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Baretta: piattaforma di coordinamento per il welfare territoriale

di TMNews venerdì 24 marzo 2023
4' di lettura

Napoli, 24 mar. (askanews) - Welfare aziendale, e soprattutto welfare di "territorio" come possibili migliori risposte alla domanda di servizi e assistenza che la crisi economica e l'alta inflazione sta rendendo sempre più pressante. E' uno scenario virtuoso, ma che presenta anche implicazioni critiche: il patto cittadino-stato sotteso al concetto tradizionale di welfare, corre infatti il rischio di essere trasformato in una sorta di accordo tra lavoratore-azienda, traghettando quindi il "diritto" del cittadino a servizi erogati dal soggetto pubblico, verso un "vantaggio" di vedere garantite prestazioni e assistenza in virtù dello status di collaboratore di una determinata impresa.

Per superare questa, e anche altre, criticità connesse alle difficoltà che segnano oggi un welfare pubblico sempre più in arretramento viene la proposta di una piattaforma condivisa tra pubblica amministrazione-privati e soggetti del terzo settore su cui far confluire e armonizzare progetti e domanda di welfare.

"Penso ad una piattaforma larga e condivisa nel senso che devono essere le Autorità pubbliche, ad esempio il Comune, che devono mettere insieme le varie espressioni e proposte - ha detto Pier Paolo Baretta, con alle spalle una lunga esperienza sindacale e legislativa e oggi assessore al Bilancio e Patrimonio del Comune di Napoli - In questo modo essere dipendenti un'azienda può avere dei vantaggi, ma non può essere una fattispecie esclusiva. Ci vogliono dei mediatori che siano in grado di mettere insieme fattori diversi. Pensate a cosa può fare la Chiesa, pensate cosa possono fare le associazioni, le cooperative. Se ognuno fa un pezzetto, questo porta a un risultato importante, ma non sufficiente. Se tutti insieme, invece, costruiamo un mosaico la risposta diventa assolutamente all'altezza di una crescente domanda di welfare".

Di welfare territoriale se ne è parlato a Napoli nel corso della sesta tappa del Giro d'Italia della CSR, organizzata dal Solone della Csr e dell'innovazione sociale in collaborazione con l'Università "Parthenope" e l'Università "Suor Orsola Benincasa".

"Le grandi aziende da tempo, e ora anche le piccole e medie, in qualche modo tendono a prestare dei servizi che nel nostro Paese sono sempre stati erogati dallo stato Stato - ha spiegato Rossella Sobrero del Gruppo promotore del Salone della CSR - Questa sorta di sostituzione, che a me non piace chiamare sostituzione, bensì 'affiancamento' tra imprese e sistema pubblico, può essere letta in due modi. Il primo: lo Stato ha meno risorse e quindi chiede alle aziende di contribuire. Ma io sono più favorevole a leggerla nel secondo modo, più positivo; e vale a dire: le aziende hanno capito il loro ruolo sociale e offrono servizi che vanno oltre quello che può essere utile strettamente per i loro dipendenti. E cercano così di contribuire a migliorare la vita della comunità".

La lettura positiva del progressivo intervento delle imprese nella erogazione di welfare è condivisa anche dal modo accademico. I diversi docenti presenti alla tappa hanno sì accettato l'ipotesi che modelli di welfare eccessivamente privati possano esasperare le diseguaglianze tra chi è legato ad una azienda che eroga anche welfare e chi invece no lo è; ma hanno anche insistito sulla solidità delle garanzie che il soggetto pubblico può assicurare in questi casi.

"Il rischio esiste e per certi versi è inevitabile - ha detto Domenico Salvatore docente di Organizzazione aziendale all'Università Suor Orsola Benincasa e coordinatore del corso di laure in Economia aziendale e Green economy - Però sempre di più lo Stato può intervenire lì dove le diseguaglianze sono molto sono molto forti e sempre di più le aziende devono, e sono, attente a non creare queste criticità curandosi delle proprie persone e del proprio territorio nella maniera migliore possibile minimizzando l'impatto delle diseguaglianze".

"Sono fortemente convinta che quando le aziende mostrano attenzione per il benessere dei loro dipendenti allora saranno anche delle condizioni di offrire dei servizi di maggiore qualità mostrando una maggiore attenzione anche alle esigenze dei cittadini - ha ribadito Filomena Buonocore, docente di Organizzazione aziendale all'Università Parthenope - Praticamente si innesca in questo modo un circuito virtuoso per cui sta bene l'azienda, stanno bene i dipendenti dell'azienda, e quindi ci saranno delle ricadute virtuose anche sul territorio e sui cittadini che animano il territorio".

A confermare la necessità di inquadrare il tema del welfare aziendale e territoriale in una prospettiva strategica di crescita condivisa è anche il presidente della Banca di credito cooperativo di Napoli, Amedeo Manzo, intervenuto ai lavori della tappa. Nelle sue considerazioni c'è in più la sollecitazione a porre attenzione agli aspetti "emozionali e umani" nello sviluppo dei diversi progetti di welfare, aspetti centrali che vanno oltre quelli di tipo economico.

"E' un tema centrale quello del welfare responsabile, in rapporto con naturalmente le risorse umane, ma anche rapporto con la città, con il territorio - ha affermato Manzo - Da cui poi deriva anche tutto il tema della sostenibilità finanziaria a favore delle piccole e piccolissime imprese, degli artigiani, dei commercianti, delle famiglie: ovvero di tutto quel tessuto che sviluppa quel 99% di mercato in Italia, e soprattutto il 60% del Pil. Quindi un tema del Welfare è sentito ma va coniugato secondo me anche in chiave emozionale pensando agli ultimi, a coloro che soffrono, agli anziani e ai bambini". Manzo ha poi rivendicato il ruolo virtuoso che il credito, e del credito cooperativo in particolare , ha in questo scenario. "Il Credito cooperativo, un mondo ultra centenario che ha da sempre messo al centro le persone, e le famiglie, ha sempre pensato che bisogna promuovere un sentimento 'di ascolto' che si sviluppa attraverso quel grande driver che il 'rating umano' che serve non a dare i soldi a tutti, ma dagli soprattutto a chi merita".

Dopo Napoli, il Giro d'Italia della CSR farà tappa ancora a Bologna, Padova, Trento e Ancona: un percorso culturale di avvicinamento all'appuntamento nazionale dell'undicesima edizione del Salone della CSR e dell'Innovazione sociale previsto a Milano, in Bocconi, dal 4 al 6 ottobre 2023.

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Zelensky: pronti a qualsiasi negoziato per porre fine alla guerra

Kiev, 14 mag. (askanews) - Il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato che l'Ucraina è pronta a "qualsiasi formato" di negoziati per porre fine alla guerra con la Russia, in vista dei colloqui a Istanbul del 15 maggio, ma ha affermato che le sue prossime mosse dipenderanno da chi rappresenterà la Russia all'incontro.

"L'Ucraina è pronta a qualsiasi forma di negoziato e non abbiamo paura degli incontri. Domani, in Turchia", ha detto Zelensky durante il suo discorso quotidiano. "Sto aspettando di vedere chi arriverà dalla Russia, poi deciderò quali passi l'Ucraina dovrà compiere", ha aggiunto. Il Cremlino non ha ancora annunciato la propria delegazione per i colloqui.

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Nato, Cavo Dragone: l'Alleanza sta diventando sempre più forte

Bruxelles, 14 mag. (askanews) - "L'Alleanza è forte e sta diventando sempre più forte" e la minaccia scaturita dalla guerra in Ucraina "ci ha reso ancora più uniti, se ne avessimo avuto bisogno". Così l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del Comitato militare della Nato, rispondendo a una domanda di askanews.

"La risposta alla minaccia è stata unica. Non c'è stata alcuna differenza nel modo in cui (ciascuno) ha reagito all'aggressione della Russia all'Ucraina. E probabilmente questo è stato un fattore collante, per ottenere la coesione a questo livello, che è davvero ottima", ha spiegato Cavo Dragone. "E la coesione è il fulcro centrale dell'Alleanza. Quindi, intendo dire, le 32 nazioni si sono mosse davvero, davvero in perfetta sintonia. E penso che in futuro, perché non dobbiamo abbassare la guardia, anche se, grazie a Dio, un giorno ci sarà la pace in quella parte del mondo, non dovremo abbassare la nostra attenzione perché, ci sarà molto altro da fare. E la nostra responsabilità non è solo per oggi, ma per domani, per le generazioni future. Quindi dobbiamo essere in forma, pronti, e stiamo lavorando per mantenerci a quel livello, il che significa continuare a lavorare per il futuro".

"Ma vi dico una cosa, la maturità e la volontà dell'Alleanza sono davvero forti. E penso che in qualche modo la guerra in Ucraina ci abbia aiutato a raggiungere tutto questo", ha aggiunto.

Servizio di Cristina Giuliano

Montaggio askanews

Immagini Nato

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24esima Triennale, in mostra anche Paradossi e opportunità di Milano

Milano, 14 mag. (askanews) - Nello spazio di Cuore in Triennale la mostra Milano. Paradossi e opportunità. A partire dall'analisi dei dati urbani condotta dal SI Lab dell'Universita Bocconi, sono stati individuati sei grandi paradossi che oggi segnano Milano. A ciascuno di essi è stato associato un artista selezionato in collaborazione con Black History Months Milano, al quale è stato chiesto di proporne un'interpretazione personale attraverso una propria opera: Leyla Degan, Theophilus Imani, De lio Jasse, Muna Mussie, Jim C. Nedd, Justin Randolph Thompson.

Con la curatela di Damiano Gulli e Jermay Michael Gabriel, direttore di Black History Months Milano e la collaborazione scientifica di Alessandra Casarico, Felix Eychmu ller e Chiara Serra di SI Lab Bocconi, il progetto si configura come un grande archivio vivente e relazionale pensato per stimolare una riflessione sul futuro di Milano e sulla necessità di innovarla in modo inclusivo, responsabile e coraggioso. A raccontare il progetto ad askanews la coordinatrice Seble Woldeghiorghis.

L'ha raccontata ad Askanews la coordinatrice del progetto Seble Woldeghiorghis: "L'attenzione su Milano nasce dall'esigenza di avere un'esposizione che ha uno sguardo internazionale, ma che non si dimentica della città in cui siamo. Abbiamo provato a guardare Milano attraverso il prezioso aiuto della ricerca del SI Lab della Bocconi: queste energie e direzioni opposte che poi si traducono in destini differenti per i cittadini che la abitano. L'abbiamo chiamata Paradossi e opportunità perché questi paradossi incidono su una parte sempre più ampia di popolazione, ma l'opportunità sta nel guardarli, nel riconoscere che ci sono per provare a immaginare politiche differenti che facciano un po' tornare Milano la città delle opportunità per tutti, non solo per una piccola parte. Credo che il cambiamento sia possibile soprattutto se noi innanzitutto lavoriamo con la cooperazione tra i vari saperi della città. Noi qui abbiamo messo insieme Università Bocconi, artistiche comunità della città. Se si lavora insieme, si può fare. Io credo che uno dei paradossi racconti molto bene l'energia di Milano, quello sulla Partecipazione. Se da un lato abbiamo un calo alla partecipazione alle elezioni politiche e al voto, Milano è in realtà una città delle associazioni, del Terzo Settore: tanta volontà di partecipare. Se lavoriamo insieme e partiamo dal presupposto che si può cambiare, forse riusciamo a far tornare Milano grande città delle opportunità per tutti".

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Cannes, Tom Cruise accende il red carpet con "Mission: Impossible 8"

Cannes, 14 mag. (askanews) - Era uno dei red carpet più attesi del 78esimo Festival di Cannes e in molti, forse, sono rimasti un po' delusi, perché si aspettavano colpi di scena: Tom Cruise è arrivato sul tappeto rosso con occhiali da sole per "Mission: Impossible - The Final Reckoning", l'ottavo capitolo della saga diretto da Christopher McQuarrie.

Il cast del film, presentato Fuori concorso a Cannes, è stato accompagnato sulla scalinata da musicisti che suonavano le celebri musiche del franchise.

Nessun incontro per la stampa, con tanto di polemiche, ma Cruise, 62 anni, ha partecipato a sorpresa a una masterclass di McQuarrie dove non ha detto se intende continuare a fare film nei panni dell'agente Ethan Hunt, lasciando il dubbio, oltre ad aver parlato delle acrobazie e delle scene spericolate che porta avanti in questo ruolo da anni.

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