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Aquarius, medico MSF a bordo: da Italia politica inumana, indegna

sabato 23 giugno 2018
2' di lettura

Valencia, (askanews) - Una politica "disumana, indegna" quella messa in atto dall'Italia di respingere i migranti a bordo della nave Aquarius. Parla Aloys Vimard, project coordinator di Medici Senza Frontiere, a capo dell'équipe medica sull'Aquarius: "La decisione dell'Italia rappresenta il livello della politica europea. Sfortunatamente è un passo in più di una politica disumana, indegna e che non dà priorità alla sicurezza e alla dignità delle persone vulnerabili che hanno bisogno di protezione". Aloys racconta l'esperienza vissuta in mare, con tante difficoltà e sofferenze: "È stato un viaggio estremamente complicato. Non era previsto di trovarci in queste condizioni, secondo la legge queste condizioni non possono esistere. Le leggi sono chiare: siamo rimasti sorpresi del fatto che le autorità italiane ci abbiano lasciata la responsabilità di un salvataggio; abbiano trasferito 400 persone a bordo e poi abbiano deciso di lasciarci in attesa, di lasciare 630 vite in attesa di raggiungere un posto sicuro dopo aver vissuto in condizioni estremamente difficili, prima in Libia e poi in mare. Questa gente ha passato 18 ore in mare, è stato un salvataggio critico. Quaranta persone sono cadute in mare. Sono stati dei momenti difficili per tutti". "Ci siamo trovati su questa imbarcazione sovraccarica, con 630 persone a bordo, in condizioni inaccettabili, disumane. Noi siamo una nave di soccorso. È previsto che restino qui due o tre giorni, ma non più. Non avevamo abbastanza cibo, il livello sanitario era limitato. È stato difficile garantire la sicurezza di tutte queste persone in queste condizioni". Tanti i momenti difficili. "Purtroppo delle persone hanno perso la vita durante le operazioni di soccorso. È stato un momento drammatico. È stato difficile spiegare agli altri cosa era successo. Abbiamo potuto capire bene solo dopo qualche giorno, raccogliendo le testimonianze. La gente andava a cercare dappertutto i loro cari, nella speranza di trovarli. Noi non riuscivamo a trovarli. Abbiamo dovuto spiegare loro che alcune persone avevano perso la vita. Era il nostro ruolo quello di dare delle risposte chiare senza lasciarli nella falsa speranza di ritrovare un giorno i loro cari".

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Milano, 24 mag. (askanews) - In anteprima il videoclip del brano inedito "Quadricipiti" di Daniele De Gregori, ultimo estratto dal nuovo album del cantautore romano, Bolla occidentale, uscito l'11 aprile scorso per Maremmano Records. Undici canzoni che raccontano la linea d'ombra conradiana di una generazione, quella dei millennials, ormai diventati grandi, attraverso pagine di vita vissuta, di sicurezze e di fragilità toccate con mano, di amori e sogni ad occhi aperti, di madri e di figlie che si affacciano in tempi di fioritura dei ciliegi.

Il suono dell'organetto di D'Alessandro fa da tessitura armonica a questa folk ballad dal sapore popolare, con un andamento in 6/8 che ci riporta con la mente e col cuore alla grande tradizione della canzone d'autore classica. Attraverso una linea melodica orecchiabile ma non scontata, che si sposa perfettamente con il testo, i contenuti del brano giungono in maniera semplice ed immediata all'ascoltatore, che viene accompagnato dalla voce dell'autore a scoprire che certe fragilità appartengono ad ognuno di noi.

"La resilienza (termine abusato ma in questo caso necessario per descrivere una proprietà) è la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi - racconta Daniele De Gregori. Il suo opposto è la fragilità, propria dei materiali dotati di carico di elasticità molto prossimo alla rottura. Quadricipiti racconta la storia vera di una fragilità dolorosa vissuta da un mio amico scrittore, mai superata. Ci sono i suoi fiori, i suoi libri e le sue foto. La debolezza è da sempre anche la mia storia però, e di tutti quelli che non riescono a rialzarsi dopo un colpo, quelli che restano a terra, forse addirittura per sempre. Per impreziosire l'arrangiamento ho avuto la fortuna di avere Alessandro D'Alessandro all'organetto".

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Tutela della biodiversità: nascono i Dialoghi di Pollenzo

Pollenzo, 23 mag. (askanews) - "La biodiversità per lo sviluppo sostenibile del Paese" è il tema scelto per lanciare la prima edizione dei Dialoghi di Pollenzo, che si è tenuta giovedì 22 maggio, in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità, nell'Aula Magna dell'Università di Scienze Gastronomiche. Insieme alla Fondazione Patto con il Mare per la Terra, l'UNISG ha voluto fortemente convogliare nelle aule pollentine accademici, rappresentanti delle istituzioni, esponenti del mondo scientifico e imprenditoriale, per generare idee e stimoli capaci di influenzare positivamente la società, sia a livello locale che globale.

"I dialoghi di Pollenzo sono un momento di riflessione attorno ai temi della biodiversità - afferma Carlo Petrini, presidente dell'Università di Pollenzo -. Mai come in questo momento abbiamo bisogno di riprendere un dialogo a più voci per rimettere la biodiversità al centro della società civile. L'obiettivo di questo appuntamento è identificare una logica di comportamenti e nuove riflessioni per creare una società civile che ponga al suo centro la sostenibilità. Molto probabilmente occorre un nuovo tipo di economia; e serve ragionare su forme sociali di comportamento che possano rigenerare tutto quello che è il comparto produttivo".

"La biodiversità è fondamentale per la nostra vita, lo è sempre stata - aggiunge Roberto Danovaro, Presidente della Fondazione Patto con il Mare per la Terra -, fin da quando l'uomo era un semplice cacciatore. Ancora di più lo è diventata quando ha cominciato a coltivare, rendendo possibile l'espansione dell'umanità. È la biodiversità che ci regala aria respirabile, produce ossigeno e fornisce cibo incontaminato. Purtroppo è in declino, sempre più rara e difficile da sostenere. Siamo qui a Pollenzo per ragionare su quali sono le prospettive di coesistenza tra uomo e biodiversità".

Prospettive che passano anche per un opportuno utilizzo delle risorse marine:

"Il mare è fondamentale per la terra. In un mondo in grande espansione demografica, che ha già superato gli 8 miliardi di abitanti e che ha già consumato il 75% degli ambienti terrestri, il mare rappresenterà in futuro la possibilità di uno sviluppo sostenibile, per sfamare un'umanità in crescita anche attraverso lo sviluppo di un'agricoltura marina. Ciò servirà proprio ad alleviare l'impatto sugli ecosistemi terrestri".

Questo appuntamento, che avrà cadenza annuale, si propone di essere un centro di pensiero sulla biodiversità, un'occasione di confronto per studiosi, istituzioni e imprese, con l'obiettivo di diventare un riferimento all'avanguardia su questa tematica.

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