in grado di difendersi efficacemente da futuri attacchi russi. Per questo, ha bisogno di forze armate forti e di garanzie di sicurezza affidabili da parte dei suoi partner".

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Nissan: nuova Leaf a Sunderland, parte il piano EV36Zero

Milano, 17 dic. (askanews) - Nissan avvia nello stabilimento di Sunderland, nel Regno Unito, la produzione della nuova Leaf di terza generazione. Parte così la strategia EV36Zero, che integra la produzione di auto elettriche, batterie ed energia rinnovabile in un unico ecosistema industriale con l'obiettivo di arrivare alle zero emissioni nella produzione nel 2050.

Per la nuova Leaf, Nissan ha investito 450 milioni di sterline per rinnovare il sito di Sunderland con tecnologie di fabbrica del futuro, dall'uso dei big data e della realtà virtuale alla mappatura digitale degli impianti. Nel processo produttivo sono stati introdotti robot industriali, veicoli a guida autonoma e sistemi di saldatura laser automatizzati.

Accanto allo stabilimento è operativa la nuova gigafactory Aesc per la produzione delle batterie con una capacità a regime di 11,8 gigawatt e mille adetti.

Prodotta a Sunderland dal 2013, la Leaf ha superato le 282mila unità complessive. La nuova generazione offre fino a 622 chilometri di autonomia, connettività avanzata con Google suite integrata e supporta la ricarica rapida fino a 150 kilowatt.

Sulla stessa linea della Leaf che arriverà sul mercato in primavera sarà realizzato anche il nuovo Nissan Juke elettrico che sarà presentato nel 2026.

A Sunderland Nissan produce anche Qashqai e Juke con alimentazioni termiche, ibride ed e-Power per avere la massima flessibilità in base alla domanda del mercato. Gli addetti sono circa 6.000, cui si aggiungono circa 30mila lavoratori dell'indotto, mentre la capacità produttiva è di circa 500mila veicoli l'anno.

Dal 1986 lo stabilimento ha prodotto circa 11,8 milioni di veicoli, il 70% destinato all'export europeo, confermando la centralità del sito nella strategia industriale di Nissan.

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