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Masterchef, Simone: non m'aspettavo vittoria, ora un ristorante

sabato 10 marzo 2018
2' di lettura

Milano, 9 mar. (askanews) -"Non mi aspettavo di vincere è stata una sorpresa non perchè non credessi in me stesso, però è stato molto emozionante. Sono felice di aver rappresentato il mio territorio in un programma così importante": Simone Scipioni, il giovane vincitore della settima edizione di MasterChef Italia, racconta l'emozione di essere salito sul gradino più alto del podio del talent show, dopo una notte insonne passata a festeggiare la vittoria. A Montecosaro, paese del Maceratese da cui arriva, "il sindaco mi ha detto che la strada per diventare patrono della città è troppo lunga, mi devo accontentare di una targa", ha scherzato durante la conferenza stampa insieme agli altri due finalisti, Kateryna Gryniukh, e Alberto Menino. Per Simone c'è stato un momento in cui ha capito che poteva conquistare la vittoria: "Quando ho vinto la prova di chef Klugmann eravamo rimasti in pochi e il piatto era molto difficile lì ho capito che potevo arrivare alla finale". Ora, che ha in tasca la vittoria e 100mila euro di montepremi, questo studente di Scienze dell'alimentazione spera di riuscire a realizzare il suo sogno: "Nel mio futuro vedo un ristorante, non so se sarà domani, tra due o tre mesi, tra cinque anni o dieci però ci sarà". Un locale dove ancora una volta i piatti sanciranno il legame che ha col la suo paese di origine. "Una cucina legata al territorio e una cucina in evoluzione perchè io credo che un vero chef non smetta mai di evolversi questa credo sia la chiave fondamentale per diventare un cuoco di livello". Intanto nell'immediato c'è un'altra data importante, la pubblicazione del suo libro di ricette, l'opportunità che il talent offre al vincitore. "Il libro si chiamerà Al mio paese, la mia cucina tra terra e mare e uscirà il 19 marzo"

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In mostra, accanto ad alcune opere monumentali che si adattano alla perfezione alla dimensione del museo basco, anche due meravigliosi Lucio Fontana scuri, e poi l'ipnotico Led verticale di Jenny Holzer, nella stessa sala con Kiefer e Mona Hatoum. "Abbiamo articolato ogni galleria intorno a un tema - ha aggiunto Blàvia - tra gli altri lo spazio, la gestualità nella pittura, l'arte pop, l'idea di violenza e le sue tracce, per far vedere ai nostri visitatori tutte le opere che abbiamo, la molteplicità di discipline, di approcci, di desideri e di pensieri intorno all'arte come forma di riflessione intorno alla nostra realtà".

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Bari, 13 dic. (askanews) - Negli ultimi anni la chirurgia robotica ha conosciuto una crescita senza precedenti in Italia. Secondo i dati più recenti, infatti, nel solo 2024 sono stati eseguiti oltre 54.700 interventi robotici, con un aumento esponenziale rispetto al passato. L'ambito di maggiore utilizzo resta quello urologico, con circa 30mila procedure, ma numeri in forte crescita si registrano anche in chirurgia generale e ginecologia. Dalla sua prima introduzione in sala operatoria fino all'integrazione con le tecnologie digitali e l'intelligenza artificiale, la robotica ha segnato il passaggio decisivo verso una chirurgia sempre più mininvasiva, con benefici evidenti. Se ne è parlato a Bari, al Santa Maria Hospital, struttura di GVM Care & Research accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale, durante il convegno "Dal sogno alla realtà: vent'anni di chirurgia robotica", dedicato in particolare all'esperienza dell'urologia robotica in Italia. Abbiamo parlato con il Prof. Giuseppe Speziale, Vicepresidente GVM Care & Research:

"Vent'anni fa abbiamo iniziato questo percorso di robotica, oggi siamo come Santa Maria Hospital di Bari con un centro all'avanguardia, non solo tecnologico ma anche sulla formazione per le persone. La robotica, come in generale tutta la tecnologia, non sostituisce ma implementa, aiuta il chirurgo a fare meglio, personalizzare le cure e renderle più precise. Oggi, per esempio in alcuni campi come nell'urologia, pensare una chirurgia senza il robot sarebbe assolutamente pazzesco, ma pensate che solo 20 anni fa i chirurghi hanno faticato a introdurre questa tecnica perché veniva considerata assolutamente inutile. Quindi non c'è la predisposizione naturale all'innovazione, ma bisogna introdurla anche con forza e determinazione".

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