Qualche anno (ormai, decennio) fa era stata coniata per Porta a porta di Bruno Vespa la lusinghiera - o velenosa, dipende dall’interpretazione - formula di «terza Camera dello Stato». Perché lì, davanti alle telecamere di Rai 1 e su quelle poltroncine immerse in una irenica scenografia dominata dai toni che vanno dal bianco neve al celeste, si davano appuntamento i potenti per discutere in toni pacati e diplomatici dell'agenda del Paese, talvolta pure con il sorriso sulle labbra dopo gli scontri in Parlamento (quello vero).

Il sorriso spesso c’è anche a Otto e mezzo, il programma condotto da Lilli Gruber. Peccato che spesso sia una smorfia, un ghigno beffardo, di scherno o di disgusto. E qualcuno, quando se ne accorge, si arrabbia a buon diritto. Prendete Alessandro De Angelis, firma de La Stampa, che espone il suo pensiero sulla nuova National Security Strategy degli Usa, l’Europa, l’Ucraina, Putin, Donald Trump. Al documento della Casa Bianca, dice, «si risponde con il piano Draghi, cioè con una maggiore integrazione economica, politica...».

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Non fa nemmeno in tempo a terminare la riflessione che Marco Travaglio, in collegamento, si mette a ridere di gusto. «Io non capisco cosa ci sia da ridere parlando di integrazione europea, non capisco», lo bacchetta De Angelis. «Il piano Draghi... - risponde sornione il direttore del Fatto quotidiano - Mi mancava da un po’ di tempo l’agenda Draghi, sono felice che torni ogni tanto». «Chiamiamolo integrazione politica, economica, sul terreno della difesa, ciò che dice anche Romano Prodi, mi pare una cosa abbastanza ovvia», taglia corto De Angelis.

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Travaglio trova il modo di pizzicarli pure con l’arbitro/giocatore, la padrona di casa: «Le mie non sono opinioni», puntualizza mister Fatto con Lilli che lo sfida: «Le tue sono verità rivelate». Il salottino di La7 non sarà forse un’altra Terza Camera: di sicuro, però, assomiglia tanto a una bella riunione delle opposizioni. Ogni corrente è degnamente rappresentata, ciascuno è convinto di essere nel giusto, deciso a dimostrare la propria superiorità politica, morale e dialettica nei confronti degli “alleati”. E ogni volta, il dibattito diventa uno scatenato tutti contro tutti.

Gruber gela Travaglio, guarda qui il video di Otto e mezzo su La7

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