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Tragedia San Giuliano di Puglia, Angelone: ancora molto da fare

di TMNews lunedì 31 ottobre 2022
2' di lettura

Roma, 31 ott. (askanews) - A 20 anni dalla tragedia che il 31 ottobre del 2002 vide l'Italia piangere "gli angeli di San Giuliano di Puglia", 27 bambini che,

insieme alla loro maestra, morirono per il crollo della scuola 'Francesco Jovine' proprio nella località molisana dopo una scossa di terremoto, il Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG), quale unico organismo nazionale di rappresentanza istituzionale della categoria professionale, richiama l'attenzione sulla necessità di ampliare le azioni volte alla prevenzione:

"Dalla tragedia di San Giuliano di Puglia sono passati 20 anni e sebbene la ricostruzione abbia restituito un tessuto urbano impeccabile dal punto di vista strutturale, resta insanabile lo smantellamento storico, architettonico e soprattutto sociale di una comunità che ha visto cancellare una intera generazione dalle proprie anagrafe, macerie interiori che restano indelebili nella memoria", afferma in un video il segretario del Consiglio Nazionale dei Geologi, Domenico Angelone, che spiega come sia necessario continuare a ricordare e eventi come quelli di San Giuliano di Puglia in quanto "le azioni virtuose di soccorso alle popolazioni colpite da eventi catastrofici, il ristoro per i danni subiti, l'impeccabile ricostruzione non restituisce l'anima ai piccoli centri disseminati lungo la catena appenninica, né ripristina quelle relazioni interpersonali che affondano le radici nei centri di aggregazione ricchi di storia e di cultura contadina".

Molto è stato fatto dopo il 2002 anche per l'edilizia colastica, che ha subito altri duri colpi con il crollo della "Casa dello Studente" all'Aquila, un edificio che, sebbene non adibito ad aule scolastiche, ospitava studenti universitari, morti sotto le macerie in seguito al terremoto dell'Aquila, ed ancora il crollo

della scuola di Amatrice durante la crisi sismica dell'Italia centrale. Purtroppo, c'è il fatto che in Italia il patrimonio edilizio ha una storia importante ed in molti casi edifici realizzati secoli fa ospitano scuole, caserme, sedi comunali.

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della fiancata laterale, dove ha inizio il porticato esterno ed è stato subito salutato dal Padre Abate, Dom Donato Ogliari e dal cardinale Arciprete della Basilica, James Michael Harvey. Poi indossata la stola sopra la mozzetta e il rocchetto si è avviato il processione verso l'interno della Basilica. Alla processione hanno preso parte anche i monaci benedettini.

La basilica era gremita di fedeli e il pontefice li ha salutati, benedicendoli.

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Milano, 20 mag. (askanews) - Fondazione Elpis presenta la sesta edizione di Una Boccata d'Arte, il progetto d'arte contemporanea ideato nel 2020 da Marina Nissim, Presidente di Fondazione Elpis, diffuso lungo tutta la Penisola in 20 piccoli centri con meno di 5.000 abitanti e realizzato in collaborazione con Maurizio Rigillo di Galleria Continua e Threes.

Nel 2024, Una Boccata d'Arte ha raggiunto un importante traguardo: la realizzazione di 100 progetti complessivi, firmati da 100 artisti in 100 borghi italiani. La mostra "Dove non sono mai stato, la sono" fino al 6 luglio 2025 presso Fondazione Elpis a Milano racconta questa esperienza quinquennale attraverso un allestimento che restituisce l'importanza delle reti territoriali sviluppate nel corso di questi anni.

In occasione della conferenza stampa, la Presidente Marina Nissim ha illustrato ad Askanews il progetto: "Oggi siamo qui a presentare la sesta edizione di Una Boccata d'Arte, un progetto che nasce nel 2020. I giovani artisti vengono portati in 20 borghi ogni anno, un borgo per regione, e sono invitati a dialogare, a avere un momento di incontro e a lavorare all'interno del borgo. È un evento prettamente partecipativo, di condivisione, di scambio, di riflessione e di rigenerazione.

In questo spazio, che è lo spazio a Milano di Fondazione Elpis, abbiamo oggi una mostra che vuole documentare i primi cinque anni di Una Boccata d'Arte. Abbiamo delle opere di alcuni artisti che hanno presentato il loro lavoro sul territorio e soprattutto la mostra vuol far capire la dimensione e l'importanza di questo progetto. In cinque anni, avendo già toccato cento borghi, siamo riusciti a lasciare 40 opere permanenti sul territorio e questo vuol dire che questo segnale, questa scintilla, questo progetto temporaneo in realtà ha lasciato una testimonianza permanente e questa è lamia più grande soddisfazione". Ad ogni edizione, Una Boccata d'Arte acquisisce sempre maggior consapevolezza rispetto alla necessita di dare vita a opere e progetti in cui le comunitàpossano riconoscersi: sono tanti gli artisti che hanno lavorato sulle memorie preesistenti o sulla definizione di nuove occasioni di aggregazione, in molti casi mettendo in campo le proprie identità culturali d'origine.

Dal 28 giugno al 28 settembre 2025 la sesta edizione coinvolge borghi, in un'espansione del progetto verso spazi in disuso, luoghi di aggregazione dimenticati o ai margini del tessuto urbano. L'edizione 2025 si compone di interventi dalla spiccata valenza partecipativa e ambientale, in alcuni casi con opere pensate per restare come segni permanenti nei territori. I progetti nascono da ricerche approfondite sul campo grazie alla mediazione dei curatori regionali.

Gli artisti, i borghi e i curatori della sesta edizione:

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Bibi Manavi a Borgolavezzaro (NO) in Piemonte, a cura di Veronica Botta;

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