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"Petit paysan", l'allevatore di Charuel che ha vinto tre César

sabato 24 marzo 2018
2' di lettura

Roma, (askanews) -Ha vinto tre César con un film girato interamente dentro una fattoria, con protagonista un giovane allevatore che fa di tutto per salvare le proprie vacche, anche dalle regole di Bruxelles, quando queste si ammalano. Una vera sfida per il giovane regista Hubert Charuel, figlio lui stesso di allevatori, che con il suo "Petit paysan" ha conquistato il pubblico francese e vinto il premio per miglior regista esordiente agli Oscar francesi, mentre il suo protagonista, Swann Arlaud, ha avuto quello per miglior attore". Il regista, a Roma per presentare il film che sarà nei cinema italiani il 22 marzo, ha detto: "Abbiamo incontrato parecchi produttori all'inizio che ci hanno detto 'è bene parlare del mondo agricolo', ma chissene importa degli animali, i buoi non sono sexy, e gli allevatori non sono sexy. Ma tutti hanno un nonno, uno zio, un cugino agricoltore, e per questa ragione eravamo sicuri avrebbe toccato le persone". "Il vero punto di partenza - ha aggiunto - è una paura che ho avuto da bambino, perché quando negli anni '90 c'è stata la crisi della mucca pazza, che è stata molto importante in Francia, come credo in Italia. C'era questo principio di precauzione per cui se un animale era malato si abbatteva tutta la mandria. Mia madre, che come il protagonista era innamorata delle sue vacche, mi ricordo che disse 'se succede a me mi suicido'". Hubert non ha seguito la strada dei genitori, ma conosce bene la vita e le difficoltà degli allevatori europei: "Il grosso problema è che non hanno più fiducia nelle centrali d'acquisto e le politiche agricole europee, e sanno che è molto complicato per loro restare a galla, e hanno paura di far sparire le loro aziende. Sicuramente sono degli eroi, sono persone che lavorano sette giorni su sette, 365 giorni l'anno, per dar da mangiare alle persone. Questa è la base del lavoro, in realtà, un lavoro che certo non li arricchisce". Il film si muove tra il thriller, la commedia, il dramma, ed è anche, come confessa Charuel, una storia d'amore di un uomo per i suoi animali e il lavoro che ha ereditato dalla propria famiglia: "Io parlo di storia d'amore, che è anche una storia di lealtà, che è importantissima, la base di quel mestiere. L'amore, gli animali, la famiglia, in una fattoria tutto è legato, tutto va nella stessa direzione. Questa lealtà è la stessa, che sia verso la famiglia che verso i propri animali".

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Roma, 20 mag. (askanews) - Il gesto non è passato inosservato ed è stato interpretato in modi opposti. La neo-sindaca di Merano (provincia di Bolzano), Katharina Zeller, esponente del gruppo linguistico tedesco della Suedtiroler Volkspartei (Svp), appoggiata anche da Pd e M5S, alla cerimonia di insediamento con il primo cittadino uscente Dario Dal Medico, si è levata la fascia tricolore durante la foto di rito. Il video di TG 33 Alto Adige è diventato virale.

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La prima donna sindaca di Merano, ha poi chiarito il suo gesto con un post su Instagram, in cui ha precisato: "La mia reazione nel rimuovere la fascia tricolore subito dopo che mi era stata posta sulle spalle non deve in alcun modo essere interpretata come un gesto di disprezzo verso i simboli della Repubblica. Indosserò la fascia con il massimo rispetto in tutte le circostanze previste dal protocollo istituzionale, come sempre fatto anche dai miei predecessori di lingua tedesca".

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Roma, 20 mag. (askanews) - È interamente girato con l'IA, "Pompei Z", film ancora in fase di lavorazione, un thriller post-apocalittico con la regia artistica e tecnica di Andrea Biglione (Almeno tu nell'universo; N.E.E.T.), la produzione italiana di Roberto Bessi (Ladyhawke, Wonderwell, Sultana's dream, Le seduttrici - A good woman) e di Alessandro Torrisi di Kalicon, azienda italiana specializzata in effetti visivi.

Uscirà nelle sale nel 2026, scritto e sceneggiato dagli stessi Biglione e Bessi, è realizzato in 4K e gli attori, ancora da svelare, reciteranno sullo schermo grazie a degli avatar AI con i loro connotati.

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