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Ucraina, il caro prezzo pagato da Irpin: "Qui è l'apocalisse"

di TMNews sabato 2 aprile 2022
2' di lettura

Roma, 2 apr. (askanews) - Irpin è di nuovo sotto il controllo delle forze dell'Ucraina ma è devastata. La città al confine nord-occidentale di Kiev ha resistito alla forza dell'invasione russa ma ha pagato un prezzo altissimo. I pochi residenti rimasti si contano sulle punta delle dita e raccontano di come sono sopravvissuti a oltre un mese di bombardamenti incessanti. Qui è "l'apocalisse" raccontano.

"Ogni 20-30 secondi sentivamo colpi di mortaio dalla direzione di Bucha - racconta Bogdan, residente di Irpin - si sentivano da tre a cinque colpi in un posto, poi una breve pausa, penso per riadattare il mortaio, poi altri tre-cinque colpi in un'altra zona".

"Nella mia casa, le lampade dei lampadari sono cadute a causa delle esplosioni. Durante i bombardamenti ci siamo seduti in casa in un angolo, dove i muri sono più spessi" ricorda Viktor.

E Oksana che vive alla periferia di Irpin dice: "Alle 4 del mattino qui è iniziato l'inferno. Alle 7:44 sono corsa e ho preso cibo per i nostri animali domestici, ho gatti, cani qui, ho pensato di dare loro da mangiare. E non ho avuto il tempo di correre dalla mia mucca perché a quell'ora è iniziato l'inferno".

Irpin era un'elegante città di pendolari tra le foreste di pini. Ora i suoi moderni condomini pastello sono ridotti in macerie, le strade sono vuote, disseminate di auto con parabrezza sfregiati dai proiettili. I soccorritori stanno ancora recuperando i corpi dei morti prima di portarli al ponte saltato in aria che collega la città con Kiev. Secondo le autorità qui sono stati uccisi 200 civili.

(Immagini Afp)

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"I dialoghi di Pollenzo sono un momento di riflessione attorno ai temi della biodiversità - afferma Carlo Petrini, presidente dell'Università di Pollenzo -. Mai come in questo momento abbiamo bisogno di riprendere un dialogo a più voci per rimettere la biodiversità al centro della società civile. L'obiettivo di questo appuntamento è identificare una logica di comportamenti e nuove riflessioni per creare una società civile che ponga al suo centro la sostenibilità. Molto probabilmente occorre un nuovo tipo di economia; e serve ragionare su forme sociali di comportamento che possano rigenerare tutto quello che è il comparto produttivo".

"La biodiversità è fondamentale per la nostra vita, lo è sempre stata - aggiunge Roberto Danovaro, Presidente della Fondazione Patto con il Mare per la Terra -, fin da quando l'uomo era un semplice cacciatore. Ancora di più lo è diventata quando ha cominciato a coltivare, rendendo possibile l'espansione dell'umanità. È la biodiversità che ci regala aria respirabile, produce ossigeno e fornisce cibo incontaminato. Purtroppo è in declino, sempre più rara e difficile da sostenere. Siamo qui a Pollenzo per ragionare su quali sono le prospettive di coesistenza tra uomo e biodiversità".

Prospettive che passano anche per un opportuno utilizzo delle risorse marine:

"Il mare è fondamentale per la terra. In un mondo in grande espansione demografica, che ha già superato gli 8 miliardi di abitanti e che ha già consumato il 75% degli ambienti terrestri, il mare rappresenterà in futuro la possibilità di uno sviluppo sostenibile, per sfamare un'umanità in crescita anche attraverso lo sviluppo di un'agricoltura marina. Ciò servirà proprio ad alleviare l'impatto sugli ecosistemi terrestri".

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