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SAID, i cento anni della fabbrica di cioccolato Made in Italy

di TMNews venerdì 15 dicembre 2023
3' di lettura

Roma, 16 dic. (askanews) - Una fabbrica di cioccolato che festeggia cento anni e guarda al futuro. Un'avventura nata nel quartiere San Lorenzo a Roma e che ora guarda a tutto il mondo. È la storia di SAID, nata Società Azionaria Industria Dolciumi un secolo fa. "Cento anni di storia vuol dire tante cose - ha detto ad askanews il CEO di SAID, Fabrizio De Mauro - questa è un'azienda che ha la stessa ragione sociale ed era scritta all'albo degli artigiani del 1923 e quindi come potete immaginare nell'arco di questo secolo ha cambiato veste più volte pur mantenendo il fuoco sul cioccolato. L'ultima fase di questo centenario che ci avvolge è stata sviluppata con un concetto ospitali di cioccolata di alta qualità indipendente che è quello che abbiamo sviluppato in questi anni".

L'ambizione dell'azienda, che è arrivata alla terra generazione, è fare cioccolato a livello artigianale, ma con numeri da grande industria. "Noi abbiamo due modelli in business - ha aggiunto il CEO - uno è franchising e l'altro invece è uno modello di business diretto che è quello che vorremmo caldeggiare di più per il quale stiamo lavorando. Noi pensiamo come azienda che oggi l'unica cosa che può proteggere un'azienda piccola come la nostra è quella di mantenere dei standard altamente qualitativi, tant'è vero che noi produciamo tutto il nostro cioccolato anche della vendita in retail in Italia e lo portiamo nei Paesi all'estero, e soprattutto è il motivo anche per cui ci definiamo cioccolatai indipendenti, perché a parte la Rinascente, che è nostro partner, il nostro prodotto si trova solo sul nostro sito online o nei nostri negozi".

De Mauro ha deciso alcuni anni fa di esportare la filosofia del cioccolato "Made in Italy" di SAID anche all'estero e, dopo un passaggio a Londra, l'azienda ha puntato sulle regioni arabe, aprendo store a Dubai, Doha e Ryhad e anche in Kuwait. E per costruire il futuro si parte da ciò che succede già nel presente. "I grandi hotel luxury - ha concluso De Mauro - rimangono sempre il nostro obiettivo primario come la Rinascente perché è un department store, perché ripeto sono collegati anche a un brand awareness è un posizionamento del marchio. Diciamo che però non è la nostra mira assoluta, noi siamo molto per sviluppare questo concetto di indipendenza e di alta qualità. È ovvio che in un futuro prossimo ci riserviamo e abbiamo nel cassetto questo potere di scelta. E siamo pronti anche per affrontare un mercato in world sell che potrebbe essere molto interessante. Non negli sviluppi immediati, potrebbe essere una delle cose che accadranno nel prossimo secolo di attività".

Il giro d'affari di SAID è composto per il 40% somministrazione diretta al pubblico; 40% forniture a terzi; 20% vendita diretta al pubblico. Il giro d'affari al consumo retail dei negozi in franchising sfiorerà a breve i 10 milioni di euro recando inoltre royalties alla casa madre per circa il 6% sul venduto e ai quali vanno consolidati sia gli introiti del punto vendita storico che le forniture a terzi. Con il raggiungimento di sette punti vendita all'estero nel 2024 e con la prosecuzione dell'attività nazionale l'azienda vuole porre le basi di una operatività ad alto margine che permetterà ulteriori investimenti e sviluppo, sia in Italia che all'estero.

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Nel 2024, Una Boccata d'Arte ha raggiunto un importante traguardo: la realizzazione di 100 progetti complessivi, firmati da 100 artisti in 100 borghi italiani. La mostra "Dove non sono mai stato, la sono" fino al 6 luglio 2025 presso Fondazione Elpis a Milano racconta questa esperienza quinquennale attraverso un allestimento che restituisce l'importanza delle reti territoriali sviluppate nel corso di questi anni.

In occasione della conferenza stampa, la Presidente Marina Nissim ha illustrato ad Askanews il progetto: "Oggi siamo qui a presentare la sesta edizione di Una Boccata d'Arte, un progetto che nasce nel 2020. I giovani artisti vengono portati in 20 borghi ogni anno, un borgo per regione, e sono invitati a dialogare, a avere un momento di incontro e a lavorare all'interno del borgo. È un evento prettamente partecipativo, di condivisione, di scambio, di riflessione e di rigenerazione.

In questo spazio, che è lo spazio a Milano di Fondazione Elpis, abbiamo oggi una mostra che vuole documentare i primi cinque anni di Una Boccata d'Arte. Abbiamo delle opere di alcuni artisti che hanno presentato il loro lavoro sul territorio e soprattutto la mostra vuol far capire la dimensione e l'importanza di questo progetto. In cinque anni, avendo già toccato cento borghi, siamo riusciti a lasciare 40 opere permanenti sul territorio e questo vuol dire che questo segnale, questa scintilla, questo progetto temporaneo in realtà ha lasciato una testimonianza permanente e questa è lamia più grande soddisfazione". Ad ogni edizione, Una Boccata d'Arte acquisisce sempre maggior consapevolezza rispetto alla necessita di dare vita a opere e progetti in cui le comunitàpossano riconoscersi: sono tanti gli artisti che hanno lavorato sulle memorie preesistenti o sulla definizione di nuove occasioni di aggregazione, in molti casi mettendo in campo le proprie identità culturali d'origine.

Dal 28 giugno al 28 settembre 2025 la sesta edizione coinvolge borghi, in un'espansione del progetto verso spazi in disuso, luoghi di aggregazione dimenticati o ai margini del tessuto urbano. L'edizione 2025 si compone di interventi dalla spiccata valenza partecipativa e ambientale, in alcuni casi con opere pensate per restare come segni permanenti nei territori. I progetti nascono da ricerche approfondite sul campo grazie alla mediazione dei curatori regionali.

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