Jannik Sinner si è inchinato solo davanti al più forte di tutti, almeno sulla terra rossa. Carlos Alcaraz ha dominato la finale degli Internazionali di Roma, con un netto 2 a 0 sull'altoatesino. Era la partita più attesa del torneo. E probabilmente è finita prima del previsto. Ma il numero uno al mondo ha una valida scusa. In fondo è appena tornato da una sospensione durata circa tre mesi. Ed essere arrivato fino a quel punto è già un ottimo risultato. Ora testa al prossimo grande appuntamento della stagione: il Roland Garros a Parigi, altro habitat dello spagnolo.

"Non è il risultato che speravamo, ma sono grato per la partita di ieri, è stato un grande torneo per me nel complesso". Lo ha scritto Jannik Sinner sui propri social all'indomani della gara persa contro Alcaraz in finale al Masters di Roma. "Grazie a tutti coloro che hanno fatto il tifo, sia sugli spalti che a casa, il vostro sostegno è tutto il mondo. Congratulazioni a Carlos e alla sua squadra per la grande prestazione. Grazie Roma, ci vediamo presto", ha aggiunto il tennista azzurro numero uno al mondo.

%%RELATED_42667584%%

Un messaggio per l'azzurro è arrivato anche dal suo allenatore Darren Cahill. "Complimenti Jan. Superare le aspettative è diventata la tua norma, che è ben lontana dalla normalità", ha scritto su Instagram sottolineando, indirettamente, come l'aver raggiunto la finale degli Internazionali di Roma sia stato un successo per l'azzurro dopo tre mesi di stop per la vicenda clostebol "Complimenti a Carlos e al suo team. Una performance meravigliosa". ha aggiunto riferendosi ad Alcaraz il coach dell'azzurro, con foto che lo ritrae in giro per la Capitale con il Colosseo alle spalle. "Una quindicina di giorni incredibili in Italia per tutti noi. Ora Parigi. Forza Italia", ha concluso Cahill.

Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Darren Cahill (@dc10s)

sodomia

Il leghista Buonanno attacca Sel"Pensate solo alle nozze gay Chiamatevi Sodomia e libertà"

Stati Uniti: ecco tutti gli stati dove per il sesso si rischia il carcere