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Nord Corea, gli Usa all'Onu: "Il mondo più vicino alla guerra"

giovedì 30 novembre 2017
1' di lettura

New York (askanews) - "Adesso il mondo è più vicino alla guerra". Parola di Nikki Haley ambasciatrice americana presso l'Onu. In seguito all'ultimo lancio di un missile balistico intercontinentale da parte della Corea del Nord gli Stati Uniti hanno minacciato di distruggere totalmente il regime se scoppierà un conflitto contro lo Stato guidato da un "povero pazzo", come Donald Trump ha definito il leader di Pyongyang Kim Jong-Un. Gli Stati Uniti hanno chiesto di rendere l'isolamento della Corea del Nord totale, includendo tra i tagli anche le forniture di greggio dalla Cina. "Il dittatore della Corea del Nord ha fatto una scelta ieri che porta il mondo più vicino alla guerra, non più lontano. Se la guerra scoppierà non ci saranno errori: il regime nordocoreano verrà completamente distrutto", ha dichiarato Nikki Haley nel corso della riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. "Abbiamo bisogno che la Cina faccia di più. Il presidente Trump ha chiamato Xi e lo ha invitato a tagliare le forniture di petrolio verso Pyongyang. Sarebbe un passo decisivo negli sforzi mondiali per fermare questo reietto internazionale". Il Consiglio di sicurezza si è riunito su richiesta degli Stati Uniti, del Giappone e della Corea del Sud per considerare ulteriori sanzioni contro il regime di Pyongyang.

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Holon, 21 giu. (askanews) - Il tetto di un edificio prende fuoco nella città di Holon, nel centro di Israele in seguito ad un nuovo bombardamento di missili è stato lanciato dall'Iran.

Nel video diffuso dai servizi di emergenza nazionali israeliani le squadre di emergenza sono schierata sul luogo per spegnere l'incendio.

TMNews

Meloni: per Africa 1,2 mld investimenti e abbattimento debito

Roma, 22 giu. (askanews) - Progetti per un valore di 1,2 miliardi e un'iniziativa per abbattere il debito dei Paesi africani.

Questo quanto emerso dal vertice "The Mattei Plan for Africa and the Global Gateway: A common effort with the African Continent", che si è svolto questa mattina a Villa Doria Pamphilj, co-presieduto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dalla presidente della Commissione europea Ursula von derl Leyen.

Presenti rappresentanti di diversi governi africani e di organizzazioni internazionali come il Fondo monetario internazionale (Kristalina Georgieva) e la Banca Mondiale (Ajay Banga).

"Crediamo che l'Africa sia un continente in cui si gioca il nostro futuro: rafforzare l'Africa significa anche rafforzare l'Europa e costruire insieme le condizioni per una stabilità comune", ha detto Meloni aprendo i lavori. "Siamo qui per riaffermare il nostro forte impegno e partenariato con l'Africa", le ha fatto eco la tedesca.

Con le intese firmate oggi, le risorse vengono concentrate su pochi ma strategici investimenti. Innanzitutto il Corridoio Lobito, infrastruttura ferroviaria, e non solo, che collega Zambia e Katanga (aree ricche di risorse minerarie) all'Atlantico, in Angola. Un'opera che mina il monopolio sudafricano e cinese nella logistica. In questo modo i mercati africani avranno uno sbocco verso quelli occidentali, ovvero Ue e Usa, che partecipano all'investimento. Altro progetto, anche questo di valore strategico, è l'estensione di Blue Raman (coinvolta l'italiana Sparkle), il cavo sottomarino in fibra ottica per potenziare la connettività digitale tra Europa, Africa orientale, Medio Oriente e Asia meridionale, dal suo hub africano di Gibuti a Somalia, Kenya e Tanzania: questo collegherà l'Africa orientale a enormi mercati digitali. Ci sono infine altre risorse per l'agricoltura sostenibile, in particolare per la filiera del caffè.

Meloni ha anche annunciato che l'Italia lavora a "un'iniziativa concreta per il debito delle nazioni africane, questione che se non affrontata rischia di vanificare tutti i nostri sforzi.

Lavoriamo per convertire l'intero ammontare del debito delle nazioni meno sviluppate e abbattere del 50% quello delle nazioni a reddito medio-basso. Questo ci consentirà di convertire in progetti di sviluppo sul territorio circa 235 milioni di debito".

Se lo sviluppo collegato di entrambi i continenti con un ridimensionamento cinese, geopoliticamente fondamentale, è il primo obiettivo, il secondo è la riduzione dei flussi di migranti. "La sfida - ha sottolineato la presidente del Consiglio, che a fine luglio sarà in Etiopia - è che l'Africa possa crescere e prosperare processando le sue materie prime, coltivando i suoi campi, dando una prospettiva ai suoi giovani anche per combattere le cause che spingono troppi giovani a pagare criminali per affrontare viaggi pericolosissimi". Queste tematiche - ha aggiunto von der Leyen - "rappresentano un elemento importante del nostro approccio globale alla gestione della migrazione" che sta ottenendo risultati: "lo scorso anno, il numero di attraversamenti illegali delle frontiere è diminuito del 38%. Questa tendenza positiva è proseguita anche negli ultimi mesi, con una riduzione del 21% dall'inizio dell'anno". Però il tema del contenimento delle migrazioni è un "elemento chiave della nostra agenda comune con i partner africani" e su questa problematica va "tenuta alta l'attenzione".

TMNews

Israele, capo Idf: prepararsi a una campagna prolungata contro l'Iran

Roma, 20 giu. (askanews) - Il capo dell'esercito israeliano, Eyal Zamir, ha dichiarato che Israele deve essere "pronto a una campagna prolungata" contro l'Iran.

"Abbiamo intrapreso la campagna più complessa della nostra storia per eliminare una minaccia di tale portata, contro un tale nemico. Dobbiamo essere pronti per una campagna prolungata", ha detto Zamir in una dichiarazione video agli israeliani, aggiungendo che "la campagna non è finita. Anche se abbiamo ottenuto risultati significativi, ci aspettano ancora giorni difficili".

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Ucraina, Putin: non escludo di prendere Sumy

San Pietroburgo, 20 giu. (askanews) - La Russia non cerca una resa dell'Ucraina, ma un riconoscimento della situazione sul terreno: lo ha affermato il presidente russo, Vladimir Putin, intervenuto al Forum Economico di San Pietroburgo.

"Non è un proverbio, non è una parabola, ma una vecchia regola: dove mette piede un soldato russo, quello è nostro territorio" ha dichiarato Putin, secondo il quale Kiev si è rifiutata di negoziare perché l'Occidente era sicuro di poter trarre profitto dalla situazione attuale.

Putin ha inoltre affermato di non "escludere" che le sue forze prendano il controllo della città di Sumy, nell'ambito degli sforzi di creare una zona cuscinetto lungo il confine. "Non abbiamo l'obiettivo di prendere Sumy, ma in linea di principio non lo escludo", ha dichiarato.

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