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Perché la regina di Danimarca sorride ai funerali del marito?

sabato 24 febbraio 2018
1' di lettura

Copenaghen, (askanews) - Circa 60 ospiti si sono stretti attorno alla famiglia reale danese per salutare il principe consorte Henrik, marito della regina Margherita II di Danimarca. Nelle immagini si vede la regina, 77 anni, che scende dall'auto vestita a lutto ma in più di un'occasione la si vede sorridente e quasi allegra. Presenti al funerale i figli della coppia, il principe ereditario Frederik, 49 anni, e il principe Joachim, 48. Il controverso principe consorte di origini francesi non ha mai ottenuto il titolo di re, una delusione di cui non ha mai fatto mistero. Nel 2017 aveva pubblicamente fatto sapere che non voleva essere sepolto con la moglie nel cimitero reale della cattedrale di Roskilde, come lo sono da secoli le coppie reali danesi. Il principe, la cui demenza senile era stata resa nota nel settembre 2017, era stato ricoverato in ospedale alla fine di gennaio per un'infezione polmonare ed è morto il 13 febbraio nella residenza reale che si trova a circa 40 chilometri a nord della capitale danese.

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Attacco di Israele all'Iran, il mondo ora teme l'escalation

Washington, 13 giu. (askanews) - Lo scontro tra Israele e l'Iran ha radici lontane, quello di questa notte è solo l'ultimo capitolo di una storia lunga decenni di minacce, ultimatum, guerre clandestine e attacchi di diverso genere. L'escalation del conflitto è avvenuta sfidando il monito di Donald Trump e sabotando di fatto i suoi negoziati con Teheran sul nucleare. La decisione di attaccare i vertici militare iraniani e i siti nucleari delle Repubblica islamica è stata presa dal premier israeliano Benjamin Netanyahu lunedì scorso, quando ha chiamato il presidente americano Donald Trump, informandolo della sua intenzione suggerendo di evacuare il personale americano in Medio Oriente per il timore di ritorsioni iraniane. "L'Iran non deve prendere di mira gli interessi o il personale americano". È il monito lanciato dal segretario di Stato americano Marco Rubio precisando che si tratta di un'azione unilaterale di Tel Aviv e che gli Stati Uniti non sono coinvolti negli attacchi contro la Repubblica Islamica.

Il rappresentante dell'Iran presso le Nazioni Unite a New York, ha condannato fermamente gli attacchi israeliani chiesto l'immediata convocazione di una riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Da tutto il mondo si moltiplicano gli appelli alla de-escalation del conflitto.

L'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) ha invitato "entrambe le parti a esercitare moderazione per evitare un'ulteriore escalation".

"Ho ripetutamente affermato che gli impianti nucleari non devono mai essere attaccati, indipendentemente dal contesto o dalle circostanze" ha detto Rafael Grossi. Anche la Cina si è detta estremamente preoccupata per le gravi conseguenze che gli attacchi israeliani contro l'Iran potrebbero comportare. Italia e Francia invitano alla moderazione e la Turchia chiede a Israele di fermare gli attacchi.

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Ultima Generazione con le forbici davanti Senato: Meloni tagli l'Iva?

Roma, 13 giu. (askanews) - Sette attivisti di Ultima Generazione, aderenti alla campagna "Il Giusto Prezzo", hanno tenuto un flash mob di protesta davanti al Senato chiedendo al governo di tagliare l'Iva sui beni alimentari essenziali.

Dopo essere stati in settimana davanti alla Camera dei Deputati e il Ministero dell'Agricoltura per protestare contro il decreto sicurezza - stavolta gli attivisti sono andati davanti al Senato. Sono poi stati spostati dalle forze dell'ordine in via del Salvatore dove hanno srotolato lo striscione con la scritta "Tagliamo l'Iva" e poco dopo sono stati portati in commissariato.

Alina, 30 anni ha dichiarato: "Stamattina sono venuta davanti Palazzo Madama perché chiedo soltanto una vita dignitosa e un futuro migliore per me e per i miei tre figli. Invece siamo stati circondati dalle forze dell'ordine, siamo stati caricati come se fossimo dei delinquenti, quando noi in realtà siamo venuti soltanto a chiedere il taglio dell'IVA sui beni alimentari essenziali perché non è possibile andare avanti così. Il cibo non è un lusso, vanno tassati i beni di lusso. Ci rivolgiamo al governo Meloni, e se non darà concretezza alla nostra richiesta siamo pronti a boicottare i supermercati da ottobre".

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"Corpi carbonizzati ovunque": i testimoni dell'incidente aereo in India

Milano, 13 giu. (askanews) - Sono oltre 300 le persone morte nell'incidente aereo avvenuto nei pressi dell'aeroporto indiano di Ahmedabad, ma il bilancio è solo provvisorio. Giovedì 12 giugno un Boeing 787 Dreamliner diretto a Londra è precipitato appena dopo il decollo dall'aeroporto schiantandosi sul tetto di un dormitorio di studenti di medicina. Solo una persona è sopravvissuta tra i passeggeri e l'equipaggio a bordo dell'aereo che erano in tutto 254.

I volontari accorsi in aiuto delle vittime nei primi minuti successivi all'incidente del Boeing di Air India hanno descritto l'inferno che si è scatenato davanti ai loro occhi.

"Quando siamo andati lì, abbiamo visto cadaveri ovunque. Erano a pezzi. Completamente bruciati. Dallo studentato abbiamo recuperato persone vive. Non pensavamo che ci fosse qualcuno vivo. Ovunque solo corpi, parti, parti di corpi", ha raccontato un testimone.

"I corpi erano completamente bruciati. Alcuni non avevano una gamba o la fronte. Era tutto completamente bruciato. Era come il carbone."

"Ero spaventato e non capivo cosa fosse successo - racconta un operaio - Era stata l'esplosione di una bomba? Poi ho visto i resti dell'aereo. C'era fumo nero ovunque. Il cielo era solo nero. Gli occhi mi bruciavano".

Il Primo Ministro indiano Narendra Modi ha visitato i feriti ricoverati in ospedale, mentre le autorità cercano di fare luce sulle cause dell'incidente dell'aereo precipitato appena 28 secondi dopo il decollo a un chilometro e mezzo di distanza dalla pista. Al momento è stata recuperata una delle due scatole nere a bordo dell'aereo.

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Suonano le sirene ad Amman, la Giordania ha intercettato droni

Milano, 13 giu. (askanews) - Le sirene antiaeree risuonano ad Amman dopo l'attacco israeliano all'Iran. L'esercito giordano ha dichiarato di aver intercettato droni e missili che avevano violato lo spazio aereo del regno, dopo che l'Iran aveva promesso che non ci sarebbero stati "limiti" nella sua risposta agli attacchi israeliani.

Amman aveva precedentemente affermato che non avrebbe permesso che il suo spazio aereo venisse violato e si era impegnata a non diventare un "campo di battaglia" in alcun conflitto regionale.

Nell'ottobre 2024, la Giordania ha intercettato diversi droni e missili lanciati dall'Iran contro Israele.

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