Tokyo, 21 lug. (askanews) - Il premier giapponese Shigeru Ishiba ha scartato l'ipotesi di allargare la sua coalizione di governo dopo aver perso la maggioranza dei voti nella Camera alta del Parlamento nelle elezioni di metà mandato svoltesi il 20 luglio. A ottobre scorso aveva già perso il controllo della Camera bassa.
Una battuta d'arresto schiacciante per il suo governo, dovuta in parte all'inflazione e in parte all'aumento del sostegno al partito di estrema destra Sanseito. Il voto ha premiato le opposizioni, creando una situazione inedita nel Giappone del dopoguerra. Non era mai successo che un esecutivo perdesse la maggioranza in entrambe le Camere - e a differenza di quella dei Rappresentanti, il Senato o Camera dei Consiglieri non può essere sciolta nei sei anni di legislatura, ma rinnova metà dei sui membri ogni tre anni.
"È con profondo rammarico che non siamo riusciti a conquistare seggi. In qualità di presidente del Partito Liberal Democratico, porgo le mie più profonde e sincere scuse. Dobbiamo prendere questo risultato con umiltà e sincerità" ha dichiarato il premier dopo il risultato, aggiungendo di volersi impegnare "ascoltando con attenzione e sincerità le voci della popolazione".
"Non sto prendendo in considerazione l'ampliamento della coalizione in questo momento" ha spiegato Ishiba in conferenza stampa, pur ammettendo che il suo Partito Liberal Democratico (LDP) ha subito una "severa sconfitta popolare" e dovrà quindi impegnarsi nel dialogo con altri partiti al di là del tradizionale alleato e partner di coalizione, il Partito Buddista Komeito.
La situazione è tuttavia complicata: la coalizione di governo può disporre di 220 deputati sui 465 della Camera Bassa e di 122 su 248 al Senato, una situazione di doppia minoranza inedita che condizionerà la governabilità del Paese.