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Sea Watch 3, Carola Rackete e la vergogna sulla GdF: per lei ha deciso di farsi travolgere in mare

di Davide Locano domenica 14 luglio 2019
2' di lettura

Eccola - ancora - qui, l'eroina della sinistra pro-immigrazione, Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3 sfuggita agli arresti per gentile concessione della magistratura. Un'intervista alla Rackete è stata trasmessa da Agorà, su Rai 3. Si torna ovviamente a parlare dei giorni caldissimi del braccio di ferro tra Sea Watch 3 e il governo italiano. E, soprattutto, si torna a parlare della notte in cui in barba alle nostre leggi la ong ha scelto di sfondare il blocco navale. "Dopo che abbiamo capito che Salvini voleva ri-bloccare la soluzione che era in fase di sviluppo e che ci aspettava un'altra notte orribile come quella che avevamo trascorso per motivi di sicurezza, sia per i migranti sia per l'equipaggio, era chiaro che avremmo dovuto entrare nel porto", afferma la Rackete. E già qualcosa non torna: secondo lei, insomma, sarebbe stato Matteo Salvini a "spingerli" ad entrare. "Era chiaro". Insomma, era l'unica soluzione possibile (secondo lei). Leggi anche: Carola Rackete dimostra che l'Italia è il mondo alla rovescia Ma non è finita, perché Carola aggiunge: "Abbiamo girato la barca, perché per attraccare era necessario andare in retromarcia. A quel punto ho visto che l'imbarcazione della Guardia di Finanza che aveva navigato di fianco e davanti a noi si era posizionata esattamente al centro del molo, per impedire che noi potessimo attraccare. Lo ho trovato molto frustrante perché fino a quel momento le autorità che erano state anche a bordo, a livello personale amichevoli, dicevano che potevano capire il nostro problema ma che non potevano fare nulla". Probabilmente, la Rackete lo ha trovato talmente frustrante da decidere di speronare, come poi avvenuto, quella motovedetta. E, almeno stando alle parole della Rackete, sembra quasi che la GdF si fosse messa al centro del molo quasi per farsi speronare, e non come è avvenuto per impedire l'attracco illegale di una nave illegale. Frasi, quelle della comandante di Sea Watch 3, che lasciano basiti. Così come stupisce la chiusa: "Mi ha sorpreso come la cosa sia stata gestita sul personale: si è trattato della mia persona, questo lo capisco meno". Forse, per capirlo, bastava riflettere sul fatto che fosse la comandante di una nave che ha infranto le leggi italiane, provocato governo e istituzioni, speronato motovedette della Guardia di Finanza.

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