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In Siria continuano gli scontri nel Sud malgrado il cessate il fuoco

di TMNews sabato 19 luglio 2025
1' di lettura

Sweida (Siria), 19 lug. (askanews) - Continuano nella città di Sweida, nel sud della Siria, gli scontri fra le tribù sunnite e di beduini da un lato e i combattenti drusi dall'altro. Nonostante l'annuncio da parte della presidenza siriana di Ahmed al-Sharaa (al-Golani) di cessate il fuoco "completo e immediato".

Secondo l'ultimo bilancio delle vittime diffuso dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, sono almeno 940 le persone uccise negli scontri armati, esecuzioni e raid aerei israeliani dal 13 luglio, in quella che appare come la maggiore crisi a cui deve far fronte il nuovo governo siriano dal suo insediamento dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad all'inizio di dicembre del 2024.

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"È una malattia che non solo porta a un cambiamento della fisionomia del paziente, ma determina complicanze sistemiche che aumentano il rischio di mortalità del paziente. Ad oggi la diagnosi non solo non è fatta, ma quando è fatta è spesso molto, troppo tardiva, fino a 10-15 anni di ritardo diagnostico. Questo porta da una parte a un aumento di dimensioni del tumore ipofisario, quindi a una difficile resezione da parte del neurochirurgo e un rischio di persistenza di malattia. Dall'altro, dà il tempo alle complicanze di svilupparsi, di aggravarsi" ha detto Andrea Giustina, primario di Endocrinologia dell'Irccs Ospedale San Raffaele e ordinario di Endocrinologia dell'Università Vita-Salute San Raffaele.

È dunque cruciale sensibilizzare non solo i medici di base, ma anche altri specialisti non endocrinologi, come i dentisti, a riconoscere i segni fisici e le complicanze comuni associate alla malattia. "Fare un collegamento fra una deformità del viso, che può anche non essere particolarmente grave, un aumento di volume delle labbra, un aumento di volume della lingua, una sporgenza del mento, proniatismo, una distanza fra i denti, diastasi dentaria, associata a complicanze apparentemente comuni nella popolazione come l'ipertensione, il diabete, le complicanze oncologiche, può veramente fare la differenza" ha aggiunto.

L'approccio terapeutico si basa soprattutto sulla neurochirurgia, cioè sull'asportazione dell'adenoma all'ipofisi, ma per i pazienti non completamente guariti dopo l'operazione ci sono anche farmaci e altri trattamenti medici. Da qui l'importanza, evidenziata nell'articolo, di adottare un approccio personalizzato che parta dal profilo molecolare del tumore asportato.

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