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Agnès Varda e JR: cinema e arte nella Francia profonda

sabato 17 marzo 2018
2' di lettura

Milano (askanews) - Un viaggio attraverso la Francia, i suoi volti e le sue storie minori, per raccontare, a più livelli, il cinema e l'arte, ma soprattutto le persone, le storie individuali, le battaglie che ancora si possono combattere anche grazie a un film. "Visages, Villages", presentato in anteprima in Fondazione Prada a Milano, è firmato a quattro mani dal fotografo e artista JR insieme a un vero e proprio mito del cinema coma la regista Agnès Varda. "L'idea di rimettere assieme i materiali - ha detto Varda ad askanews - dopo avere ascoltato e condiviso le storie, appartiene a entrambi, quindi non abbiamo avuto alcun problema a lavorare insieme. E per me è la prima volta, perché ho sempre fatto i miei film da sola". La pellicola, distribuita in Italia dalla Cineteca di Bologna e presentata al 70esimo Festival di Cannes, parla molti linguaggi: quello della fotografia su larga scala di JR - presente a Milano solo sotto forma di sagoma cartonata - quello del cinema ovviamente, ma anche quello del corpo dei due artisti e della scrittura, molto forte, che sostiene il lavoro. Ma Agnès Varda ne aggiunge un altro: "Il linguaggio delle persone, che è molto interessante, le loro parole, le loro parole libere". E il risultato è corale e intimo al tempo stesso, documentativo, ma anche profondamente narrativo, perfino talvolta visionario, vicino alle persone senza cedere sul piano più intensamente cinematografico. E Agnès Varda rivendica la validità del metodo del collage. "Ogni persona - ha aggiunto la regista che a maggio festeggerà i 90 anni - è un universo intero, e rappresenta un pezzo della società e dunque nella fabbrica, nelle campagne, nelle fattorie... Abbiamo messo insieme questi elemento come giocando a un puzzle per costruire un'immagine, e credo che sia un'immagine relativa della Francia profonda, della Francia silenziosa, senza potere e operosa". Il film svela alcuni metodi di lavoro di JR e mostra la consapevolezza della regista sia nell'attingere alla storia del cinema, sia nel mettersi a nudo in modi credibili, insieme al proprio inconsueto compagno d'avventura. E il film appare così "vero", pur sapendo noi tutti chiaramente che il cinema è ben altro rispetto alla realtà. "Non c'è contraddizione - ha concluso Agnès Varda - ma c'è il desiderio di utilizzare la materia del cinema, la sua sintassi, per trasmettere la realtà. Per definizione le immagini del cinema sono realiste, quindi per uscire dalla realtà immediata abbiamo costruito un tema secondario: il rapporto tra me e JR, che siamo due individui diversi. Così abbiamo messo una distanza il film e la semplice sociologia. Perché la verità di quello che abbiamo filmato risponde alla verità dei lavoratori, dei contadini. Il tessuto del film è una verità, non la verità". "Visages, Villages", già candidato all'Oscar come migliore documentario, esce nelle sale italiane il 15 marzo.

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