Luigi Marattin, deputato di Italia Viva, è ospite di Parlamentari scatenati, la rubrica di Libero dedicata ai disegni di legge dei parlamentari. L’Onorevole, intervistato da Costanza Cavalli, ha presentato una proposta di legge per “il potenziamento del servizio di taxi”. Sul tema il governo ha varato il Decreto Asset: nei Comuni capoluogo di Regione o sede di Città Metropolitana o di aeroporto, circa una sessantina di città, le amministrazioni possono aumentare le licenze del 20 per cento attraverso un concorso straordinario e con procedure semplificate. I Comuni potranno rilasciare licenze aggiuntive temporanee per dodici mesi, prorogabili per altri dodici. Avete votato questo decreto? E quali sono le differenze rispetto al vostro progetto? “No, non l’abbiamo votato”, risponde Marattin, “I Comuni già oggi possono aumentare le licenze, ma non lo fanno per ragioni politiche. Le soluzioni ideali sarebbero semplicemente aumentare le licenze o passare a un regime di autorizzazioni, ma non sono praticabili in Italia: la concorrenza non ci piace e perché i tassisti hanno ragione nel difendere il valore delle loro licenze”. E spiega: “Nella nostra proposta i tassisti ricevono una licenza in più e la mettono in vendita: così da raddoppiare le licenze e i conducenti vengono compensati”.
A polemizzare sul decreto sono stati sia i sindaci, Roberto Gualtieri in testa (a Roma ci sono 7.962 licenze, aumenterebbero di 1.600), sia i tassisti, a Milano per esempio, dove le licenze sono 4.853: “Perché finora Gualtieri non ha aumentato le licenze?”, chiede Marattin, “I tassisti hanno le loro ragioni. Ma l’Italia ha il numero di taxi per abitante basso d’Europa. Addirittura, in molti Paesi in via di sviluppo è possibile trovare un’offerta più liberalizzata. La mancanza di taxi pesa sui più deboli, perché i ricchi hanno l’autista”. Sul tema si è da poco espressa anche l’Antitrust, che ha bacchettato i Comuni, tra cui Roma, Milano e Napoli, per lo scarso servizio. “La nostra proposta mira a proporre concorrenza e mercato, in un Paese che non ama né l’una né l’altro”, conclude il deputato.
Papa Leone XIV ha fatto il suo primo giro in papamobile attraverso Piazza San Pietro prima della cerimonia per il suo insediamento domenica, salutando dal retro dell'auto scoperta la folla che sventolava bandiere e acclamava “Viva il Papa!”. Nel bel mezzo del suo viaggio Leone ha fermato la papamobile per benedire due bambini tra la folla. Le campane della Basilica di San Pietro suonavano mentre Leone salutava la folla lungo il percorso, tra bandiere peruviane, americane e della Santa Sede mescolate con bandiere e stendardi di altre nazioni.
Domenica si è visto il fumo alzarsi nella Striscia di Gaza mentre Israele continuava la sua offensiva. Ospedali e medici nella Striscia di Gaza affermano che gli attacchi israeliani nell’enclave palestinese hanno ucciso almeno 103 persone. I combattimenti hanno costretto alla chiusura anche un importante ospedale nel nord di Gaza. Gli ospedali e i medici hanno detto che ci sono anche donne e bambini tra le persone uccise durante la notte. Negli ultimi giorni Israele ha intensificato la campagna di bombardamenti sull'enclave palestinese uccidendo centinaia di persone. L’escalation è arrivata poiché i negoziati per il cessate il fuoco in corso non hanno ancora raggiunto una svolta per fermare la guerra e consentire la consegna di aiuti umanitari a Gaza.
“Fratelli, sorelle, questa è l’ora dell’amore. La carità di Dio che ci rende fratelli tra di noi è il cuore del Vangelo e, con il mio predecessore Leone XIII, oggi possiamo chiederci: se questo criterio ‘prevalesse nel mondo, non cesserebbe subito ogni dissidio e non tornerebbe forse la pace? (Rerum novarum, ndr). Con la luce e la forza dello Spirito Santo, costruiamo una Chiesa fondata sull’amore di Dio e segno di unità, una Chiesa missionaria, che apre le braccia al mondo, che annuncia la Parola, che si lascia inquietare dalla storia, e che diventa lievito di concordia per l’umanità. Insieme, come unico popolo, come fratelli tutti, camminiamo incontro a Dio e amiamoci a vicenda tra di noi”. Lo ha detto Papa Leone XIV nell’omelia della messa di inizio Pontificato.
“Sono stato scelto senza alcun merito e, con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia, camminando con voi sulla via dell’amore di Dio, che ci vuole tutti uniti in un’unica famiglia”. Così Leone XIV aprendo l’omelia della messa di inizio Pontificato. Prevost ha inoltre ripercorso gli ultimi giorni: “In questi ultimi giorni, abbiamo vissuto un tempo particolarmente intenso – ha detto Leone XIV -. La morte di Papa Francesco ha riempito di tristezza il nostro cuore e, in quelle ore difficili, ci siamo sentiti come quelle folle di cui il Vangelo dice che erano ‘come pecore senza pastore’ . Proprio nel giorno di Pasqua, però, abbiamo ricevuto la sua ultima benedizione e, nella luce della Risurrezione, abbiamo affrontato questo momento nella certezza che il Signore non abbandona mai il suo popolo, lo raduna quando è disperso e ‘lo custodisce come un pastore il suo gregge’. In questo spirito di fede, il Collegio dei Cardinali si è riunito per il Conclave; arrivando da storie e strade diverse, abbiamo posto nelle mani di Dio il desiderio di eleggere il nuovo successore di Pietro, il Vescovo di Roma, un pastore capace di custodire il ricco patrimonio della fede cristiana e, al contempo, di gettare lo sguardo lontano, per andare incontro alle domande, alle inquietudini e alle sfide di oggi. Accompagnati dalla vostra preghiera, abbiamo avvertito l’opera dello Spirito Santo, che ha saputo accordare i diversi strumenti musicali, facendo vibrare le corde del nostro cuore in un’unica melodia”