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Hotel Shelley e Delle Palme: storia di cinque generazioni

di TMNews martedì 31 ottobre 2023
3' di lettura

Roma, 31 ott. (askanews) - Nel cuore di Lerici, affacciato sullo splendido Golfo dei Poeti, si trova l'Hotel Shelley e Delle Palme, un luogo che incarna non solo l'ospitalità di alta qualità, ma anche una ricca storia familiare che abbraccia cinque generazioni. Un "gioiello" situato in una delle località più pittoresche della Liguria, gestito con passione e dedizione da una famiglia che ha fatto dell'accoglienza la propria vocazione. Valentina Bencini, la titolare, racconta che "tutto è iniziato quando il mio bisnonno, un uomo di visione, ha preso in carico questa struttura che oggi chiamiamo casa. Da allora, questa è la storia della nostra famiglia, un percorso che ci ha visti crescere, cambiare, ed è cambiata con noi". L'hotel, infatti, non è solo un'attività lavorativa, ma un autentico punto di contatto con le radici familiari. La storia e il calore umano che avvolgono l'Hotel Shelley e Delle Palme creano un'atmosfera speciale che si riflette nell'approccio unico dell'intera famiglia e nell'accoglienza. Oltre al clima di "famiglia" che gli ospiti dell'Hotel Shelley riescono a vivere, possono godere anche di una posizione privilegiata: con una vista mozzafiato sul Castello Medievale di Lerici e il Golfo dei Poeti. L'hotel offre agli ospiti un'esperienza davvero incantevole. "La posizione strategica fa sì che gli ospiti si sentano privilegiati e immersi nella bellezza di questo luogo affascinante, ma la nostra forza è sempre stata la voglia di innovarci e di avvicinarci ai clienti di tutte le età" spiega Bencini.

Grazie alle nuove generazioni coinvolte nella gestione, l'hotel ha aggiornato le sue offerte per adattarsi alle esigenze dei giovani, infatti la struttura è diventata una scelta popolare per feste di compleanno, eventi e lauree, creando un'atmosfera vibrante e dinamica. Caterina, la figlia di Bencini, coinvolta direttamente nel lavoro di allestimento e organizzazione di eventi, racconta che "mi rapporto spesso con i miei coetanei e ho visto che spesso si sono legati sia alla nostra struttura, sia a noi come persone, perché si sentono capiti. Ogni festa che organizziamo, cerchiamo di personalizzarla, di adattarla alla persona che festeggerà. Creiamo un rapporto con il cliente e vedo che poi spesso molti ragazzi, dopo il primo evento, vogliono continuare con noi. Abbiamo notato che anche i genitori, che si sono trovati bene, spesso ci scelgono. Per esempio, ci ha scritto un signore che aveva festeggiato qui sua nipote, ed essendosi trovato benissimo, perché la sua festa era stata perfetta, anche lui adesso si affiderà a noi". L'Hotel Shelley ha costruito una reputazione sociale solida nel corso degli anni. La struttura è stata accolta calorosamente dalla comunità locale e dagli ospiti, che riconoscono la sua dedizione a essere una realtà estremamente propositiva e vicina ai giovani. Il rapporto di fiducia instaurato con la clientela è uno dei pilastri della crescita continua dell'hotel. Questa attenzione ai dettagli, insieme al profondo coinvolgimento familiare, ha permesso all'Hotel Shelley di diventare il punto di riferimento per molti momenti speciali nella vita delle persone, ma non solo, perché la struttura è stata anche notata dal grande gruppo come Best Western, che ha colto le loro competenze nell'ambito alberghiero. "Sebbene la struttura in sé sia rimasta invariata, stiamo cercando di rinnovarla e renderla più attraente. Siamo stati individuati come una scelta interessante per le vacanze, in particolare per un'area dedicata al lusso e alle vacanze di alta qualità. Offriamo un alto standard di vacanza che, se interpretato correttamente, permette ai nostri ospiti di rilassarsi e di immergersi in un tipico villaggio ligure di pescatori" afferma Bencini, soddisfatta per questo ulteriore riconoscimento per la struttura. Per l'Hotel Shelley, però, la parola chiave è "famiglia". Oltre all'accoglienza, l'hotel cerca sempre di trasmettere quel senso di "casa" ai suoi ospiti. Il rapporto speciale tra la famiglia e l'hotel si riflette nella sensazione di essere accolti non solo come clienti, ma come amici. "La fiducia instaurata con la clientela è un valore fondamentale, e gli ospiti si sentono ascoltati e compresi" conclude la titolare, che aggiunge "la struttura si sta evolvendo. Non vediamo l'ora di accogliere nuovi volti e condividere con loro il nostro straordinario viaggio. La nostra porta è sempre aperta, pronta ad accogliere chiunque cerchi un'esperienza autentica e indimenticabile"

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Nel 2024, Una Boccata d'Arte ha raggiunto un importante traguardo: la realizzazione di 100 progetti complessivi, firmati da 100 artisti in 100 borghi italiani. La mostra "Dove non sono mai stato, la sono" fino al 6 luglio 2025 presso Fondazione Elpis a Milano racconta questa esperienza quinquennale attraverso un allestimento che restituisce l'importanza delle reti territoriali sviluppate nel corso di questi anni.

In occasione della conferenza stampa, la Presidente Marina Nissim ha illustrato ad Askanews il progetto: "Oggi siamo qui a presentare la sesta edizione di Una Boccata d'Arte, un progetto che nasce nel 2020. I giovani artisti vengono portati in 20 borghi ogni anno, un borgo per regione, e sono invitati a dialogare, a avere un momento di incontro e a lavorare all'interno del borgo. È un evento prettamente partecipativo, di condivisione, di scambio, di riflessione e di rigenerazione.

In questo spazio, che è lo spazio a Milano di Fondazione Elpis, abbiamo oggi una mostra che vuole documentare i primi cinque anni di Una Boccata d'Arte. Abbiamo delle opere di alcuni artisti che hanno presentato il loro lavoro sul territorio e soprattutto la mostra vuol far capire la dimensione e l'importanza di questo progetto. In cinque anni, avendo già toccato cento borghi, siamo riusciti a lasciare 40 opere permanenti sul territorio e questo vuol dire che questo segnale, questa scintilla, questo progetto temporaneo in realtà ha lasciato una testimonianza permanente e questa è lamia più grande soddisfazione". Ad ogni edizione, Una Boccata d'Arte acquisisce sempre maggior consapevolezza rispetto alla necessita di dare vita a opere e progetti in cui le comunitàpossano riconoscersi: sono tanti gli artisti che hanno lavorato sulle memorie preesistenti o sulla definizione di nuove occasioni di aggregazione, in molti casi mettendo in campo le proprie identità culturali d'origine.

Dal 28 giugno al 28 settembre 2025 la sesta edizione coinvolge borghi, in un'espansione del progetto verso spazi in disuso, luoghi di aggregazione dimenticati o ai margini del tessuto urbano. L'edizione 2025 si compone di interventi dalla spiccata valenza partecipativa e ambientale, in alcuni casi con opere pensate per restare come segni permanenti nei territori. I progetti nascono da ricerche approfondite sul campo grazie alla mediazione dei curatori regionali.

Gli artisti, i borghi e i curatori della sesta edizione:

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Bibi Manavi a Borgolavezzaro (NO) in Piemonte, a cura di Veronica Botta;

Jim C. Nedd a Framura (SP) in Liguria, a cura di Mireille Filippini per Threes;

Aiko Shimotsuma a Brunate (CO) in Lombardia, a cura di Edoardo De Cobelli;

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Giacomo Gerboni a Tarzo (TV) in Veneto, a cura di Giovanni Giacomo Paolin e Sara Maggioni;

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Il regista 64enne mancava da un festival da anni; sette anni fa sulla Croisette era stato presentato il suo "Tre volti", in sua assenza, così come a Venezia nel 2022 dove "Gli orsi non esistono" vinse il premio speciale della giuria che non potè ritirare. Per lungo tempo è stato privato del passaporto e della libertà di viaggiare ma ora finalmente può accompagnare i suoi film che sono sempre apprezzati e rappresentano una voce libera.

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