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Da Fondazione Seminare il Futuro, il primo seme per il bio

di TMNews domenica 13 ottobre 2024
3' di lettura

Roma, 14 ott. (askanews) - Sensibilizzare i cittadini sul tema della provenienza del cibo e del futuro dell'agricoltura, a partire dall'importanza che i semi rivestono per l'ecosistema, ma anche per l'uomo e la sua sopravvivenza. È questa la mission dell'iniziativa promossa, con il contributo di Naturasì, dalla Fondazione 'Seminare il futuro' che, dal 2006, sostiene la ricerca per lo sviluppo di sementi adatte all'agricoltura biologica e biodinamica.

Carlo Patacconi, Presidente della Cooperativa Agricoltura Nuova, ha dichiarato: "Durante l'iniziativa è stato riscoperto il gesto della semina. Gli ospiti sono stati in campagna, dai più grandi ai bambini, per compiere questo gesto simbolico di seminare tutti insieme. Seminare il Futuro è una fondazione che si occupa del mantenimento, dello sviluppo delle sementi biologiche e del mantenimento della genetica sulle vecchie varietà; quest'ultime hanno una grande importanza dal punto di vista, non solo culturale, ma anche alimentare e sociale".

La giornata, svoltasi presso l'azienda Agricoltura Nuova di Roma e in altre aziende del circuito NaturaSì, è stata dedicata alle famiglie che hanno avuto la possibilità di partecipare ad una semina collettiva, riscoprendo così un gesto semplice e antico che incarna dei principi chiave in vista del 16 ottobre, in cui si celebrerà la Giornata Mondiale dell'Alimentazione.

Fabio Brescacin, Presidente di Naturasì, ha presentato così l'iniziativa: "È un evento internazionale che avviene in 25 Paesi nel mondo, nato in Svizzera quasi 20 anni fa, noi l'abbiamo portato in Italia nel 2011. L'evento ha due scopi, quello di portare i cittadini in campagna, per mettere i piedi sulla terra, conoscere le aziende agricole, gli agricoltori, far capire da dove arriva il cibo e il lavoro che c'è dietro. Il secondo è quello per cui è nata, portare coscienza sul tema delle sementi, perché la qualità delle sementi è importante, una buona semente porta un buon cibo. L'uomo ha sempre lavorato alle sementi, però negli ultimi anni questa evoluzione è andata in una direzione molto industrializzata, produrre tanta quantità spesso significa, purtroppo, bassa qualità. Con la fondazione Seminare il Futuro, fondata in Italia, vogliamo far evolvere una semente di qualità per una sana agricoltura. Ma è un lavoro che può essere fatto solo se sostenuto da tutti: dalla comunità degli agricoltori, da quella dei negozianti e dalla comunità dei consumatori".

In merito alla Giornata mondiale dell'Alimentazione, Brescacin ricorda: "Ci occupiamo di alimentazione e agricoltura da 40 anni, siamo contenti che questa sensibilità, oggi, stia diventando comune e sia celebrata a livello istituzionale".

Le ricerche svolte dalla Fondazione 'Seminare il futuro', iniziate a partire dal 2016 in collaborazione con altri Enti di Ricerca presenti sul territorio nazionale, hanno portato alla recente iscrizione al registro nazionale della varietà INIZIO, un frumento duro selezionato per l'agricoltura biologica, che rappresenta il punto di partenza di una selezione specifica che torna a guardare al rapporto tra pianta ed ambiente nel rispetto della vocazionalità ambientale e della sicurezza alimentare.

"Un risultato, il nostro, che fa ben sperare, anche se spesso si dimentica che la selezione dei semi può fare la sua parte per un'agricoltura più sana e in equilibrio con l'ecosistema, ma da sola non basta: deve essere inserita in un approccio agroecologico, ovvero condotta con metodi di coltivazione che considerino l'azienda agricola come un organismo in connessione con l'ecosistema nel quale si trova", spiega Federica Bigongiali, direttrice della Fondazione Seminare il Futuro, che aggiunge: "Non possiamo limitarci a un approccio che punti esclusivamente sull'ingegneria genetica, ma è fondamentale considerare la rotazione delle colture, la gestione della biodiversità e l'uso appropriato degli input agricoli".

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Nel 2024, Una Boccata d'Arte ha raggiunto un importante traguardo: la realizzazione di 100 progetti complessivi, firmati da 100 artisti in 100 borghi italiani. La mostra "Dove non sono mai stato, la sono" fino al 6 luglio 2025 presso Fondazione Elpis a Milano racconta questa esperienza quinquennale attraverso un allestimento che restituisce l'importanza delle reti territoriali sviluppate nel corso di questi anni.

In occasione della conferenza stampa, la Presidente Marina Nissim ha illustrato ad Askanews il progetto: "Oggi siamo qui a presentare la sesta edizione di Una Boccata d'Arte, un progetto che nasce nel 2020. I giovani artisti vengono portati in 20 borghi ogni anno, un borgo per regione, e sono invitati a dialogare, a avere un momento di incontro e a lavorare all'interno del borgo. È un evento prettamente partecipativo, di condivisione, di scambio, di riflessione e di rigenerazione.

In questo spazio, che è lo spazio a Milano di Fondazione Elpis, abbiamo oggi una mostra che vuole documentare i primi cinque anni di Una Boccata d'Arte. Abbiamo delle opere di alcuni artisti che hanno presentato il loro lavoro sul territorio e soprattutto la mostra vuol far capire la dimensione e l'importanza di questo progetto. In cinque anni, avendo già toccato cento borghi, siamo riusciti a lasciare 40 opere permanenti sul territorio e questo vuol dire che questo segnale, questa scintilla, questo progetto temporaneo in realtà ha lasciato una testimonianza permanente e questa è lamia più grande soddisfazione". Ad ogni edizione, Una Boccata d'Arte acquisisce sempre maggior consapevolezza rispetto alla necessita di dare vita a opere e progetti in cui le comunitàpossano riconoscersi: sono tanti gli artisti che hanno lavorato sulle memorie preesistenti o sulla definizione di nuove occasioni di aggregazione, in molti casi mettendo in campo le proprie identità culturali d'origine.

Dal 28 giugno al 28 settembre 2025 la sesta edizione coinvolge borghi, in un'espansione del progetto verso spazi in disuso, luoghi di aggregazione dimenticati o ai margini del tessuto urbano. L'edizione 2025 si compone di interventi dalla spiccata valenza partecipativa e ambientale, in alcuni casi con opere pensate per restare come segni permanenti nei territori. I progetti nascono da ricerche approfondite sul campo grazie alla mediazione dei curatori regionali.

Gli artisti, i borghi e i curatori della sesta edizione:

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Il regista 64enne mancava da un festival da anni; sette anni fa sulla Croisette era stato presentato il suo "Tre volti", in sua assenza, così come a Venezia nel 2022 dove "Gli orsi non esistono" vinse il premio speciale della giuria che non potè ritirare. Per lungo tempo è stato privato del passaporto e della libertà di viaggiare ma ora finalmente può accompagnare i suoi film che sono sempre apprezzati e rappresentano una voce libera.

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