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Diabetologi: Italia-Usa insieme contro inerzia terapeutica

sabato 30 novembre 2019
2' di lettura

Padova, 28 nov. (askanews) - E' in corso presso la Fiera di Padova il 22esimo Congresso Nazionale dell Associazione Medici Diabetologi (AMD). Tra gli appuntamenti più importanti del Congresso, un simposio congiunto con l American Diabetes Association (ADA) che segna l inizio di una collaborazione tra le due società scientifiche per affrontare il problema dell inerzia terapeutica. Ovvero, il ritardo con cui ogni paziente con diabete tipo 2 ha accesso alla cura migliore per il proprio specifico caso. Paolo Di Bartolo, Vice Presidente AMD, annuncia le novita' del simposio: "Siamo molto soddisfatti di quanto sta accadendo in questi giorni. Particolare rilevanza avra' il simposio congiunto con la piu' importante societa' scientifica che si occupa di diabete, l'American Diabetes Association che ha accettato di collaborare con l'Amd su un progetto che ha come obiettivo tentare di capire come affrontare la condizione di inerzia terapeutica o inerzia clinica. Quella condizione che si verifica quando un paziente deve iniziare un trattamento o cambiare un trattamento, intensificando la cura o rallentando l'intensità, ma questo inizio della terapia non avviene. Le cause sono molteplici: resistenze del paziente, mancanza di tempo del clinico, problemi organizzativi, tetti di spesa. Domenico Cucinotta, Coordinatore del Comitato Scientifico AMD spiega il rilievo della collaborazione con gli Stati Uniti: "Unire le nostre risorse, il nostro know-how, l'esperienza che Amd ha nel campo della terapia del diabete e del problema specifico dell'inerzia, e' una cosa che interessa molto perche' anche gli americani stanno cercando strumenti per far fronte all'inerzia ossia il ritardo con cui si affronta la gestione ottimale di persone con diabete". E la tempestività nell'individuare la terapia per ogni paziente e' fondamentale per questa patologia. "Interveniamo tardi - prosegue Cucinotta - e questo significa pagare un prezzo in termini di qualita' della cura e della vita", ha concluso.

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Secondo un rapporto della Federazione europea per i trasporti e l'ambiente (T&E), un gruppo di pressione ambientalista con sede a Bruxelles, i ponti della Germania necessitano di riparazioni e ammodernamenti per un valore di 100 miliardi di euro. Benedikt Heyl, tra gli autori del rapporto sullo stato dei ponti in Germania per T&E:

"Direi che questo è il risultato di errori politici, il problema in Germania non è la mancanza di risorse, ma il fatto che per anni il denaro è stato investito nel posto sbagliato, ovvero nell'ampliamento delle infrastrutture stradali, mentre i risparmi sono stati fatti nel posto sbagliato, ovvero nella manutenzione dei ponti".

Le immagini del Ponte Carola a Dresda, parzialmente crollato nel gennaio 2025, sono rimaste impresse a molti.

"Quello che non capisco è perché problemi riconosciuti vengano ignorati così a lungo - si lamenta il pensionato Volker Mattern, mentre si trova sul Jahrtausendbruecke, un ponte ricostruito nel 1996 nel centro di Brandeburgo sulla Havel - E questo non è chiaramente un caso isolato, come senza dubbio saprete. Che sia a Berlino, Dresda o in qualsiasi altro luogo: in Germania, le infrastrutture non sono state manutenute adeguatamente negli ultimi 20 anni".

"Vengo da dove hanno dovuto demolire un ponte. Da un giorno all'altro, era così fatiscente che hanno dovuto chiuderlo e poi demolirlo. Non vogliamo finire come Dresda, dove i ponti crollano da soli, dico io", ha denunciato un altro pensionato, Bernard Schuetz.

Per Steffen Scheller, sindaco di Brandeburgo, 65 chilometri a Ovest di Berlino, i soldi non bastano mai: "Abbiamo sicuramente delle spese impreviste, come quelle per un piccolo ponte che deve essere completamente ricostruito quest'anno, il che ci costerà altri 1,4 milioni di euro, fuori dal bilancio. Spendiamo già molti soldi per i nostri ponti e strade ogni anno. Ma quando si tratta di costruire un nuovo ponte da zero, i costi ovviamente aumentano significativamente e i soldi non bastano".

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