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Il mondo del turismo cambia, Alpitour cresce e si rinnova

sabato 13 aprile 2019
2' di lettura

Milano, 9 apr. (askanews) - Il mondo del turismo sta cambiando rapidamente, seguendo alcuni trend internazionali forti, per questo, per non perdere il passo, anche il Gruppo Alpitour mette in atto una "evoluzione continua". Abbiamo incontrato a Milano il presidente e amministratore delegato Gabriele Burgio, che ci ha riassunto i numeri del bilancio consolidato al 31 ottobre 2018, che vede 1,682 miliardi di euro di fatturato e 59,9 milioni di ebitda. "Grossa crescita, crescita molto importante del fatturato dovuta all'acquisizione di Eden Viaggi - ha detto Burgio ad askanews - che abbiamo potuto però consolidare solo per qualche mese, quindi l'anno prossimo vedremo un effetto più grande, e poi tante cose fatte negli ultimi cinque anni stanno cominciando a dare i loro frutti e quindi anche a livello di margine abbiamo avuto un notevole miglioramento". Accanto ai numeri, però, c'è il modo in cui il tour operator cambia, ripensando se stesso alla luce di un mercato sempre in crescita a livello mondiale, ma anche frenetico nelle sue mutazioni. Per questo il Gruppo Alpitour sta puntando sempre di più sulle strutture di proprietà, abbandonando la tradizionale logica della semplice intermediazione. "I tour operator in generale - ha aggiunto il presidente e ad -vogliono uscire dalla pura intermediazione per tutti i rischi e le difficoltà di gestione che questo implica e vogliono avere il controllo di quello che vendono. Quindi sempre di più si vedono grandi gruppi che hanno la propria catena di alberghi e in alcuni casi, poiché questo non è ancora completamente capito, la propria linea aerea". E in questo senso uno degli esempi concreti della nuova, per così dire, filiera, viene dall'Africa. "In Madagascar - ha concluso Gabriele Burgio - avevamo un albergo che usavano con il marchio Bravo, gestito da una famiglia italiana che aveva risistemato la struttura e sono stati i nostri fornitori di stanze per 15 anni. Quando la famiglia ha voluto ritirarsi noi abbiamo pensato che potesse essere interessante per noi acquistare la struttura, anche per quanto riguarda l'immobile, e a oggi possiamo offrire con il brand Bravo, la linea aerea Neos e con l'albergo gestito dalla VOIhotels un'offerta completa dentro il gruppo Alpitour". Tra le strade che Apitour continua a battere ci sono le nuove destinazioni: Vietnam, Birmania, Qatar, ma anche la scoperta di mete come l'Albania e l'apertura di un nuovo albergo di lusso a Venezia, prevista per il 2020. E per quanto riguarda i conti il suggestivo obiettivo per il 2019 sono i due miliardi di fatturato.

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Fondazione Elpis presenta la sesta edizione di Una Boccata d'Arte

Milano, 20 mag. (askanews) - Fondazione Elpis presenta la sesta edizione di Una Boccata d'Arte, il progetto d'arte contemporanea ideato nel 2020 da Marina Nissim, Presidente di Fondazione Elpis, diffuso lungo tutta la Penisola in 20 piccoli centri con meno di 5.000 abitanti e realizzato in collaborazione con Maurizio Rigillo di Galleria Continua e Threes.

Nel 2024, Una Boccata d'Arte ha raggiunto un importante traguardo: la realizzazione di 100 progetti complessivi, firmati da 100 artisti in 100 borghi italiani. La mostra "Dove non sono mai stato, la sono" fino al 6 luglio 2025 presso Fondazione Elpis a Milano racconta questa esperienza quinquennale attraverso un allestimento che restituisce l'importanza delle reti territoriali sviluppate nel corso di questi anni.

In occasione della conferenza stampa, la Presidente Marina Nissim ha illustrato ad Askanews il progetto: "Oggi siamo qui a presentare la sesta edizione di Una Boccata d'Arte, un progetto che nasce nel 2020. I giovani artisti vengono portati in 20 borghi ogni anno, un borgo per regione, e sono invitati a dialogare, a avere un momento di incontro e a lavorare all'interno del borgo. È un evento prettamente partecipativo, di condivisione, di scambio, di riflessione e di rigenerazione.

In questo spazio, che è lo spazio a Milano di Fondazione Elpis, abbiamo oggi una mostra che vuole documentare i primi cinque anni di Una Boccata d'Arte. Abbiamo delle opere di alcuni artisti che hanno presentato il loro lavoro sul territorio e soprattutto la mostra vuol far capire la dimensione e l'importanza di questo progetto. In cinque anni, avendo già toccato cento borghi, siamo riusciti a lasciare 40 opere permanenti sul territorio e questo vuol dire che questo segnale, questa scintilla, questo progetto temporaneo in realtà ha lasciato una testimonianza permanente e questa è lamia più grande soddisfazione". Ad ogni edizione, Una Boccata d'Arte acquisisce sempre maggior consapevolezza rispetto alla necessita di dare vita a opere e progetti in cui le comunitàpossano riconoscersi: sono tanti gli artisti che hanno lavorato sulle memorie preesistenti o sulla definizione di nuove occasioni di aggregazione, in molti casi mettendo in campo le proprie identità culturali d'origine.

Dal 28 giugno al 28 settembre 2025 la sesta edizione coinvolge borghi, in un'espansione del progetto verso spazi in disuso, luoghi di aggregazione dimenticati o ai margini del tessuto urbano. L'edizione 2025 si compone di interventi dalla spiccata valenza partecipativa e ambientale, in alcuni casi con opere pensate per restare come segni permanenti nei territori. I progetti nascono da ricerche approfondite sul campo grazie alla mediazione dei curatori regionali.

Gli artisti, i borghi e i curatori della sesta edizione:

Hetty Laycock a Ollomont (AO) in Valle d'Aosta, a cura Elena Graglia;

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Aiko Shimotsuma a Brunate (CO) in Lombardia, a cura di Edoardo De Cobelli;

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Giacomo Gerboni a Tarzo (TV) in Veneto, a cura di Giovanni Giacomo Paolin e Sara Maggioni;

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Vica Pacheco a Bagnara di Romagna (RA) in Emilia-Romagna, a cura di Sofia Baldi Pighi per Threes;

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Adele Dipasquale a Roccacaramanico, fraz. di Sant'Eufemia a Maiella (PE) in Abruzzo, a cura di Andrea Croce; Roberto Casti a Macchiagodena (IS) in Molise, a cura di Alessia Delli Rocioli;

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Cannes, 20 mag. (askanews) - Il regista iraniano dissidente Jafar Panahi ha sfilato sul red carpet di Cannes dove è tornato dopo anni per presentare il nuovo film "A simple accident", in Concorso.

A Panahi, detenuto in Iran fino a febbraio 2022 - dal 2009 è stato ripetutamente incarcerato per il suo cinema ritenuto sovversivo dal regime della Repubblica islamica - ha riavuto il permesso di uscire dal Paese ad aprile del 2023 e ora è volato al Festival con il cast del film girato sempre in clandestinità.

Il regista 64enne mancava da un festival da anni; sette anni fa sulla Croisette era stato presentato il suo "Tre volti", in sua assenza, così come a Venezia nel 2022 dove "Gli orsi non esistono" vinse il premio speciale della giuria che non potè ritirare. Per lungo tempo è stato privato del passaporto e della libertà di viaggiare ma ora finalmente può accompagnare i suoi film che sono sempre apprezzati e rappresentano una voce libera.

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